L’Italia è diventata   carceriere dell’Europa

C’è una idea balzana che circola tra le Cancellerie europee. Ed è quella di scaricare completamente all’Italia il compito di accogliere le migliaia di migranti, profughi e clandestini provenienti dalla sponda Sud del Mediterraneo. Non per sempre, ovviamente. Ma per il tempo necessario per censire, controllare e, nei casi in cui manca, dare un’identità a chi non l’ha mai avuta o l’ha perduta nella fuga dal Paese d’origine. Non a caso il premier inglese, David Cameron, in visita all’Expo di Milano ha ribadito che la Gran Bretagna non intende accogliere nessun immigrato ma è disposta ad aiutare l’Italia offrendo personale d’intelligence da impiegare in Sicilia. Di balzano in questa idea non c’è solo l’interesse egoistico dei Paesi del Nord Europa a scaricare sull’Italia il peso dell’impatto iniziale dell’invasione dei disperati. C’è, soprattutto, il disegno di trasformare la penisola in generale e la Sicilia in particolare in un territorio costellato di campi dove concentrare, censire, controllare, curare, sfamare e tenere ben stretti, affinché non sciamino in maniera incontrollata oltre le Alpi, gli uomini e le donne dei barconi.

Concentrare e tenere ben stretti? Certo. Perché, nell’idea dei Paesi del Nord, l’Italia dovrebbe approntare dei veri e propri campi di concentramento dove rinchiudere per il tempo necessario (ma non breve e di sicuro non definito e definibile) la massa dei disgraziati in cerca di un nuovo futuro. Il nostro, in sostanza, dovrebbe trasformarsi in una sorta di Paese carceriere destinato a svolgere il lavoro sporco in nome e per conto di una Europa che questo lavoro non intende minimamente compiere. Nessuno contesta la circostanza che Francia, Germania e Gran Bretagna ospitino attualmente più immigrati di quanto faccia l’Italia. Ma, a parte la considerazione che per Parigi e Londra le loro quote di non nativi dipendono da un’esperienza coloniale fin troppo condizionante, il problema non riguarda il passato ma il futuro. E nel nostro caso, il futuro che gli europei settentrionali intendono riservare al Bel paese: quello di gestore di campi di concentramento. E senza neppure utilizzare la macabra scritta de “Il lavoro rende liberi” visto che da noi il lavoro non c’è e non ci sarà ancora per molto tempo.

Il Governo conosce quest’idea balzana delle Cancellerie europee? La risposta è fin troppo scontata. La conosce ma la nasconde. Ed è questa una buona ragione per incominciarlo a definire incapace ed inadeguato. Come quelli di Monti e di Letta!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:09