Matteo Renzi fattore d’instabilità

Matteo Renzi sostiene che se la legge elettorale non viene approvata il Governo cade e si va a votare. Da parte loro, però, i nemici del Premier affermano che, se la legge passa, Renzi non aspetta il 2018 ma, consapevole che la ripresa economica non è assolutamente in vista e che attendere la conclusione naturale della legislatura significa arrivare logorato ed esausto all’appuntamento, si affretta ad andare al voto anticipato. Le affermazioni di Renzi e dei suoi nemici sono esattamente opposte, ma la conclusione è la stessa: la legislatura sembra agli sgoccioli e le elezioni sono alle porte.

In realtà non è proprio così. Perché sarà pure vero che per Renzi sarebbe vantaggioso andare al voto in autunno, ma è altrettanto vero che in Parlamento esiste una larga maggioranza trasversale per nulla disposta a rinunciare in anticipo ad una poltrona conquistata in condizioni politiche ormai irripetibili. La stragrande maggioranza del Movimento Cinque Stelle sa bene che non tornerà mai in Parlamento. E lo stesso vale per buona parte di Forza Italia, di Alleanza Popolare e dei dissidenti antirenziani del Partito Democratico. Per non parlare di quegli esponenti di Scelta Civica che sono entrati in Parlamento in rappresentanza del 9 per cento del corpo elettorale e che oggi rappresentano a stento lo 0,3.

C’è da credere, allora, che il ricorso ad elezioni anticipate non sarà affatto facile come tutti vanno pronosticando. Magari Renzi tenterà il colpo, ma è facile immaginare che i nemici del voto faranno di tutto, anche il tentativo di dare vita ad un diverso governo pur di evitare la fine politica anticipata.

Questa previsione non è affatto consolante. Significa che una fase caratterizzata da una ripresa economica inesistente e da difficoltà crescenti per il Paese sarà segnata anche da una grande confusione politica. Chi pensava che l’avvento di Renzi avesse assicurato almeno la stabilità del quadro politico, deve ora ricredersi. Renzi non è il fattore di stabilizzazione che avrebbe potuto creare le condizioni per la ripresa economica. È, al contrario, insieme ai suoi nemici interni del Pd, un elemento che produce crescente instabilità sul terreno della politica interna e che rappresenta un freno, sicuramente tra i più incisivi, all’uscita dalla crisi.

Anche se osteggiato dai più, allora, il voto anticipato può essere la via d’uscita ad una situazione che appare destinata a scivolare verso il caos. Ma chi è disposto a mettere in gioco i propri privilegi per tentare di salvare il Paese?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:16