Il paradosso formigoniano

Ha governato bene, sì o no? Ha fatto della Lombarda una regione modello, sì o no? La sanità e l’istruzione sono o non sono il fiore all’occhiello del suo (lungo,lunghissimo...) governo? E qualche anno fa, non fu forse il Celeste a salvare la situazione in Lombardia con le prime crepe di Berlusconi e l’imminente crollo della Milano morattiana?

La riposta a queste domande retoriche è implicita se è vero come è vero che persino i nemici acerrimi non negano i risultati di un’esperienza di governo che dura dal 1995. Una lunga, lunghissima, non estranea, anche, alle ragioni di una crisi che si è accentuata a cominciare dallo scorso anno, quando Formigoni entrò nel mirino mediatico giudiziario per il caso Daccò/Simone. Ma non vi è dubbio alcuno che l’operato formigoniano non può essere archiviato o liquidato senza soffermarci sui risultati davvero eccellenti raggiunti in diversi settori al di là di simpatie e antipatie che pure accompagnano un personaggio come il Celeste, dai più ritenuto di pessimo carattere soltanto perché ha carattere. 

Ma se le cose stanno così, di che stiamo parlando? Se il bilancio è comunque all’attivo, dov’è il problema, al di là delle vicende giudiziarie, soprattutto dell’ultima riguardante Zambetti e le inquietanti infiltrazioni della nuova mafia in Lombardia? Certo,le vittorie elettorali ripetute sul campo, i lunghi anni di governo, la riduzione in un angolo di un’opposizione per di più gravata dalle accuse giudiziarie contro Penati, avversario di Formigoni alle ultime regionali. Questo ed altro ancora hanno emulsionato una sorta di ybris, una speciale arroganza che, in verità, non è mai estranea a quanti detengono troppo a lungo il potere. E Formigioni non è immune da questa speciale sindrome.

Di certo, l’attacco a freddo a Canale 5 domenica scorsa e in diretta di cui Alessio Vinci l’ha gratificato, provocando una rabbiosa reazione in Formigoni, convinto di giocare in casa, ha mostrato al Celeste l’altra faccia del Cavaliere di Mediaset, quella stessa usata venti anni prima con gli amici socialisti e democristiani, agevolando l’onda lunga del giustizialismo alla moda, per catturarare l’audience del pubblico e l’amicizia delle Procure. Bel risultato,venti anni dopo...Ma tant’è.

Il fatto è che da domenica in poi, la giornata della crisi più alta formigoniana, qualcosa è successo e ciò che sembrava irreparabilmente perduto dopo lo sgambetto micidiale leghista è stato preso per i capelli dal Celeste, nonostante le piazze infiammate da una sinistra che sembra ripercorrere le indegne strade delle monetine, con aggressioni allo stesso Formigoni nella sua città d’origine, le occupazioni di piazze e di aule e le solite liturgie agit prop.

È successo, semplicemente, che Formigoni ha riempito il vuoto lasciato da un Pdl lombardo in via di disfacimento, prendendo finalmente l’iniziativa senza aspettare altri aiuti ma, anzi, anticipando eventuali disastri della Lega che il Celeste reputa responsabile di un ribaltone che ha rischiato di annientare in un attimo non solo la figura del governatore ma il risultato di anni e anni di attività, anche con la stessa Lega. E il fatto che il pallino sia ritornato nelle mani del presidente-governatore può consentire un’attimo di tregua alla guerra in atto, in cui spicca quella vittoriosa della corazzata scalfariana dopo un anno di una martellante e inesausta campagna delegittimante: chapeau!

Il Celeste può ora continuare a dare le carte, andare alle elezioni con una giunta diversa e più snella,minacciare i leghisti infidi e vagamente autolesionisti e costringere le opposizioni a misurarsi nei tempi ristretti senza farsi rosolare a fuoco lento e, soprattutto, preparando un suo successore che, oggi come oggi, è Gabriele Albertini.

Non è poco. Anche se non è molto rispetto alla impressionante character assassination mediatico giudiziaria che ha pesato, pesa e peserà sul bilancio complessivo della lunga parabola formigoniana. È il cosiddetto paradosso del Celeste. Perchè il pericolo di buttare via il bambino con l’acqua sporca è sempre dietro l’angolo.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:05