
Il salto di violenza negli insulti contro il Presidente della Repubblica da parte del Movimento Cinque Stelle non è il frutto di un semplice vuoto di pensiero. I grillini un pensiero ce l’hanno ed è fin troppo meditato e radicato. Si tratta della paura, questa sì boia, di essere le vittime predestinate della ormai quasi certa riforma elettorale. La loro preoccupazione non è affatto infondata. Per la semplice ragione che l’obiettivo dichiarato della nuova legge elettorale concordata da Renzi e Berlusconi è di riportare in uno schema bipolare il quadro tripolare uscito dalle ultime elezioni.
E poiché il terzo polo che i leader del Partito Democratico e di Forza Italia vorrebbero eliminare è rappresentato proprio dal Movimento Cinque Stelle, ecco spiegato l’assalto dei grillini al Capo dello Stato da loro considerato il promotore ed il garante della futura riforma elettorale bipolare. Non c’è da stupirsi, allora, se Grillo alza i toni e se i suoi parlamentari scendono nel turpiloquio nell’attaccare Giorgio Napolitano. Sono convinti che l’effetto principale della nuova legge elettorale sia la loro pelle. E si battono con ogni mezzo, anche e soprattutto quello di attaccare il Quirinale per far saltare l’intesa Renzi-Berlusconi e andare ad elezioni anticipate con il salvifico proporzionale disegnato dalla Corte Costituzionale, pur di non fare la fine del vaso di coccio tra quelli di ferro. In apparenza il loro atteggiamento è comprensibile.
Ma non è affatto giustificabile. E non solo perché comprendere non significa giustificare ma, soprattutto, perché la decisione di Renzi e di Berlusconi di tornare al sistema bipolare è dipesa dalla scelta del Movimento Cinque Stelle di non accettare la trasformazione del quadro tripolare uscito dalle ultime elezioni in un sistema politico formato da tre forze principali. I grillini si sono sempre posti come forza antisistema. Non solo quello bipolare ma anche quello segnato da più poli. Hanno sempre rifiutato di contaminarsi con ognuna delle altre forze presenti nel Parlamento, anche quelle minori e diverse dal Pd e da Forza Italia. E, anzi, hanno sempre cercato di usare le aule parlamentari per presentarsi all’opinione pubblica del Paese come l’unico movimento deciso a spazzare via la vecchia politica e il vecchio Parlamento.
Di fatto, quindi, sono loro, con la scelta antisistema, ad aver imposto il ritorno al bipolarismo. Tanto più che, proponendo come sistema alternativo a quello bipolare o tripolare una democrazia diretta assolutamente irrealizzabile , hanno reso obbligatorio il comportamento di Pd e Forza Italia e si sono scavati la fossa da soli. I loro insulti, quindi, non rappresentano una assenza di pensiero ma sono un urlo di impotenza. Che, però, può fare dei guasti. Non solo nell’alimentare un clima di tensione in un Paese pervaso da fortissime tensioni sociali che ancora non sfociano e dilagano sul terreno politico.
Ma anche nel creare ostacoli ed intralci ad un percorso di riforme che non ha come avversari solo i grillini antisistema, ma anche i nostalgici del vecchio proporzionalismo della Prima Repubblica. Attenzione, allora, perché dietro l’ariete Grillo possono far capolino i “cespugli” delle forze minori. Quelli che a parole si stracciano le vesti in difesa di Napolitano ma, sotto sotto, sperano che i grillini facciano il “lavoro sporco” di una frattura istituzionale destinata a sfociare in un voto anticipato che salverebbe anche la loro pelle!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:27