
Solo pochi nostalgici del parlamentarismo bicamerale piangono per l’eutanasia del Senato, disegnato dai Padri Costituenti come secondo strumento di garanzia contro l’eventuale ripetersi di avventure autoritarie. Ma solo chi nasconde velleità di stampo autoritario saluta con soddisfazione una riforma costituzionale che non abolisce affatto l’assemblea di Palazzo Madama, ma stravolge l’impianto istituzionale repubblicano per dare vita ad un sistema che rinforza l’Esecutivo senza bilanciamenti di sorta.
Naturalmente l’indirizzo rivolto al potenziamento del ruolo del governo ed al ridimensionamento dei condizionamenti spesso paralizzanti di un parlamentarismo concepito in maniera consociativa non va affatto criticato. Ciò che va contestato è che questo indirizzo sia stato volutamente nascosto negando con grande insistenza che il sistema in costruzione sia ispirato al modello di premierato presente in tante altre democrazie avanzate. Ma qual è la ragione di tanta resistenza ad ammettere il disegno rivolto al potenziamento dell’Esecutivo? Solo il timore di dover confessare il ritardo con cui la sinistra italiana è arrivata a questo traguardo dopo aver criminalizzato tutti coloro i quali nel corso di parecchi decenni hanno invano tentato di dare vita ad una riforma del genere?
In realtà appare difficile immaginare che tanta resistenza dipenda solo dalla paura di ammettere l’errore di aver perseguitato i vari Pacciardi, Cossiga, Craxi e Berlusconi, accusandoli di smanie dittatoriali per aver immaginato un’evoluzione del sistema politico italiano simile a quello oggi perseguito da Matteo Renzi.
Il sospetto, invece, è che il silenzio sul premierato nasconda la segreta speranza di realizzare un vero e proprio principato. Senza strumenti di controllo, senza pesi e contrappesi, senza la possibilità di evitare avventure che essendo di tipo personalistico rischiano di sfociare in una qualche forma di autoritarismo.
È fondato questo sospetto? Nell’incertezza meglio prepararsi fin da adesso ad usare il referendum per cancellare ogni pericolo!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:16