
Il problema non è che il governo si divide tra chi vuole l’intervento in Libia e chi lo sconsiglia per evitare un Vietnam italiano. Il vero problema, che poi è un autentico dramma, è che il governo non ha la più pallida idea di come comportarsi in una situazione internazionale segnata dalla crisi ucraina, dalla possibile uscita della Grecia dall’Euro e, soprattutto, dall’avvicinarsi ai nostri confini meridionali della minaccia del terrorismo islamista.
Fino ad ora Matteo Renzi si è barcamenato sul terreno internazionale tenendo nettamente separate le questioni sul tappeto e, soprattutto, evitando accuratamente di prendere una qualsiasi posizione definita sui tre diversi temi. Sul caso Ucraina è stato al tempo stesso vicino alla Merkel ed a Putin, favorevole a mettere un freno alle spinte imperiali di Mosca ma contrario a contenerle con l’unico mezzo proponibile rappresentato dalle sanzioni.
Sulla Grecia il cerchiobottismo del Premier italiano è stato addirittura clamoroso. Nel corso della visita romana di Tsipras ha abbracciato e baciato l’omologo greco lasciando intendere quantomeno di comprenderlo. Ma il giorno appresso si è affrettato a scaricarlo ribadendo che comunque la Merkel ha sempre ragione. Infine, sulla vicenda libica, le contraddizioni tra le uscite dei ministri pronti a cantare “Tripoli, bel suon d’amore” e la sua frenata a due giorni di distanza hanno assunto l’aspetto di una vera e propria farsa.
Ora, però, c’è poco da ridere e tenere separate le tre questioni. Perché se la crisi ucraina precipita ed impone nuove sanzioni diventano a rischio le forniture energetiche russe al nostro Paese, se la Grecia esce dall’Eurozona le ripercussioni sempre sulla nostra economia rischiano di essere rovinose . E se, infine, la minaccia dell’Isis di scaricare sulle nostre coste cinquecentomila emigranti disperati diventa realtà, all’aggravamento della crisi generale ed alla fine del vaghi segnali di ripresa si aggiunge la trasformazione dell’Italia da Paese sovrano a Paese invaso. Con tutte le conseguenze che ne conseguono.
È chiaro che non è facile elaborare una strategia per fronteggiare congiuntamente queste tre emergenze. Soprattutto perché gli Stati Uniti latitano e l’Unione Europea, cioè il Paese a cui per l’interno dopoguerra l’Italia ha delegato la propria politica estera e la realtà sovranazionale che per i politici nostrani avrebbe dovuto sostituire il “padrino” americano, ha dimostrato di non esistere come realtà politica.
Proprio perché ci sono queste difficoltà, però, diventa indispensabile trovare rapidamente una linea da seguire per non essere travolti dagli avvenimenti. Il governo Renzi è in grado di farlo? Se lo è si affretti a dimostrarlo. Se non lo è si tolga di mezzo e lasci il compito ad altri!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:16