Approvata dalle authority nazionali dei 27 Paesi dell’Unione europea la fusione tra le due compagnie. L’operazione porterà gradualmente Ita Airways sotto il controllo di Lufthansa. Come scrive Il Sole 24 Ore, il colosso dei cieli tedesco acquisirà dall’azionista Mef una quota del 41 per cento di Ita attraverso un aumento di capitale di 325 milioni di euro, per poi salire in una seconda fase – entro il 2033 – dal 100 per cento della newco sorta dalle ceneri di Alitalia per un investimento totale di 829 milioni. Esulta il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: ‘‘Oggi chiudiamo positivamente una storica e annosa vicenda, quella del vettore nazionale e poi Ita”. È stato un percorso travagliato e difficile” ma “è un grande successo italiano, tedesco ed europeo”, aggiunge. “La vicenda degli aiuti di Stato si riferisce ad Alitalia. Ita nasce per mettere fine agli aiuti di Stato e questo è un altro grande risultato, perché Ita e Lufthansa non avranno più bisogno di aiuti di Stato, non avranno più problemi di questo tipo che si riferiscono al passato. Da contribuente italiano la cosa che più mi aggrada è che lo Stato e gli italiani non metteranno miliardi per coprire le perdite di Ita”. Giorgetti sottolinea come, questa settimana, l’Italia sia “diventata oggetto di attenzione dei mercati finanziari’, prima con Tim e oggi con Lufthansa’’. Il ministro sostiene che ‘‘Roma diventerà l’hub di riferimento per Usa e Africa’’.
La Commissione europea annuncia il via libera attraverso una nota molto scarna. Contrariamente a quanto accade di solito per casi simili, non sono disponibili le Q&A. I rimedi offerti, conferma l’esecutivo Ue, riguardano anzitutto le rotte a corto raggio da Roma e Milano e “alcuni aeroporti dell’Europa Centrale”. Come anticipato, Lufthansa e il Mef renderanno disponibili a due compagnie aeree concorrenti gli asset necessari ad avviare collegamenti non-stop su queste rotte. Sulle rotte a lungo raggio che destano preoccupazioni per la concorrenza, cioè quelle verso il America del Nord, la compagnia prenderà accordi con i concorrenti per consentire loro di offrire voli alternativi sulle medesime rotte, per esempio tramite accordi di linea o scambi. Si tratta dei lunghi voli da Fiumicino con destinazione Chicago, Washington, San Francisco e Toronto, al centro di un braccio di ferro risolto in extremis. In sostanza il patto prevede l’ingresso di una concorrente di Ita-Lufthansa capace di offrire voli diretti o, in alternativa, di due di vettori già presenti – come le rivali Air France, Iberia, British Airlines, Klm o Tap – che potranno operare collegamenti con uno scalo nei loro hub europei. Garantendo però prezzi competitivi e che il viaggio non abbia una durata totale superiore alle tre ore rispetto alle traversate dirette.
Per Milano Linate, verranno trasferiti degli slot a un concorrente, in quantità tale da consentirgli di formare una base nello scalo e di operare voli diretti verso l’Europa Centrale. Il comunicato contiene almeno un passaggio singolare. Nella valutazione dei rimedi riguardanti le rotte a lungo raggio, si spiega che la Commissione “ha tenuto conto del fatto che il Mef manterrà una partecipazione di controllo in Ita dopo l’operazione e continuerà ad avere incentivi affinché Ita competa contro i partner della joint venture di Lufthansa in America del Nord, almeno fino a quando Ita non sarà integrata nella joint venture”. Secondo la Commissione, dunque, il Mef avrebbe interesse a che Ita, di cui Lufthansa diverrà nel tempo azionista di controllo, facesse concorrenza ai partner del suo azionista di riferimento, destinato ad assumere il controllo della compagnia.
Il ceo di Lufthansa Carsten Spohr, durante la conferenza stampa al Mef, sostiene che “l’Italia sarà meglio connessa. Il “mercato italiano è il più importante, dopo Usa”. A proposito del brand Alitalia afferma che “per ora il focus è far tornare Ita alla profittabilità. Ne parleremo in futuro”. Dal canto suo il presidente di Ita Antonino Turicchi evidenzia come “i remedies non sono un elemento che ostacola crescita, né la possibilità di essere profittevole e non viene compromessa il piano di sviluppo. Le rotte in sovrapposizione non rappresentano neanche l’1 per cento del fatturato e quando ci siamo confrontati sul lungo raggio non si è mai messa in discussione la capacità di crescita” dell’azienda, spiega. “Abbiamo valutato con molta attenzione l’operazione, perché era necessario evitare che i passeggeri finissero per pagare di più o ritrovarsi con servizi di trasporto aereo minori e di qualità inferiore su determinate rotte in entrata e in uscita dall’Italia”, sottolinea la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager. Il pacchetto di rimedi proposto da Lufthansa e dal Mef “risponde pienamente alle nostre preoccupazioni in materia di concorrenza garantendo che rimanga un livello sufficiente di pressione concorrenziale su tutte le rotte pertinenti”.
Aggiornato il 03 luglio 2024 alle ore 17:10