Renzi pensa alle Amministrative

Nessuno prende in considerazione l’ipotesi che il governo di Matteo Renzi possa essere affondato sulla riforma del Senato dalle opposizioni affiancate dai franchi tiratori della maggioranza. Qualcuno prende in considerazione l’ipotesi che sia lo stesso Renzi a cercare l’incidente per avere il pretesto di andare ad elezioni anticipate per togliersi di mezzo i suoi nemici interni del Partito democratico. Ma anche chi mette sul tavolo delle possibilità anche quella dell’autoaffondamento strumentale da parte del Premier, lo fa più per non escludere l’impossibile che per tenere conto di una concreta eventualità. Nessuno, in sostanza, crede che dalla riforma del Senato possa scaturire una crisi di governo. E tutti danno per scontato che le elezioni non saranno anticipate, ma arriveranno alla loro scadenza naturale.

Perché mai, allora, se andare al voto è escluso, Renzi sembra sempre più impegnato in un avvio di una lunga campagna elettorale che in una concreta attività di governo? La risposta più semplice è che quando annuncia l’abolizione di Imu e Tasi e snocciola dati su una ripresa che esiste solo sulla carta e non può essere percepita dal corpo sociale, il Premier sta effettivamente conducendo una campagna elettorale. Solo che l’obiettivo di questa campagna non sono le elezioni politiche, ma quelle Amministrative della prossima primavera.

Renzi sa bene che il voto a Milano, a Torino, a Bologna, a Napoli ed in tantissime altre città italiane (non è escluso che si vada a votare anche a Roma) diventa una verifica politica per il proprio governo molto più significativa di un qualsiasi nuovo voto di fiducia in Parlamento. Il Premier è troppo scaltro e avveduto per credere che gli attuali equilibri parlamentari segnati dalla grande corsa sul carro del vincitore di chi non vuole rinunciare anzitempo al privilegiato scranno di Montecitorio e di Palazzo Madama rispecchino gli equilibri politici esistenti nel Paese. In Parlamento può contare sui voti di gruppi e partiti che non hanno più alcuna base nel corpo elettorale. Di qui la sua assoluta necessità di buttarsi a corpo morto fin da adesso in una campagna elettorale il cui esito può anche non toccare il proseguimento della legislatura, ma è destinato comunque ad incidere sulla sua parabola politica stabilendo se è ancora in ascesa o se ha già iniziato il declino.

Il futuro di Renzi, dunque, si decide nella prossima primavera. Amici e nemici farebbero bene a prepararsi per tempo!

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 18:26