
L’uscita dal Pd di Sergio Cofferati non si limita a riaprire la questione della possibile scissione della sinistra del partito in polemica e rottura con Matteo Renzi. Costringe il Presidente del Consiglio a rivedere di gran corsa l’impianto di quella legge elettorale che aveva modificato più volte di seguito fino a renderla perfettamente conforme alla sua esigenza di creare le condizioni per dare stabilità al proprio regime personale.
Ora che l’uscita di Cofferati rende concreta la possibilità di una scissione della sinistra tradizionalista, Renzi deve attentamente riflettere sulla convenienza di continuare a mantenere la soglia del 3 per cento nell’ultimissima versione dell’Italicum. Tutti sanno che passare dal limite del 5 richiesto da Forza Italia al 3 è stata una concessione compiuta da Renzi a beneficio del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e dell’Udc di Pier Ferdinando Casini.
Ma adesso che si profila l’eventuale di una scissione di una fetta del Pd che sulla carta potrebbe ragionevolmente raggiungere e superare la soglia del 3 per cento, per il Premier si pone con urgenza il dilemma se spianare la strada agli scissionisti conservando la soglia bassa o se gettare a mare gli alleati di governo rialzando la soglia a quel cinque per cento che Alfano e Casini non potrebbero mai raggiugere e che segnerebbe la scomparsa definitiva del sogno centrista.
E non basta. Perché l’annuncio di Cofferati con la contestuale riapparizione dell’ipotesi scissionista è caduto proprio nel giorno in cui i sondaggi hanno annunciato la discesa del Pd ad una quota di consenso elettorale inferiore al 35 per cento. Il valore di questi sondaggi, ovviamente, è del tutto relativo. Ma Matteo Renzi non può permettersi di ignorare che a mettere insieme l’eventualità di una scissione superiore al 3 per cento, di una discesa del Pd sotto il 35 e di una risalita del centrodestra al 36 per cento, si arriva fatalmente a mettere in discussione l’altro elemento caratterizzate dell’Italicum rappresentato dal premio alla lista (e non alla coalizione) capace di superare il 40 per cento.
Renzi deve necessariamente prendere in considerazione l’eventualità che con l’ultima versione dell’Italicum rischia di ritrovarsi con un partito lontano dal 40 per cento, vicino al 33 di veltroniana memoria e destinato ad esser battuto da una coalizione di centro destra sicuramente ricompattata dalla concreta possibilità di tornare a sconfiggere la sinistra.
Questo significa che l’Italicum si appresta a subire l’ennesima modifica con il ritorno non solo al quorum del cinque per cento ma anche al premio di maggioranza per la coalizione vincente ? Tutto è possibile. Anche alla vigilia del voto per il Quirinale!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:18