Il compito della Chiesa per Roma

Il Vaticano chiede una “scossa” per Roma. Ma quello che serve realmente per la Capitale è un programma, un progetto, un’idea. Perché è facile scuotere e favorire o promuovere terremoti, soprattutto dopo che si è stati compartecipi di tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute nel corso degli ultimi decenni e si vuole cercare di recuperare una qualche forma di verginità per far dimenticare la responsabilità del passato. Ma le scosse ed i terremoti, se sono veri e non fanno parte di quei fenomeni gattopardeschi tanto conosciuti e cavalcati non solo dalle classi dirigenti italiane ma anche dal cosiddetto potere clericale, non sono gestibili o controllabili. Provocano sconquassi che lasciano devastazioni politiche e sociali talmente marcate da rendere addirittura difficile la ricostruzione. Per cui sarebbe molto più opportuno che dalle gerarchie vaticane, quelle che dal secondo dopoguerra hanno di fatto cogestito la città insieme a tutti i poteri forti e meno forti dell’Urbe, venisse non un invito ed una sollecitazione alla “scossa” ma un appello all’aggregazione di tutte le componenti più responsabili della città attorno ad un programma di vero rilancio e di autentica ripresa della Capitale.

Si dirà che questo compito non spetta alla Chiesa, ma dovrebbe essere svolto dalle forze politiche ed economiche romane e nazionali. Ma da duemila anni a questa parte si è mai visto un qualsiasi avvenimento destinato ad incidere sulla realtà romana non concordato o non condizionato dalla presenza del Vaticano? Nel bene e nel male la storia del Campidoglio si è intrecciata con quella di San Pietro. E sarebbe decisamente ipocrita ed anche ridicolo se non si pensasse che anche in questa circostanza il futuro della città non possa venire segnato dall’influenza diretta o indiretta della Curia e del Pontefice.

Si tratta di capire di quale tipo potrà essere questa influenza. Fino ad ora è stata distruttiva in maniera determinante per Ignazio Marino. Il che, anche se ha raccolto la critica di Sabrina Ferilli, può essere giudicato sicuramente in maniera positiva vista la totale inadeguatezza dell’ex sindaco. Ma da Oltretevere ci si aspetta che alla fase distruttiva segua la fase del contributo alla costruzione di una prospettiva seria e responsabile per la Città Eterna. Può essere che al Papa argentino non interessi granché il futuro amministrativo di Roma. Ma i papi passano, Roma resta e senza la città di Pietro e Paolo il futuro della Chiesa rischia di essere quello di una semplice Ong!

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 18:08