
Massimiliano Latorre, il marò sequestrato dalle autorità indiane, sta male. L’ischemia che lo ha colpito lo scorso 31 agosto ne ha segnato profondamente la salute fisica e psichica. Per questo motivo i suoi legali hanno chiesto alla Suprema Corte di New Delhi che gli venga concessa l’autorizzazione a rientrare in patria. Per i medici italiani che lo hanno visitato Massimiliano ha bisogno di ritrovare, tra i suoi affetti, un po’ di quella serenità interiore perduta, eppure indispensabile per ottenere una piena guarigione.
Le autorità indiane, benché fingano di tentennare sulla richiesta, daranno il via libera al suo temporaneo rientro in Italia. Lo faranno perché desiderano liberarsi dall’imbarazzo che, in ambito internazionale, potrebbe procurargli l’eventuale aggravarsi delle sue condizioni di salute. Lo faranno sbandierando ai quattro venti il loro fasullo “senso di umanità”. Se cosi fosse a chi vorrebbero farlo credere? Altro che spirito umanitario! Gli indiani stanno per l’ennesima volta giocando sporco sulla pelle dei nostri malcapitati ragazzi. Avevano bisogno di un pretesto per tirare in lungo quella farsa che chiamano processo. L’hanno trovato. La malattia di Latorre è l’alibi perfetto. Consentendogli il momentaneo rimpatrio il processo- farsa verrà sospeso. Cosicché a più di due anni e mezzo dall’arbitrario arresto dei marò, la giustizia indiana potrà prendersi ancora tanto altro tempo prima di pronunciarsi sulla formulazione dei capi d’accusa.
Una situazione allucinante. Il colmo è che Palazzo Chigi vorrebbe spacciare il ritorno di Latorre come una sua grande vittoria diplomatica. E’ pur vero che quelli della premiata ditta “Matteo Renzi & co.” sono venditori di fumo professionisti, tutte chiacchiere e niente fatti, ma, questa volta, non ci provino a fare il gioco delle tre carte con i nostri ragazzi. E’ stata un’idiozia assoluta quella pronunciata dalla nostra ministra degli esteri, Federica Mogherini, quando ha candidamente ammesso: “il malore di Latorre cambia la situazione”. Come a dire” fortuna che ha avuto un coccolone, altrimenti non sarebbe cambiato nulla”. Se questa è la nostra politica estera, siamo proprio alla frutta. Tra noi italiani, però, non raccontiamoci storie. Che si abbia l’onestà di presentare le cose per come sono realmente.
Stiamo subendo un’altra umiliazione dal governo indiano ma siamo costretti a tacere per il bene di Massimiliano, già tanto provato da tutta la vicenda. Lui a giorni sarà in Italia. Non sarà per sempre. Prima o poi dovrà fare rientro in India dove lo attende, non lo dimentichiamo, l’altro marò sequestrato, Salvatore Girone. Nessuno si illuda che questa volta sarà diverso. Come accadde con Monti, se soltanto qualcuno avesse in mente di alzare la cresta proponendo di trattenere Latorre, gli indiani gliela farebbero abbassare immediatamente. Si è capito fin troppo chiaramente che New Delhi vuole spremere fino in fondo i nostri ragazzi. E non ci saranno mediazioni diplomatiche possibili per risolvere questo pasticcio. Vogliamo, a questo punto, soltanto sperare che il nostro governo se ne ricordi nel momento in cui, in Europa, sarà chiamato a decidere sull’accordo di libero scambio commerciale tra la Ue e l’India. Speriamo che almeno in quell’occasione non corrano a calarsi le braghe per la soddisfazione dei nostri partner e di qualche “capitano coraggioso” del piffero che si è sfilato dall’Italia per andare in India a fare profitti a buon mercato.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:23