Lo Spazio Lidu su “L’Opinione”

Nuovi contributi e contenuti in virtù dell’accordo realizzato dal quotidiano “L’Opinione” con la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo che prevede uno spazio settimanale sul nostro giornale on-line dedicato alle attività e approfondimenti a cura della Lidu.

Etica, Globalismo e Diritti

di Roberto Vismara

“Nell’universo dell’utilitarismo [...] un martello vale più di una sinfonia, un coltello più di una poesia, una chiave inglese più di un quadro: perché è facile capire l’efficacia di un utensile mentre è sempre più difficile comprendere a cosa possano servire la musica, la letteratura o l’arte”. Il libro s’intitola “L’utilità dell’inutile” ed è stato scritto da Nuccio Ordine, letterato, filosofo e anche molto di più. Idea portante di tutto il libro, sostenuta da una serie notevole di citazioni illustri, è l’esaltazione del sapere inutile, cioè di quella conoscenza che non è direttamente legata a un’utilità materiale o pratica, a un profitto, ma è invece libera di arricchire il nostro spirito senza vincoli economici o produttivi.

Per crescere e per migliorare l’uomo ha bisogno di coltivare la propria cultura senza doversi preoccupare di mettere necessariamente a frutto quello che ha imparato, ha bisogno di apprendere per il solo gusto di sapere di più, per semplice curiosità. Un lusso, certamente, per il quale innumerevoli persone hanno rinunciato a una vita agiata, apprezzata pubblicamente, e invece hanno perseguito un obiettivo a loro parere più alto: una certa forma di sviluppo e di perfezionamento.

Non si rimette in moto l’economia se la gente non ha la possibilità di spendere per l’acquisto di beni e servizi; quando la domanda si contrae e diminuiscono le vendite, le fabbriche devono ridurre la produzione e possono trovarsi nella necessità di ridurre il personale. Chi perde il lavoro (e non sono solo gli operai, ma anche i settori della distribuzione, del commercio, ecc.) vede ridursi le possibilità di spesa, e deve contrarre i consumi, proseguendo nel circolo vizioso.

Ma diminuendo il flusso di produzione e commercio, anche i profitti calano, e quindi il gettito delle tasse; lo Stato vede diminuire le sue risorse, e deve quindi ridurre i servizi che eroga alla popolazione, che quindi diventa sempre più povera, riduce ulteriormente i propri consumi e non può più far fronte ai propri debiti con le banche (mutui, prestiti) e pagare le utenze (elettricità, gas, acqua potabile) gli affitti, ecc. Questo fatto trasmette, come un contagio, la crisi a sempre nuovi settori (credito, energia, servizi).

In un illusorio tentativo di riequilibrare entrate ed uscite, i servizi pubblici aumentano le tariffe, introducono tickets, riducono il personale; chi non può pagare i tickets riduce il ricorso alla sanità, e quindi si ammala più spesso, giunge alla diagnosi più tardi, ha conseguenze più gravi ed aumenta i costi... Un circolo vizioso infernale; si potrebbe continuare, ma per il momento ci fermiamo qui. Quale provvedimenti prendere per riavviare il volano della produzione e del consumo? Le cosiddette “Grandi opere” sono efficaci in tal senso? (o servono prevalentemente a distribuire appalti agli amici?).

L’edilizia ed il turismo sono tra le attività a maggior assorbimento di manodopera; ristrutturare gli edifici di proprietà di Stato, Regioni e Comuni (invece di svenderli), le scuole, gli ospedali fatiscenti e le migliaia di edifici pubblici non manutenuti da decenni, dando una casa popolare a chi ha più bisogno; riattivare e potenziare l’offerta turistica, valorizzando il più importante patrimonio del Paese (il nostro petrolio!), arte, cultura, paesaggio; e voglio metterci anche la messa in sicurezza del territorio ed il sostegno ad un’altra ricchezza nazionale, l’agroalimentare migliore del mondo che stiamo svendendo ai vari “furbacchioni” europei... Non sarebbe un programma di governo da sostenere? C’è qualcuno che lo propone? Mi piacerebbe saperlo!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:21