Dall’Unione un’altra porta in faccia all’Italia

Il Governo di Renzi soffre di evidenti disturbi della personalità. Alterna momenti di agitazione parossistica a stati catatonici. Le cause di questa patologia diffusa si chiamano Europa e immigrazione. Sono due parole che proprio non riescono ad armonizzarsi nonostante gli sforzi, abbastanza naïf, dei nostri rappresentanti. La scorsa settimana si erano lasciati prendere da un entusiasmo isterico perché si erano convinti, sbagliando, che l’Unione Europea avesse cambiato rotta sulla questione dell’accoglienza dei clandestini che sbarcano sulle nostre coste.

C’è stato un tripudio di amenità alle quali da subito non abbiamo dato alcun credito. A cominciare dalle dichiarazioni della signora Federica Mogherini la quale, benché sia inserita in un organismo di governo comunitario (la Commissione), resta pur sempre la creatura politica artificiale creata nel laboratorio renziano delle meraviglie. Per tacere delle fantasie lunari di Angelino Alfano. Tutti loro erano certi che gli altri partner, mossi a pietà, avessero accettato di dividersi il fardello dei profughi da ospitare. Invece i paesi membri hanno cominciato a sfilarsi dal piano-Mogherini. Ad uno ad uno, senza eccezione. Anche la Francia del governo “amico” del socialista Hollande, per bocca del suo primo ministro Manuel Valls, si è tirata indietro. Il circo Barnum dei media di regime si è stracciato le vesti per un’Europa egoista e senza cuore. Altre amenità.

Non c’è alcuna Europa matrigna che cambia idea a giorni alterni. C’è soltanto un muro insormontabile di coerenza contro il quale i terzomondisti della sinistra casereccia puntualmente vanno a schiantarsi. L’Unione ha fatto sapere all’Italia che la politica dell’accoglienza senza limiti non è accettabile e che la falla va chiusa e non ampliata, come invece vorrebbero i buonisti di casa nostra. Ieri l’altro il Consiglio europeo dei ministri degli esteri e della difesa Ue si è accordato per il programma di pattugliamento del Canale di Sicilia e di contrasto all’attività criminale dei trafficanti di esseri umani, affidando il comando della missione all’Italia. Tuttavia, la misura, per essere operativa, dovrà attendere il via libera del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Non vi è alcuna contraddizione tra questa decisione e il rifiuto di ogni ipotesi di accoglienza.

Per la maggioranza dei nostri partner le frontiere devono esistere e devono essere protette. L’aiuto all’Italia viene offerto per questo. Non vi è alcuna possibilità al mondo che la linea di fermezza possa mutare. Quindi, il problema non è la divisione in quote di un pugno di disperati da ospitare, è piuttosto l’affermazione di un principio generale inderogabile: non esiste una via di libero accesso al perimetro europeo. Gli ingressi devono essere consentiti rapportandoli rigorosamente alle esigenze del sistema produttivo e territoriale dell’Unione.

Se l’Italia vuole giocare a fare la caritatevole, non avendone la forza organizzativa e finanziaria, è un suo problema. Se li prende, se li tiene. Questo è il messaggio chiaro che arriva dai partner. Altro che egoismo! Questo si chiama buon senso e capacità di visione del futuro. Se ne facciano una ragione gli inquilini dei sacri palazzi romani, di qua e di là del Tevere: l’Unione da questa posizione non schioda.

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:08