Forza Italia, Berlusconi ed il convitato di pietra

Compiono un errore capitale quanti descrivono Forza Italia come un partito balcanizzato segnato in maniera indelebile da lotte tribali tra i berlusconiani del “cerchio magico”, i verdiniani di stretta osservanza, i fittiani alla ricerca della conferma in lista, i falchi singoli come Brunetta e la Santanchè ed i moderati sparpagliati come Romani e la Gelmini.

L’errore capitale è di limitarsi a descrivere la carta parlamentare del partito di Silvio Berlusconi e di non tenere in alcun conto che, fuori del Parlamento e senza i condizionamenti connessi ai benefici dello scranno, esiste un elettorato formato non solo da chi è andato a votare Forza Italia alle ultime elezioni, ma anche da chi si è rifugiato nell’astensione per delusioni ed incazzature provocate in gran parte proprio dai privilegiati del cerchio parlamentare.

È sbagliato non considerare la presenza degli elettori nella partita interna di Forza Italia. Saranno pure dei convitati di pietra, che al momento non hanno la possibilità di parlare e si debbono accontentare di seguire da lontano le guerre balcaniche che si svolgono all’interno del partito. Ma questo convitato di pietra esiste, non è esiguo e non si è lasciato per nulla incantare dalle lusinghe neoperoniste del Renzi “caudillo” acchiappatutto. A chi risponde questo convitato di pietra? E quali sono i suoi umori, le sue esigenze, le sue richieste e le sue volontà?

Chi si è inchiodato al seggio parlamentare e pur di arrivare alla fine della legislatura è pronto a convertirsi a chiunque gli assicuri questo risultato, tende ad ignorare questi interrogativi. Ma in democrazia non si può non tenere conto dell’umore popolare. Perché, presto o tardi, si torna a votare. E quell’umore alla fine decide.

Gli ultimi sondaggi hanno indicato che il 92 per cento dell’elettorato di Forza Italia continua a nutrire fiducia solo in Silvio Berlusconi. Il convitato di pietra, dunque, se ne infischia dei componenti del cerchio parlamentare e ha un rapporto diretto e sempre stretto con il proprio leader storico.

Ma cosa chiede il popolo dei fedelissimi e dei delusi di Forza Italia al Cavaliere? Lo vuole vassallo passivo di Renzi o deciso a creare una alternativa ad un governo che continua a vessare la stragrande maggioranza degli italiani con una pressione fiscale crescente e sempre più iniqua e con uno stato di polizia sempre più invasivo?

Dopo l’8 marzo Berlusconi potrà recuperare in pieno il rapporto con la base del proprio partito. E più saprà ricucire il filo che lo unisce con i suoi elettori, più potrà non solo imporre la propria pace nel partito balcanizzato, ma avrà anche la possibilità di tornare a guidare lo schieramento alternativo a quello del “caudillo” fiorentino.

Chi si preoccupa solo della propria poltrona si ricordi della sorte che il convitato di pietra ha riservato a Gianfranco Fini ed ai suoi futuristi. La memoria alimenta la saggezza!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:16