Droni subacquei: il progetto Fincantieri-Saipem

Fincantieri annuncia l’inizio di una collaborazione con Saipem, la società che con Eni cura le infrastrutture energetiche in diverse zone del mondo: gasdotti inshore o offshore, survey per la ricerca di giacimenti, rigassificatori, Gnl e molto altro. Il capitale azionario di Saipem è costituito in maggioranza da Eni e Cassa depositi e prestiti. L’iniziativa, evidentemente, nasce da una richiesta del Governo italiano dovuta ai danni subiti dai cavi internet submarini tra il sud-est asiatico e l’Europa operati dalla tribù degli Houthi, che si è impadronita di gran parte dello Yemen e non è stata sconfitta dall’Arabia Saudita, nonostante anni di guerra. Oggi gli Houthi controllano il traffico navale lungo il Mar Rosso e lo Stretto di Suez, tenendo in scacco la flotta militare internazionale, che cerca di neutralizzare i droni e le armi fornite dall’Iran sciita, allo scopo di destabilizzare l’Islam sunnita e l’Occidente, in combutta con altri regimi dittatoriali.

L’accordo di progetto tra Fincantieri, unico gruppo cantieristico al mondo attivo in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologia, e Saipem, leader nella costruzione di infrastrutture per il settore energetico, è stata siglata con un Memorandum d’intesa, che avvia una fase di studio per la cooperazione nell’ambito di veicoli subacquei autonomi con relativa integrazione con unità di superficie e non. Il Memorandum è stato siglato a Palazzo Marina, sede dello Stato maggiore della Marina militare, ed è un’opportunità per sviluppare le eccellenze nazionali nel settore dell’Underwater militare.

L’intesa può portare a ottime prospettive commerciali per un mercato internazionale sempre più ossessionato dalla necessità di controllare le reti di approvvigionamento e comunicazione, a partire proprio dalle infrastrutture critiche subacquee (ricordiamo l’attacco – con ogni probabilità russo – al gasdotto Nord Stream 2). Le due aziende prevedono l’integrazione tra navi di superficie e sottomarini col programma dei droniHydrone” di Sonsub, il centro di eccellenza di Saipem che realizza tecnologie e soluzioni subacquee.

Saipem è la prima società al mondo ad avere realizzato e commercializzato droni sottomarini residenti autonomi per attività di intervento e ispezione fino a 3mila metri di profondità, progettati e industrializzati fra Marghera e Trieste, attualmente utilizzati da molte compagnie del settore energetico. Fincantieri si è sviluppata grandemente, operando in sinergia sia nel campo della Difesa sia in quello della cantieristica civile. In particolare, il Gruppo ha costruito dal 1929 a oggi ben 180 sommergibili, di cui 105 nel cantiere navale integrato ligure di Riva Trigoso e del Muggiano.

Le Marine militari hanno da tempo privilegiato i sommergibili alle portaerei, considerati più importanti per valutare le capacità di una flotta militare rispetto alle portaerei, molto più individuabili. Finora gli Houthi hanno danneggiato quattro cavi di comunicazione web posati sul fondale nello stretto di Bab al-Mandab, che collega il Mar Rosso al Golfo di Aden e all’Oceano indiano. Il nome Bab al-Mandab è altamente indicativo, dal momento che significa “Porta del pianto funebre”. È un singolare rovesciamento del nome Arabia Felix che, dall’Antica Roma fino a Il fiore delle Mille e una notte di Pier Paolo Pasolini, indicava l’area dello Yemen. Il “pianto funebre” indica probabilmente il lamento delle mogli dei marinai morti nella traversata dall’India verso Occidente, o quello degli schiavi africani, destinati al Medio Oriente da mercanti arabi. Oggi quel nome indica molto bene un contesto non meno complicato da gestire di quello israeliano-palestinese. In realtà, l’oggetto di ogni attacco militare (commerciale) da parte iraniana e russa di questi anni non è Israele ma tutto l’Occidente, e la minaccia non cesserebbe anche dopo una inopinata sconfitta israeliana.

I costi del blocco di Suez ammontano a circa 100 milioni al giorno per la sola Italia (8,8 miliardi tra novembre e gennaio 2024).  Danni anche al nostro export agroalimentare, che verso la sola Cina consistono in quasi 600 milioni di euro all’anno. Molte materie prime e prodotti commerciali sono saliti di prezzo o non arrivano affatto, il che alla lunga potrebbe innescare una nuova spinta inflazionistica. Converrà alzare bandiera bianca – come dice il Papa – contro gli Houthi che, come pirati, alzano la bandiera nera col teschio già rispolverata dalle Ss naziste? Basta un drone per fermare migliaia di navi: la guerra non convenzionale – che è terrorismo di stato in forma meno rozza – è altamente conveniente ed efficace, purtroppo. Secondo l’azienda di telecomunicazioni Hgc, i danneggiamenti ai cavi internet hanno colpito il 25 per cento dei traffici con l’Asia. Si tratta del cavo Aae, lungo 25mila chilometri tra Asia ed Europa (passa per Suez) e del Seacom Tgn Eurasia, che collega l’Africa del Sud con Francia e India. Danneggiati anche altri due cavi.

Aggiornato il 21 marzo 2024 alle ore 09:23