
Il testo di Enea Franza riguardante le “bolle” è sostanzialmente dedicato a questo fenomeno economico, ma contiene derivazioni psicologiche. Diventa, con la congiunzione, un testo sociologico, dei comportamenti umani nelle relazioni in cui, interessi, illusionismi, capacità seduttiva, sogni a occhi spalancati lasciano il deserto arido, e le speranze depresse sostituiscono il mito. Giacché la bolla è un sogno che dura giorni, mesi, anni, ma, in quanto pallone gonfiato, scoppia. Franza incide questo aspetto del “bollicidio”, l’esplosione dopo l’illusione, perché, non esistesse l’inclinazione alla fantasia del vantaggio ultrareale le bolle in gran misura non sussisterebbero. Insomma, all’avvento di una bolla danno fiato l’illusionista e l’illusionato. Di questa associazione Franza fa narrativa dai secoli che sono passato al presente. Alcuni episodi noti e sbalorditivi: l’incredibile valorizzazione dei tulipani, in Olanda, vennero giudicati preziosissimi da acquistarli a costi sommi da chi seppe venderli. Altro celebre episodio riguarda la speculazione attuata da un economista per altro valente, John Law, il quale concepì la moneta cartacea invece dell’oro dal valore oscillante. Ovviamente vi è tutta la casistica dei fallimenti dei tempi ravvicinatissimi. Remoto, due banchieri toscani, Bardi, Peruzzi, che non ricevono il pagamento del debito dal sovrano inglese e falliscono. Se veniamo al quasi presente i casi della Banca Lehman, del 1929, Merrill Lynch sono cronaca ben conosciuta.
Non mancano i casi italiani. Un imprenditore di merce sportiva, Emanuele Giacomelli, che raggiunge forme di falsificazioni spudorate, mistificazioni, dura, continua e finisce con l’esplodere. Le bolle esplodono: accrescimenti spropositati, ambizioni irrealistiche, ampliamenti visionari, promesse galattiche hanno portato questi imprenditori al fallimento. Conosciuto il trascorso di Calisto Tanzi, patron di Parmalat. In tale vicenda, di mezzo anche la politica, a quanto dice Franza. La politica, infatti, sollecita Tanzi ad acquistare imprese fallite o in fallimento accrescendo penuria da imprese non utilizzabili. Il caso Mediolanum è diverso. Coloro che raccoglievano i risparmi non sempre agivano con informazioni veritiere. La banca reagì restaurando la correttezza del suo personale. Tutt’altro il caso della Banca Etruria, il cui fallimento afflisse molti. Vi è il caso Tiscali, non un fallimento piuttosto una sminuizione. Il Monte dei Paschi fa storia a sé. Di questo e altro molto Franza narra, racconti sulla realtà e si legge con piacere nella lettura ma dispiacere per la gente malconciata e avversione per la nomenclatura dei malfattori. Un mondo di risparmiatori in buona fede che immaginavano guadagni, è il punto essenziale che Franza propone e ripropone. Forse addirittura talvolta l’investitore è complice. In ogni modo è colui che perde. Intendiamoci, spesso anche il truffatore.
Nella conclusione, una scorribanda scientifica. Il fenomeno bolla: vi è un momento di euforia, di entusiasmo, in termini sociologici di “Stato nascente” (Max Weber). Qualcuno promette con poco molto, benessere, sicurezza, rendita senza lavoro, a persone pensionate spesso, anziane, o avventurose le quali vogliono con il denaro non passando, ripeto, dal lavoro. È il momento che di solito tutte queste imprese coltivano e promuovono suggestionando, attraendo, raccogliendo, quasi sempre, direi: sempre, vi è una fase di guadagno effettivo, rassicura l’investitore, finalmente una rendita! Il ballo in maschera comincia magari subito, però in maschera, poi o per avidità dei reggitori, o passi spropositati, o incapacità, o cambiamenti esterni, accade l’insostenibilità della situazione. L’elemento psicologico, i comportamenti delle masse, sono determinanti. Una voce, un dubbio, un’insolvenza, una delusione nelle aspettative possono dare panico, si vuole indietro il denaro, si affollano gli sportelli, se vi sono. Il timore dell’uno diventa terrore dell’altro. Franza annota che i mutamenti non previsti e non prevedibili, il contagio dei risparmiatori ma anche delle imprese, fallimenti contagiosi, hanno consistenza in questa fenomenologia. Si possono evitare le bolle ma Franza non sia ottimista.
Insiste però radicalmente nella sorveglianza e tutela delle imprese e tutela del risparmiatore. In effetti, le scienze sociali non sono come le scienze fisiche, che, ma non vi è concordia universale, stabiliscono certezza le previsioni. Più che procedere con certezza possiamo, dobbiamo sorvegliare che l’andamento dell’impiego monetario abbia correttezza esecutiva. In effetti, ogni volta che scoppiava qualche bolla di grande volumetria insorgeva la richiesta delle vittime e pubblica per una garanzia maggiore. Franza annota gli esempi di rimedi per il futuro a danno avvenuto. Comunque, serve per il futuro. Il che non evita le bolle e non le evita oltre che per l’imprevedibilità delle circostanze, circostanze imprevedibili, per il movente decisivo, insopprimibile: l’uomo ha bisogno di credere che potrà guadagnare senza lavorare, anche senza lavorare, fare denaro con il denaro. E vi sono coloro che consapevoli di questa aspirazione assicurano che faranno ottenere molto denaro con poco denaro. Alcuni riescono. Sanno cogliere i tempi della fuga. Molti strapombiano. Ed Enea Franza racconta. Scientificamente.
(*) Le bolle finanziarie: storia di truffe e di crisi di Enea Franza, Università Internazionale per la pace di Roma, 2024
Aggiornato il 19 febbraio 2025 alle ore 09:29