
Indovinello del martedì. Chi ha detto: “C’è una misura che l’Unione Europea può prendere subito: presidiare in forze il mare davanti alla Libia. L’Italia non può farlo da sola, ha bisogno di aiuto. Sono certo che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu appoggerebbe l’iniziativa“? È stato forse il “becero” Salvini rivolto al suo popolo di razzisti e xenofobi? Sono stati i “fascisti” di CasaPound ad averlo urlato alle loro manifestazioni? È stata la nostra fissa che ci ha fatto battere, in altre occasioni, sul medesimo tasto? Nessuna di queste risposte vi farà vincere un premio perché l’autore è il diplomatico spagnolo Bernardino Leon, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la Libia.
Sorpresi? Non dovreste, perché quando si sfrondano i ragionamenti dalla presenza di pregiudizi ideologici, le giuste soluzioni arrivano. Purtroppo in Italia si fa fatica ad accettarle visto che, dalle nostre parti, è il buon senso a fare scandalo. Si fa del male attraverso la cieca violenza del fanatismo religioso, ma si può fare peggio giocando a fare i buonisti a oltranza. Tutte le fonti d’intelligence hanno lanciato l’allarme circa il possibile utilizzo dell’immigrazione clandestina come arma globale del fondamentalismo islamico. La strategia è chiara, quasi elementare: invadere la terraferma europea con un’onda umana. L’intenzione è di sfruttare l’inarrestabile flusso migratorio per generare disordini sociali e squilibri economici all’interno del sistema europeo fino a provocarne il collasso.
Se prima questo strumento di pressione non era alla portata dei ribelli oggi, che l’Is di Al- Baghdadi è presente in Libia, l’opzione invasione non è più uno scenario fantastico ma una strada praticabile. Due fattori combinati rendono la minaccia più che concreta. Il primo è la disponibilità di un’immensa massa di individui che, in fuga dal cuore dell’Africa subsahariana, si sta accalcando sulle coste libiche. Il secondo, la totale inettitudine del governo italiano a contrastare il fenomeno. I due elementi mescolati hanno composto una miscela esplosiva che inizia a spaventare i governi europei. Finora i rappresentanti italiani hanno mendicato maggiori risorse finanziarie dall’Unione soltanto per aumentare i volumi dell’accoglienza. Neanche la chiusura del programma “Mare Nostrum” e la sua sostituzione con quello comunitario “Frontex” è servita a far recedere Roma dall’intento di proseguire nelle sue scellerate politiche migratorie.
Finalmente oggi si leva una voce indipendente che dice a chiare lettere che bisogna predisporre il blocco navale delle acque libiche per impedire ai barconi di attraversare il Canale di Sicilia. Non sarà la soluzione definitiva del problema ma almeno lo attenuerà giusto il tempo per individuare una soluzione durevole al problema. Certamente su tutto incide la guerra civile in corso in Libia e la necessità di restituire a quel paese dilaniato stabilità istituzionale e sicurezza interna. Per raggiungere l’obiettivo occorrerà, prima o dopo, un impegno di carattere militare dei paesi dell’area. Intanto, ci piacerebbe conoscere cosa pensano le anime belle della sinistra delle parole dell’inviato Onu.
Se Bernardino Leon ha ragione significa che tutti coloro che fino ad oggi hanno evocato la stessa misura non erano poi così beceri e razzisti come si voleva far credere. Quindi, la smettesse una buona volta questa insopportabile mala genia radical chic, con l’eterna puzza sotto al naso, di insultare chi ha la colpa grave di non pensarla alla sua stessa maniera. E cambiasse rapidamente atteggiamento altrimenti l’accusa di connivenza con i mercanti di morte di cui si sente parlare in giro, diverrà l’ennesima onta caricata sulle spalle dell’intera comunità italiana. Pecchiamo in tante cose e non riusciamo sempre a essere all’altezza del nostro passato, ma questa infamia proprio non la meritiamo.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:08