La crisi irreversibile del sistema Italia

Tanto vale dire le cose come stanno: ciò che resta della vittoriosa armata del Pdl 2008 è un cumulo di macerie. La sconfitta simultanea di Berlusconi e di Bossi è, di per sè, una narrazione emblematica del tramoto di un'epoca, di una stagione ventennale, magari anche di una epopea.

Ma di tramonto trattasi. Le conseguenze sono a dir poco drammatiche. Prendiamo il Nord: qui l'elettorato non trova più i suoi referenti, e non solo quelli tradizionali di Pdl e Lega ma anche del Pd: una catastrofe. È orfano, immusonito, impoverito, inviperito e, soprattutto, depresso cui si è aggiunto un terremoto flagellante la zona più produttiva europea: il costo sarà quasi un punto in meno di Pil. Perchè così drammatico il panorama? Perchè con Berlusconi è entrato in crisi non soltanto il suo movimento, non soltanto la sua alleanza - peraltro già spezzata dall'inconsulta separazione con Fini - ma l'intero apparato simbolico e strutturale della Seconda repubblica. E non se ne vede, o non se ne vuole, l'uscita con un modello alternativo. È entrato in crisi irreversibile il modello nato nel 1994 sulle ceneri giudiziario-giustizialiste della Prima repubblica, con tutto l'ambaradam ingannevole e pasticciato di un bipolarsimo che ha definitivamente spazzato via le tradizionali, forti, storiche esperienze partitiche.

I governi e i trasformismi che si sono ripetuti hanno confermato l'ingovernabilità del modello ma, persistendovi, le forze politiche ne hanno sancito la dipendenza tossica come fanno i drogati che non possono più fare a meno della dose,semmai l'aumentano. Difatti, l'impasse di oggi sul nuovo sistema elettorale semipresidenziale (avanzato in zona Cesarini) somiglia un po' alle convulsioni del tossicodinedente che finge di volere un antidodo sperando in cuor suo che non glielo concedano per ritornare godurioso alla droga bipolare,ai premi di maggioranza,alle nomine dei deputati e,naturalmente,alla ingovernabilità. Immaginiamoci le conseguenze,nel 2013. Nel frattempo tutte le altre riforme ritardano e quella sul lavoro non è ancora legge definitiva: dopo cinque mesi, capirai! La lettera di quel galantuomo di Schifani cade in questo contesto e rivela  l'angoscia di una consapevolezza senza sconti indicando limiti e pregi,debolezze e torti della leadership berlusconiana. 

Invocando un'operazione verità,non fosse altro che per la gravissima situazione del paese,oltre che del Pdl. Un paese rimasto privo di una ledership carismatica, tempestato dallo spread, un paese deprivato di quegli strumenti insostituibili di democrazia che sono i partiti. Un paese che, di fronte sia alle impossibilità di governare di una maggioranza legittima ma poi vittima di scissioni e di insanabili contraddizioni sia al rifiuto della sinistra alternativa di governare tramite elezioni anticipate,vede il suo destino affidato nelle mani del Quirinale tramite quel governo Monti che è in un'impasse drammatica. Alla crisi generale si sovrappone questa del governo di Supermario. Per il semplice motivo che non è risolvibile.Il governo Monti,non dissimile dalla torre di Pisa che pende che pende e mai casca giù, pende, ma dipende da Napolitano che non lo licenzierà mai: durerà fino al 2013. A meno di qualche gravissimo incidente di percorso, magari giudiziario.

E qui, oltre il terremoto emiliano, imprevedibile, non va mai trascurata l'enorme pentola vieppiù in ebollizione della giustizia all'italiana dentro la quale è finito buon ultimo il Vaticano, cioè la Chiesa, al di là dei gossip, delle lettere segrete e dei maggiordomi infedele: Gotti Tedeschi non è un Pinco Pallino, vero? Nel calderone giudiziario erano intanto finiti anche quelli di Moody's sfiorando il premier (che saggiamente Napolitano ha nominato senatore a vita), e prima ancora una filiera calcistica da leccarsi i baffi e da mettere in crisi la nazionale e il campionato, mentre l'intera politica è sempre sotto schiaffo giudiziario aizzato dalle frenesie squadristico giacobine del grillismo tanto celodurista a parole quanto molliccio nei fatti amministrativi parmensi. Fatto sta che nessuna istituzione è salva dalla mannaia di una giustizia a sua volta divisa il Parlamento, la Chiesa, il Calcio, le banche, la finanza.... Carburante formidabile per l'antipolitica. Ma,forse,ragione di più per richiamamare i politici veri di oggi a quella giustamente chiamata: operazione verità. Vaste programme!

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:32