
Dal 2005 i Barbari sono scesi a Roma? Sì, a quanto pare. Basta leggere le motivazioni integrali della sentenza della Corte Costituzionale, in cui si dichiara l’illegittimità del “Porcellum”. Domanda: se ne sono accorti soltanto ora, e solo grazie all’ostinazione di un “italiano vero”, che ha deciso di sostenere i suoi diritti di cittadino fino in Cassazione? Già, perché in precedenza i Tribunali di prima istanza e, poi, quello d’Appello di Milano gli avevano dato torto, a quel nostro eroe, viste le generose “terga” lombarde dei padri del Porcellum. Leggendo la sentenza, si capisce anche quanto siano approssimativi, un po’ cenciaioli e perfino ridicoli certi commentatori, laici e togati, della politica e dei media. Vediamole in dettaglio queste “bastonature”.
La prima parte dall’osservazione della Corte di Cassazione (che ha adito la Corte Costituzionale), per cui si assegna il premio di maggioranza alla lista vincente, che non abbia conseguito almeno 340 seggi alla Camera, senza - questo è il punto chiave! - subordinarlo (il suddetto premio) al superamento di una soglia minima, determinando così “un’oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica”. Toh, non ce n’eravamo accorti!
A proposito, Presidente Napolitano: come fa a stare in piedi la maggioranza che sostiene il Governo di Enrico Letta se le “Larghe Intese” si sono dissolte con il passaggio all’opposizione di Forza Italia? La stessa Corte di Cassazione, poi, ci ricama un po’ sul citato premio di maggioranza (facile, a posteriori, vedendo come sono andate effettivamente le cose, dal 2005 in poi…), osservando che le coalizioni tra partiti si possono formare in modo strumentale per accedere al premio, e poi disaggregarsi, una volta arrivate ad avere eletti in Parlamento, a discapito della governabilità.
In sostanza, il meccanismo del Porcellum provoca (lett.) “una alterazione degli equilibri istituzionali, tenuto conto che la maggioranza beneficiaria del premio sarebbe in grado di eleggere gli organi di garanzia che, tra l’altro, restano in carica per un tempo più lungo della legislatura” (v. Presidente della Repubblica!). C’è di peggio, però… Così com’è congegnato il Porcellum, una lista scarsamente rappresentativa che dovesse, però, prendere un solo voto di più delle altre, avrebbe diritto ad un abnorme premio di maggioranza, il che, a giudizio della Corte Costituzionale, comporta “un’illimitata compressione della rappresentatività dell’assemblea parlamentare, incompatibile con i principi costituzionali, in base ai quali le assemblee parlamentari sono sedi esclusive della rappresentanza politica nazionale”. Più ovvio di così.
Analoga bastonatura vale per l’assurdo meccanismo che regola l’elezione del Senato della Repubblica, in grado di produrre maggioranze diverse da quelle della Camera, con conseguente ingovernabilità del sistema. Sulle liste bloccate, decise dalle segreterie dei partiti, la censura è altrettanto severa, dato che la scelta dell’elettore (lett.) “si traduce in un voto di preferenza esclusivamente per la lista, che - in quanto presentata in circoscrizioni elettorali molto ampie, come si è rilevato – contiene un numero assai elevato di candidati, che può corrispondere all’intero numero dei seggi assegnati alla circoscrizione, e li rende, di conseguenza, difficilmente conoscibili dall’elettore stesso”.
La Corte Costituzionale, però, è ancora più sottile e osserva come, a causa dell’ordine della lista, potrebbe accadere che l’elettore veda eletti candidati a lui non graditi, mentre quello/i che avrebbe voluto votare resta/no esclusi. A giustificare la reintroduzione della preferenza, nel Porcellum “depurato” (che si configura come un sistema elettorale proporzionale puro), vale l’osservazione dei giudici costituzionali, secondo i quali (lett.): “alla totalità dei parlamentari eletti, senza alcuna eccezione, manca il sostegno dell’indicazione personale dei cittadini, che ferisce la logica della rappresentanza consegnata nella Costituzione”. Ultimo, non meno decisivo affondo all’ignoranza dei nostri commentatori di cose politiche e istituzionali, è l’osservazione (ovvia) che simili sentenze “non” sono retroattive, dato che tale principio vale soltanto per (lett.): “i rapporti tuttora pendenti, con conseguente esclusione di quelli esauriti, i quali rimangono regolati dalla legge dichiarata invalida!”.
Così come non sono caducati gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove consultazioni elettorali! E quindi, la decisione di illegittimità costituzionale (parziale) del Porcellum, per la Corte, “produrrà i suoi effetti esclusivamente in occasione di una nuova consultazione elettorale”, che dovrà svolgersi o secondo le regole contenute nella normativa che resta in vigore, a seguito della decisione della Corte stessa, ovvero secondo la nuova normativa elettorale eventualmente adottata dalle Camere.
“Sindaco d’Italia”, sistema spagnolo, proporzionale puro con una preferenza, continuano a ballare come pupi siciliani, in uno scenario politico italiano caratterizzato dai frenatori puri (tra i quali si annoverano tutti gli alfaniani e parte della sinistra Pd -uscita sconfitta dal recente congresso del partito - che vogliono arrivare al 2015, mantenendo ben salde le loro ambite poltrone ministeriali), contrapposti ai movimentisti a tutto campo, come Berlusconi e Renzi.
A fare da terzo incomodo, il Movimento Cinque Stelle che, optando per il Porcellum riformato dalla Corte Costituzionale, rende di fatto impossibile qualsiasi intesa con l’uno o l’altro dei principali protagonisti. Come finirà? Male, spero. Renzi, se fosse davvero furbo, dovrebbe spingere fino in fondo il pedale dell’acceleratore,in materia di diritti civili e dell’abolizione della Bossi-Fini, in modo da costringere Alfano a gettare la spugna, obbligando finalmente Napolitano o a dimettersi o a sciogliere le Camere. Chi scommette con me?
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:29