
Il Corriere della Sera, dopo aver riportato gli ultimi casi di masochismo sociale in Svezia, Germania, Olanda, raggruppandoli sotto il significativo titolo “Quei passi indietro sul fronte dei diritti”, ne ha affidato poi alla signora Michela Marzano un commento che l’altro titolo, “Tolleranza non è ridurre le libertà delle donne”, riassume molto bene.
Dunque le assurde misure protettive adottate da quelle civilissime nazioni per prevenire e scongiurare le molestie alle donne compiute da islamici, immigrati e no, sarebbero una questione di tolleranza. Almeno così sembra averla impostata la Marzano, che, detto sommessamente, argomenta con eccessivi arzigogoli filosofici. Con tutto il dovuto rispetto, mi sembra troppo tirare in ballo dei giganti come Locke e Voltaire in una faccenda di sordide pulsioni sessuali di gente repressa, dalla mente distorta, convinta che la donna, specie se “infedele”, sia una preda da cacciare o una prostituta da godere gratis. Se i nostri costumi morali e sociali disturbano questi satiri maomettani, non vuol dire che noi stiamo mancando di rispetto verso di loro e che perciò siamo intolleranti. Al contrario, poiché sono venuti in casa nostra senz’essere chiamati e, ciò nonostante, accolti spesso alla pari, sono loro che gravemente mancano di rispetto a noi abusando e disprezzando i nostri modi di vita.
Il grande Montaigne, se proprio dobbiamo sprecare il nome di un altro gigante, insegna che il primo dovere dell’ospite e dello straniero consiste nel rispettare leggi ed usanze del Paese. Quindi non è questione di tolleranza né di rispetto civico, ma di pura e semplice obbedienza alle norme e alle regole della convivenza. “Salvaguardare i propri diritti ed evitare di arretrare”, afferma giustamente la Marzano. Ma gli islamici non hanno (non ancora!) alcun potere di conculcarli e di farci arretrare. Siamo noi che, tremebondi, volontariamente rinunciamo e rinculiamo. Copriamo la bellezza statuaria, in carne ed ossa oppure in marmo e bronzo; mettiamo cartelli con il divieto ad una laida mano maschile di toccare il sedere di una donna in bikini (mai qualcosa di così ripugnante oscenità fu inventata dalla mente di un politico burocrate); introduciamo carrozze separate per maschi e femmine, una apartheid sessuale, per prevenire aggressioni sessuali; e piscine separate per lo stesso motivo.
Noi non siamo tolleranti ma compiacenti, servili per masochismo. Conclusione della Marzano: “Ma come si può, nel nome della tolleranza, tollerare l’intolleranza?”. Conclusione mia: “Chi tollera l’intollerante fa la fine che merita”. Noi non imponiamo i nostri costumi neppure a noi stessi. Come possono gli islamici sentirsene oppressi? La risposta è che non concepiscono la libertà se non come libertà di conformarsi all’uniformità imposta dalla pressione religiosa, sia o non sia ortodossa.
Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 19:43