Il libero mercato è la soluzione, non il problema

Dal monopolio alle bollette

Il mercato dell’energia in Italia aveva compiuto un passo fondamentale verso la liberalizzazione già nel 1999 con il Decreto Bersani, ma solo nel 2024 questo processo si è concretizzato pienamente.

Nei primi sei mesi di quest’anno, il 43,6 per cento dei clienti con contratti a prezzo fisso ha optato per soluzioni meno vantaggiose, causando causando aumenti fino al 15 per cento rispetto alle tariffe del regime di mercato precedente, spingendo alcuni a chiedere un ritorno al mercato regolamentato. In questo contesto, è essenziale chiarire, tuttavia, perché questa richiesta sia non solo infondata, ma anche potenzialmente dannosa per i consumatori e per l’intero sistema economico.

La crescita dei costi nel breve periodo è spesso vista come una prova del fallimento della liberalizzazione. Ciononostante, è importante comprendere che questo fenomeno non è qualcosa di isolato, ma una fase naturale che avviene durante questi processi di transizione. Avviene assai frequentemente che, quando un prodotto precedentemente monopolizzato viene liberalizzato, i prezzi inizialmente aumentino. Questo aumento è principalmente dovuto alla scarsa informazione da parte dei consumatori. Nei regimi monopolistici, infatti, le informazioni sono centralizzate e controllate dal monopolio stesso, creando una realtà in cui il cliente è spesso privo di scelte e ‒ soprattutto ‒ consapevolezza.

In un mercato libero, le informazioni diventano accessibili a tutti, ma questo processo di maturazione e responsabilizzazione richiede sempre del tempo.

I consumatori devono imparare a navigare in un panorama di offerte diverse, e questo potrebbe portare, nei primi tempi, a confusione e incertezze. Tuttavia, una volta che la popolazione inizia a informarsi, a esplorare le varie opzioni e a confrontare i fornitori, il mercato si autoregola. Con il passare del tempo, si assiste a una diminuzione dei prezzi e a un miglioramento della qualità del servizio offerto. La competizione tra i fornitori di energia stimola l’innovazione e costringe le aziende a rispettare standard di qualità più elevati, beneficiando così il consumatore finale.

È fondamentale sottolineare che il libero mercato conferisce ai consumatori la sovranità economica, spostando il potere dal produttore al cliente. Questo è un principio cardine dell’economia di mercato: chi acquista ha il diritto di scegliere e di indirizzare il comportamento delle aziende attraverso le proprie decisioni di acquisto. Contrariamente a quanto sostengono i socialisti, nel regime di mercato non è il produttore (o “capitalista”, come si dice ancora oggi) a stabilire gli andamenti, bensì il consumatore. Nelle economie centralizzate, invece, esiste la tendenza a privilegiare né l’uno né l’altro, bensì il distributore, creando così un contesto in cui le pratiche commerciali scorrette possono prosperare.

L’errata percezione che i mercati regolamentati (o come si dice utilizzando un’espressione volutamente fuorviante: “mercati tutelati”) garantiscano prezzi più equi e servizi migliori sembra profondamente radicata nella cultura italiana. Questo atteggiamento spesso si traduce in una resistenza al cambiamento e in una sfiducia nei confronti delle dinamiche di mercato. È essenziale lavorare su questo aspetto culturale, educando i consumatori sui benefici del libero mercato e sulla necessità di essere proattivi nel loro ruolo di acquirenti. Solo attraverso un’adeguata informazione e una maggiore consapevolezza i consumatori possono diventare attori attivi nel mercato, contribuendo a ridurre le pratiche commerciali scorrette.

Per affrontare le problematiche delle pratiche scorrette nel libero mercato, è possibile adottare diverse soluzioni senza ricorrere a regolamentazioni statali, che storicamente hanno sempre mostrato più svantaggi che vantaggi. In primo luogo, è fondamentale promuovere la trasparenza. Le aziende vengono spronate a fornire informazioni chiare e dettagliate sulle proprie offerte, consentendo ai consumatori di effettuare scelte informate.

Un altro aspetto importante è il rafforzamento della concorrenza. Un mercato libero richiede un numero sufficiente di attori affinché la competizione possa esistere realmente. In tal senso, è essenziale incoraggiare l’entrata di nuove aziende nel mercato, supportando l’innovazione e la diversificazione delle offerte. Le associazioni di consumatori possono giocare un ruolo fondamentale nel monitorare il mercato e nel segnalare pratiche scorrette, fungendo da intermediari tra i consumatori e i fornitori.

Infine, è importante riconoscere che la regolamentazione statale, sebbene possa sembrare una soluzione immediata, tende a soffocare l’innovazione e a creare inefficienze. I vincoli burocratici e le norme eccessive spesso portano a un aumento dei costi operativi per le aziende, che si traduce in bollette più alte per i consumatori. La risposta a una crisi di mercato non dovrebbe mai essere quella di tornare indietro, ma piuttosto quella di migliorare e rafforzare il sistema esistente.

Difendere il libero mercato dell’energia in Italia significa credere nella capacità dei consumatori di informarsi e di prendere decisioni consapevoli. Significa anche riconoscere che l’informazione, la trasparenza e la concorrenza sono le chiavi per garantire un sistema energetico efficiente e sostenibile.

È un percorso che richiede pazienza e determinazione, ma i benefici a lungo termine per i cittadini e l’economia italiana sono innegabili. Scegliamo, dunque, di abbracciare il futuro e di non cedere alla tentazione di un passato regolamentato e... statico.

Aggiornato il 24 ottobre 2024 alle ore 10:23