
Dopo l’Italicum, il conflitto d’interessi. La marcia trionfale di Matteo Renzi, a quanto ha annunciato Maria Elena Boschi, ha una nuova tappa. Che sembra fatta apposta per andare incontro alle pulsioni antiche della sinistra appena asfaltata dal Presidente del Consiglio, impegnato nella sua irresistibile ascesa al premierato. Ma che a tutto può servire tranne che ad affrontare uno solo dei problemi reali del Paese.
Nessuno, ovviamente, nega la necessità di realizzare una normativa sul conflitto d’interessi capace di risolvere le mille questioni. Quelle che non riguardano solo il caso Berlusconi, diventato ossessione ventennale per una sinistra priva di altri argomenti politici e culturali, ma anche gli infiniti intrecci di interessi tra politica e imprenditoria derivati sia dal capitalismo di relazione che dall’occupazione dello Stato da parte delle lobby e delle organizzazioni (ad esempio le cooperative) del mondo cosiddetto progressista.
Alcuni interrogativi in proposito, però, non possono non essere posti. È più urgente il conflitto d’interessi o la soluzione del problema creato dalla decisione della Consulta di bocciare il prelievo abnorme imposto dalla legge Fornero su milioni di pensionati? Ed è più pressante un eventuale atto di ostilità dichiarata nei confronti di Silvio Berlusconi e delle sue aziende o la gestione finalmente programmata e non dilettantesca della fiumana di immigrati e rifugiati che attraverso lo sbarco in Italia punta all’invasione dell’Europa?
Le domande sono retoriche e le risposte sono scontate. Ne consegue che non è affatto un’ipotesi astratta considerare la sortita della Boschi sul conflitto d’interessi non diretta solo a blandire la sinistra interna ma anche a lanciare un messaggio fin troppo eloquente al Cavaliere (della serie delle proposte che non si possono non accogliere) per convincerlo a riprendere un confronto non più sulle tematiche del Nazareno, patto ormai morto e sepolto, ma su quelle più urgenti che riguardano la mancata ripresa ed il moltiplicarsi delle emergenze. Questo significa che nella sua marcia trionfale e nella sua irresistibile ascesa il premier avverte la necessità di poter contare su una maggioranza più larga e più solida di quella attuale?
Può essere. Ma nel caso patti chiari ed amicizia solo fino alle elezioni!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:09