“Lo strappo” di Sergio,   tegola sul centrodestra

L’uscita traumatica di Sergio Cofferati dal Pd recherà danno alla volontà di strapotenza elettorale di Matteo Renzi. Tuttavia, un danno maggiore lo ha già fatto tra la schiera degli ipotetici avversari. Sì! Ipotetici, perché in queste ore a Genova e dintorni è tutto un gran casino. Non ci si raccapezza per capire chi sta con chi.

Grazie alle denunce del “cinese” è acclarato che, a determinare il risultato delle primarie del Pd per la scelta del candidato presidente della regione ligure, sia stata la partecipazione attiva al voto di una fetta del notabilato del centrodestra intervenuto in soccorso della candidata reziana Raffaella Paita. Siamo in presenza di uno scompaginamento del modello bipolare che ha caratterizzato la vita della “seconda repubblica”? O è molto di più? Forse, è il primo passo verso la materializzazione del sogno bondiano di liquefazione del centrodestra in vista della costituzione di un “partito unico dei moderati”, centrale e centrista, ispirato da Berlusconi e guidato Matteo Renzi.

Stando invece ai fatti, se il partito di Alfano, in Liguria, dovesse optare per l’alleanza organica con il Pd, depurato della presenza della vecchia anima diessina e cigiellina, in Forza Italia si registrerebbe uno smottamento senza precedenti. Il partito di Berlusconi rischierebbe la marginalizzazione dal prossimo scenario locale, tanto più che la Lega non ha alcuna intenzione di fare da spalla al vecchio alleato. Salvini si è precipitato a presentare già il suo candidato per la poltrona di governatore della Liguria. Ha scelto Edoardo Rixi, un fedelissimo di buona reputazione politica. E’ chiaro che, sulla partita genovese, intenda metterci la faccia, come si usa dire oggi. Il nome del giovane vicesegretario federale della Lega Rixi ha riscosso consensi anche in una parte della dirigenza locale di Forza Italia.

Ora, la domanda è: se Berlusconi volesse insistere nel candidare un proprio uomo, come ad esempio l’imprenditore edile Federico Garaventa, chi lo voterebbe? Si potrebbe obiettare che, alla fine della fiera, ci si può sempre rifugiare nella pietosa bugia salva-faccia: si tratta di accordi locali che non interferiscono con le scelte politiche nazionali. E’ una vecchia cantilena che in passato ha funzionato. Ma questa volta, alla luce della crisi che sta squassando la stabilità della nazione e che non accenna a spegnersi, chi ci crederebbe? E’ del tutto naturale che un quadro politico ridisegnato nel quale Alfano e i suoi, appesi alla cadrega renziana, se ne vadano a sinistra, Forza Italia si spacchi catapultando i suoi in tutte le direzioni e la Lega conquisti il centro del campo dell’opposizione dicendo al tradizionale elettorato di destra: la nostra d’ora in poi è la vostra bandiera, con che faccia si potrebbe ancora accettare il giochetto della sommatoria dei voti annunciati dai sondaggi che danno a un incollatura i due schieramenti? A questo scenario va aggiunto un elemento non trascurabile: la dissoluzione della forza d’urto del movimento grillino. C’è un capitale elettorale in uscita dal fallimento della speranza a cinque stelle che la Lega potrebbe drenare a proprio vantaggio.

La sfida, a quel punto, si semplificherebbe agli occhi degli elettori ponendo tutto il vecchio da una parte, che è la stessa che ha gestito malamente la Regione negli ultimi anni, e il nuovo sul versante di un giovane, Edoardo Rixi, che con il passato di abusi consumati dalla cattiva politica, in danno a una terra martoriata oltre misura, non c’entra niente. Berlusconi deve riflettere bene sulle prossime mosse. Salvini, a cui il capo di Forza Italia pensava come a un eccellente apripista per il suo ritorno trionfale alla guida del centrodestra, potrebbe sfuggirgli di mano e prendere il largo senza troppi complimenti.

Per il vecchio leone di Arcore, alle prese con le zuffe quotidiane della sua indisciplinata truppa, sarebbe molto poco onorevole fare la fine dell’asino di Buridano che, posto di fronte al dilemma se scegliere la greppia renziana o quella salviniana, morì di fame per non sapersi decidere.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:08