Corrieristi, per favore, siate seri

Va bene le copie che scendono, il bilancio che traballa, Rutelli che cresce, Della Valle che scalpita, il patto di sindacato che scricchiola, la Fiat che resiste, Bazoli che tentenna e l'incubo che sembra concretizzarsi di dover abbandonare via Solferino e finire in un qualche posto sperduto della periferia milanese. Va bene anche che avere a che fare con Mucchetti e Di Vico che, dopo aver visto Giavazzi, incominciano a rivendicare anche loro un qualche incarico di prestigio nella compagine governativa da parte del rappresentante del "partito del Corriere" a Palazzo Chigi Mario Monti. Insomma, va bene tutto. Nel senso che le attenuanti sono infinite per chi si deve barcamenare ogni giorno nel salotto buono dei padroni, dei lobbisti, dei rampanti devoti e del gruppetto di potere roso da mille diversità ed invidie che si è convinto di avere messo ai propri piedi l'Italia con la benedizione dei poteri forti internazionali.

Ma, santo e benedetto De Bortoli, come si fa a pubblicare il delirio di quel vecchietto svaporato che è diventato nel corso dei decenni quello che era lo scienziato della politica più accreditato nel nostro paese? Si dirà che non si può dire no a Giovanni Sartori. Neppure quando dimentica il pannolone e la fa fuori dal vaso. Perché Sartori è Sartori e la classe non è acqua anche quando di acqua ce n'è stata talmente tanta da aver trasformato un classico in un bollito. Ma ci deve pur essere un limite alla pazienza. E se la classe del bollito si manifesta con un editoriale in cui si sostiene che è meglio avere il potere pieno piuttosto che averlo a metà e che per questo Mario Monti deve andare ad elezione anticipate chiedendo un plebiscito sulla sua persona, allora bisognerebbe dire di no. Anche a costo di dispiacere l'ex scienziato che si atteggia a maledetto toscano nella versione burlesca di Gianni Schicchi.

Dire di no sicuramente costa, pesa. E chi lo sente l'arzillo ed imbufalito Sartori per la mancata apparizione sul giornale della sua pisciatina fuori dal vaso? Ma, come disse Garibaldi a romani che gli chiedevano un discorso dal balcone, caro De Bortoli e cari corrieristi: "Siate seri!". E passi per i protogrillini Rizzo e Stella, per l'interprete autentico del pensiero quirinalesco Breda, per la postina delle Procure Sarzanini, per gli artisti del lobbismo Mucchetti e di Vico, per le foglie di fico Galli della Loggia e Panebianco. 

E passi anche per aver applicato al giornale la linea di stampo staraciano del "Monti ha sempre ragione". Ma quando è troppo è troppo. E se lo scienziato matto stabilisce che è più efficace un governo autoritario piuttosto che uno democratico e teorizza la necessità di un ventennio di pieni poteri a Monti-Salazar per accontentare la comunità internazionale che ci sorveglia e per guarire i mali che ci affliggono, bisogna fare uno stop. Mica per niente! Per evitare che a qualcuno salti in testa di pensare che al Corriere siano usciti tutti di testa e vogliano fare il bis di Albertini, che spianò la strada al ventennio mussoliniano, creando le condizioni per un ventennio montiano. 

Ai "Battaglioni M" abbiamo già dato!

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:07