
Naturalmente l'attesa c'era, eccome. Naturalmente da Cruciani&Parenzo ci si aspetta sempre un "di più" degli altri. Naturalmemte questo "di più" ha funzionato alla grande su "La Zanzara", Radio 24 e continuerà a funzionare. In Radio. Naturalmente la Tv è un'altra cosa. Amplifica, enfatizza, esagera, mostra, radicalizza. Il passaggio da Radio a Tv sta tutto qui, dicono. Tutto? Ma no. Prendiamo la vecchia Radio e la vecchia Tv, quella/e di Arbore(e Boncompagni). Arbore faceva tanta radio al punto di stufarsene e di tentare la Tv, quella di Fichera, per intenderci.
Non erano più gli anni del boom, i felici anni '60. C'erano però i grandi partiti, i punti di riferimento, quelli che assicuravano un baricentro alla politica, cioè alla vita collettiva. Il decennio di '70 passò sotto il nome di anni di piombo. Ma la Tv non era plumblea, anzi. E la Tv di Arbore, ma non solo, aveva , al contrario, una leggerezza singolare, un ritmo swing, una marcia per così dire gloriosa, capace cioè di capire una società in tumultuoso cambiamento ma, al tempo stesso, di prenderla in giro, di estrapolarne macchiette(quelle di Verdone e Benigni)) o di inventarne di nuovissime (si pensi alle sorelle Bandiera). La radio continuava la sua corsa ma quella Tv, quella televisione cosiddetta sperimentale, ebbe il sopravvento sulla sorella minore che, nel frattempo, si sminuzzava nelle radioline private, sempre più pimpanti, per non dire di Radio Radicale.
Poi vennero gli '80,e la Tv di Arbore,tipo "Quelli della notte" e "Indietro tutta", segnarono un'epoca. Rimangono fresche, geniali, inventive, allegre, mai stupide e, soprattutto, mai trash. Eccoci dunque, al punctum dolens. Parliamo di "Radio belva" su Rete 4, parliamo di Cruciani e di Parenzo, del duo così atteso: anche da noi. A costo di stonare, diciamo che l'attesa non è andata del tutto delusa, almeno riguardo a due o tre questioni che "Radio Belva", ora sospesa dal megadirettore Crippa (ma non aveva pensato, lui ,a un numero zero?) ha coerentemente riproposto.
Intanto, sul piano del turpiloquio, è chiaro che "Radio Belva" lo presupponeva,almeno nella misura con la quale l'ultimo (sì, c'è stato un primo e un ultimo) Cruciani alla radio l'aveva addirittura teorizzato, consentendo ,tra l'altro e oltre le parolacce, che un prete desse del rimbambito a Napolitano. Nessuna sorpresa, dunque. Giacché lo zoo, peraltro scelto col lanternino, presente in trasmissione, a questo puntava, esplicitamente e con coerenza.
La seconda questione, o riconferma, è la volutamente insistita presa in giro dei politici,con le solite condanne via video e con foto dei dannati (il che, peraltro, contraddistingue persino Del Debbio, costretto a inventarsi , persino su amninsitia&indulto, un beneficio per i soliti indagati in Parlamento, dimenticando le responsabilità della magistratura e depistandoci dall'unica necessità del provvedimento che riguarda l'italico orrore carcerario). L'antipolitica è dunque il vizio assurdo di tanti talk, a parte i maestri Santoro&Travaglio che, al contrario, fanno politica.
Ma l'antipolitica è un arma a doppio taglio,a parte il fatto che , abusandone, rende i talk uno uguale all'altro rischiando di finire tutti in un cono d'ombra da share minimo (si esulta quando sfiorano il 4%,capirai!). Per non dire che oggi, in TV, la realtà di questi politici, da Grillo in giù, supera ogni fantasia da talk, li rende brutte copie. Detto questo, rimane da capire perché due protagonisti come quelli ora sospesi abbiano per dir così esasperato e radicalizzatio i toni, accentuando il grottesco all'inverosimile con fortissime dosi narcisistiche e tradendo, alla fine, una regola base dello spettacolo: se vai oltre, vacci fino in fondo, altrimenti...In realtà, sono spesso rimasti al di qua, nonostante l'llimitatatezza ossimorica e finendo coll'autocensura ,ma in ritardo sul piano ufficiale, che poi conta. Forse volevano riprendere e aggiornare l'Arbore degli '80.
O forse no, ma quella era la strada maestra: l'ironia del divino cazzeggio in diretta, la bella confusione(termine felliniano), il sapore nuovo delle trovate a tormentone (Volante uno...,) l'edonismo reaganiano dell'immenso D'Agostino. Non è una Tv morta, tutt'altro, la si vede ogni notte. E' sempre trendy. Forse, diciamo forse, è morto qualcosa d'altro. Non c'è più una Politica degna di questo nome,sono stati annientati i partiti (grazie anche ai talk show dei '90,vero?) come punti di riferimento,come baricentro del paese collettivo. Anche la Tv necessita di baricentro politico, anche i talk. Via i partiti, le praterie sono state occupate dai talk ora incendiari ora trash, diventando sempre più autoreferenziali. Fino a specchiarsi in sé stessi, come fece Narciso, che poi annegò.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:49