La Cina ha superato il Giappone come esportatore di veicoli al mondo. Secondo i dati diffusi dalla Japan Automobile Manufacturers Association (Jama), l’associazione nipponica dei produttori, Tokyo ha esportato un totale di 4,42 milioni di veicoli lo scorso anno, meno dei 4,91 milioni rivendicati appena pochi giorni fa dall’omologa organizzazione mandarina, la China Association of Automobile Manufacturers (Caam). Il sorpasso è avvenuto in scia alla decisiva spinta in Cina del comparto delle auto elettriche, in forte espansione. L’ufficio doganale cinese ha fissato il numero ancora più alto a 5,22 milioni, un enorme aumento su base annua del 57 per cento, di cui un veicolo su tre è completamente elettrico. A differenza delle loro controparti cinesi, le case automobilistiche giapponesi, inclusa la Toyota, la più grande azienda mondiale per unità vendute, producono tuttavia enormi volumi di veicoli anche in altri Paesi.
Nel 2022, la produzione di veicoli in Giappone, escluse le motociclette, è stata pari a 7,84 milioni di unità, ma la produzione all’estero è stata di quasi 17 milioni di unità. Invece di modelli completamente elettrici, i produttori giapponesi scommettono da tempo sugli ibridi che combinano alimentazione a batteria e motori a combustione interna, un’area di cui sono stati pionieri con veicoli del calibro della Toyota Prius. Nel 2022, solo l’1,7 per cento delle auto vendute in Giappone erano elettriche, rispetto a circa il 15 per cento nell’Europa occidentale, al 5,3 per cento negli Stati Uniti e quasi una su cinque in Cina. Le case automobilistiche giapponesi intendono rafforzare la loro produzione di veicoli elettrici, a partire dalla Toyota che punta a vendere 1,5 milioni di veicoli elettrici all’anno entro il 2026 e 3,5 milioni entro il 2030.
Aggiornato il 31 gennaio 2024 alle ore 16:23