
No, non riusciamo ad essere d'accordo con Grillo nemmeno quando dice cose che ci piacciono. È più forte di noi. Siamo fatti così: faziosamente coerenti col famoso detto "nessuna pietà (politica) per chi strapazza la democrazia, per gli sfascisti". E il numero uno pentastellato la strapazza, la sfascia, ogni giorno.Tuttavia. E tuttavia quando il suo Blog ha violentemte attaccato il Renzi dalla Merkel col bacio alla pantofola, qualcosa ha cominciato a frullarci in testa, non solo o non tanto per quel prosternarsi visualizzato caricaturalmente dal photoshop grillino, ma dall'impressione politica di quella visita, né annunciata né spiegata successivamente, ma lasciata, così, alle postume chiose dei media. Dopo la Merkel ci dovrebbe essere un tour europeo più ampio, ma pare che Letta, ovviamemente seccato per quei giri di valzer, sia intervenuto ponendo paletti e consigliando visite dentro i confini del paese, limitando i danni.
Il punto dolente renziano si è tuttavia svelato proprio in quell'incontro berlinese tenuto nascosto. Tenuto nascosto, soprattutto, circa i discorsi fra i due. Che ha detto il Sindaco fiorentino alla Cancelliera e costei al Sindaco? Che idea dell'Europa ha lui? E lei? Coincidono? Ah,saperlo, come dice il sublime Dagospia. Eppure sarebbe più giusto e leale poter capire che tipo di rapporto con la UE nutre colui che si ritiene il vincitore delle prossime elezioni, e che tanto fa e dice per vincerle a mani basse. Quando le elezioni ci saranno, di certo non subito per lo stop brusco e apodittico del Quirinale, esse avranno per supertema il ruolo del Paese dentro alla Ue. Sappiamo che il governo Letta-Alfano ha le idee chiare: non sono filo Merkel. E ciò è già tanto, se non tutto. Ma i silenzi renziani dopo quell'incontro suggeriscono inquietanti interrogativi, soprattutto dopo l'assalto abortito di frange del Pd con espliciti appoggi di Renzi e dei suoi amici nei giornali, al governo sul "caso kazako". Richiamati duramente da Napolitano al principio di realtà cui si poggia il "suo" governo, i riottosi sono rientrati, per ora. Gli amici di Renzi, mediatici o meno - basta leggere alcuni importanti quotidiani della settimana - sapevano che con le dimissioni di Alfano sarebbe caduta l'intera impalcatura messa in piedi dal Quirinale e al suo inquilino, e solo a lui, affidata fin dagli inizi. Crisi, volevano.
Ma per fare che? Per andare dove? Alle elezioni anticipate? Con questo Porcellum che lascerebbe le cose come stanno? A ottobre la Suprema corte lo farà decadere, il Porcellum, e dunque si vorrebbe votare lo stesso senza un sistema elettorale? Come si fa? Impossibile. Dunque, chi vuole la crisi vuole l'avventura. La danza sul baratro. Cui prodest? E siamo al punto vero. Sbarazzarsi del governo di larghe intese può significare tante cose. La prima che si indebolisca a tal punto il sistema paese dentro l'Ue, da renderlo appetibile ai cosiddetti Poteri Forti. E chi sono i Poteri Forti? Oggi, il primo, il più forte appunto, è la Merkel. Ma un'Italia sempre più fragile uscirebbe dallo schema fino ad ora difeso da Quirinale e Palazzo Chigi per entrare in quello di tutti coloro che non credono più nel nostro recupero, nel rilancio e nella crescita. Una visione legittima, ovviamente, ma che porterebbe inevitabilmente ad un'altra soluzione, ovvero ad una integrazione subalterna dell'Italia in Europa.
Subalterna all'asse franco-tedesco cui si affiderebbero le nostre sorti assai poco magnifiche e men che meno progressive. Sono due visioni completamente opposte,di chi crede nel Paese e di chi non ci crede più. Come il gruppo debenedettiano e a volte lo stesso "Corsera" in piena baillamme azionaria, che sembrano schierati con Renzi il quale è vicino,molto vicino al primo gruppo. Che è, anche, un partito. Da ciò i silenzi renziani. Che, spesso, sono più eloquenti delle tantissime parole, del flusso imponente di interviste. L'ultima a La 7 dove, a proposito dei referendum radicali sulla giustizia, il vero "hic Rhodus hic salta" dell'agenda politica, Renzi ha parlato in puro politichese per dire - e soprattutto non dire - per non schierarsi, proprio come un democristiano d'antan.
Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 15:45