n. 36 del 9 novembre 2024

Di seguito la trascrizione dell’intera puntata a cura di Sandro Scoppa, conduce Gianfranco Fabi

I saluti più cordiali e ancora un ben ritrovati ai nostri ascoltatori. La stampa ha innanzitutto riportato la nota di Confedilizia, con la quale ha espresso preoccupazione per i drastici tagli delle detrazioni fiscali sugli interventi edilizi previsti nella nuova manovra del Governo. La riduzione delle agevolazioni, ora fissate al 30 pe cento per gli immobili generici e al 36 per cento per le abitazioni principali – ha rilevato il presidente Giorgio Spaziani Testa – limiterà fortemente la programmazione delle attività e potrebbe favorire il lavoro sommerso, con conseguenze negative sulla sicurezza e sulla conservazione del patrimonio immobiliare. Lo stesso presidente ha inoltre evidenziato i rischi di un progressivo degrado degli immobili, e ha criticato l’ipotesi di obblighi di ristrutturazione derivanti da direttive europee come quella sulle “case green”. Sul fronte degli affitti, nella citata nota ha mostrato apprezzamento per il “Piano Casa Italia” ma ha sollecitato anche misure di incentivo per l’affitto a canone concordato, tra cui il dimezzamento dell’Imu.

Altri contributi hanno riguardato la domanda di mutui delle famiglie italiane, che dopo una lunga contrazione dovuta alla stretta della Bce, evidenzia segnali di ripresa, seppure moderati. Al contrario, la domanda di credito delle imprese rimane contenuta, con molte aziende che scelgono di utilizzare risorse interne per fronteggiare i tassi elevati. L’Associazione bancaria italiana segnala un calo dei tassi sui prestiti, con una riduzione di 117 punti base sui mutui e 63 sui prestiti aziendali da ottobre 2023. Le prospettive di crescita economica per l’Italia restano comunque modeste, frenate anche da una continua contrazione del settore manifatturiero.

Gli organi di informazione hanno pure dato spazio alla situazione dei canoni di locazione in Italia i quali, nel mese di ottobre, hanno mostrato una flessione dell’1,6 per cento, con un costo medio di 14 euro al metro quadro, pur mantenendo un incremento del 10,6 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questa contrazione si inserisce in un quadro eterogeneo: alcune città, come Napoli, Firenze, Bologna e Torino, registrano aumenti nei prezzi degli affitti, mentre altri capoluoghi evidenziano diminuzioni.

A livello regionale, la Valle d’Aosta è la più cara con una media di 21,2 euro/m², seguita da Lombardia e Toscana, mentre il Molise risulta l’opzione più economica a 7,2 euro/m². Anche nelle province si osservano oscillazioni significative: Belluno si distingue come la più costosa, mentre Caltanissetta è tra le più economiche. Nonostante il calo complessivo, in molte aree la domanda resta vivace, con 48 capoluoghi su 86 che registrano aumenti rispetto al mese precedente.

Ancora sui media, il calo delle aste immobiliari. Nei primi nove mesi del 2024, le stesse hanno infatti registrato un decremento pari al 26 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023. Il rapporto dell’Osservatorio Brick di Berry Srl rileva che il calo interessa diverse categorie immobiliari, con una base d’asta media stabile a circa 169mila euro. Regionalmente, la Lombardia guida per numero di aste, seguita da Lazio e Sicilia, mentre città come Roma e Milano mostrano tendenze contrastanti. La Sardegna emerge per la base media più elevata, mentre la Calabria e il Molise registrano valori medi inferiori a 100mila euro.

Da segnalare infine gli interventi che hanno riportato gli importanti cambiamenti a partire dal 2025 all’imposta di successione e donazione attraverso il Decreto legislativo 139/2024. Le nuove regole mirano a razionalizzare e semplificare la burocrazia fiscale, mantenendo il riferimento al Testo Unico del 1990 con alcune modifiche, che riguardando aliquote, franchigie e procedure.

Il presente podcast si chiude con il commento di Andrea Mancia, direttore L’Opinione delle Libertà: “Le recenti polemiche su un annuncio di affitto di un monolocale di 8 metri quadri a Bologna per 600 euro al mese hanno riacceso il dibattito sul mercato immobiliare in Italia. Questo episodio, emblema di un sistema che alcuni considerano fuori controllo, ha suscitato reazioni forti da parte dei consumatori e degli operatori del settore. Tuttavia, prima di demonizzare i proprietari o gridare allo scandalo, è essenziale ricordare che in un’economia di mercato i prezzi sono stabiliti dalla legge della domanda e dell’offerta. Il che comporta che il proprietario ha il diritto di fissare il canone che ritiene opportuno, e il potenziale inquilino è libero di accettarlo o meno. Se il prezzo non è considerato conveniente sarà naturalmente destinato a scendere per incontrare la domanda. Pertanto, piuttosto che concentrarsi su singoli annunci, sarebbe più utile analizzare le cause strutturali, come l’elevata pressione fiscale e le rigide regolamentazioni, che spesso costringono i locatori a fissare canoni elevati per coprire le spese, e cercare soluzioni che riducano l’interferenza normativa e fiscale, permettendo al mercato di operare in modo più naturale”.

Aggiornato il 11 novembre 2024 alle ore 11:34