Una lista per dare voce agli oppressi

L’idea di dare vita ad un movimento per le “Vittime della Giustizia e del Fisco” nasce dall’esperienza del Tribunale Dreyfus, un’associazione fondata da me e da alcuni autorevoli rappresentanti del mondo forense, accademico e giornalistico, per affrontare i temi del malfunzionamento del sistema giudiziario e delle sue pesanti conseguenze sui singoli cittadini e sul quadro economico, politico e culturale del Paese.

Il Tribunale Dreyfus aveva e continua ad avere come obiettivo la necessità di portare avanti una battaglia per una riforma della giustizia ispirata ai principi delle garanzie e delle libertà individuali sancite dalla Costituzione. Nel Paese è ancora attiva l’onda lunga di una cultura giustizialista che ha pensato di trovare una risposta univoca alle disfunzioni del sistema giudiziario in una legislazione sempre più repressiva ed autoritaria. I risultati sono stati fallimentari. I fenomeni della mafia e della corruzione non sono stati debellati. Al contrario, sono addirittura aumentati. E quel che è più grave questi risultati fallimentari, oltre a provocare una sfiducia crescente dell’opinione pubblica nei confronti della magistratura, hanno creato una sorta di cappa di piombo oppressiva sull’intera società italiana che accentua i disagi e le difficoltà provocati dalla crisi e rende sempre più teso ed insostenibile il clima nazionale.

Di qui l’idea di tentare di dare una rappresentanza a questa sfiducia, a queste tensioni, a questi disagi ed alle tante sofferenze prodotte dall’oppressione giudiziaria e fiscale dando vita, al fianco del Tribunale Dreyfus organismo destinato all’approfondimento dei temi ed alla elaborazione delle proposte di soluzione dei problemi, ad un movimento “Vittime della Giustizia e del Fisco” con cui compiere un preciso test politico in occasione delle prossime elezioni regionali.

L’obiettivo di questo movimento è di verificare se, al di fuori delle logiche di appartenenza che alimentano i partiti tradizionali ed in alternativa ai luoghi comuni sulla rappresentatività della società civile, esista tra i cittadini la volontà di trovare nuovi strumenti per rompere la cappa di piombo oppressiva e far valere nella vita pubblica i propri bisogni più stringenti ed i propri interessi più elementari.

Vogliamo dare voce a chi si sente oppresso ed in qualche caso perseguitato. Intanto alle elezioni regionali. In futuro, se il test dovesse risultare positivo, sulla scena politica nazionale.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:19