Ieri, 25 gennaio 2024, si è tenuta la prima riunione del board della Banca centrale europea. Come era ampiamente previsto, la Bce ha lasciato invariati i tassi di riferimento: tasso sui depositi al 4 per cento e 4,5 il tasso di rifinanziamento. Per Christine Lagarde è “prematuro discutere di tagli di tassi”. Stretta creditizia che non è servita per ridurre l’inflazione. La decisa discesa dell’indice dei prezzi in Italia e in Europa si è concretizzata grazie alla forte contrazione dei prezzi dell’energia prodotta da fonti fossili quali: petrolio e gas naturale. La feroce restrizione creditizia non ha quindi contribuito alla riduzione della crescita dei prezzi ma ha invece ha causato un significativo rallentamento dell’economia in molti Paesi europei, compresa l’Italia, e alla recessione in nazioni come la Germania e Olanda. Intervenire, già alla prima riunione del 2024, sui tassi d’interesse avrebbe significato per il consiglio direttivo della banca centrale la plastica ammissione degli errori che sono stati commessi dall’istituto di emissione dell’euro negli ultimi 15 mesi. L’anamnesi della motivazione che ha provocato l’esplosione dell’inflazione in Europa è risultata totalmente errata. La cura da cavallo che ne è seguita ha dato il colpo di grazia alla pur fragile crescita economica del Pil nel Vecchio Continente.
Christine Lagarde ha seguito pedissequamente le decisioni di politica monetaria adottate dal presidente della Federal Reserve americana Jerome Powell. Manovra di politica monetaria restrittiva scelta dalla banca centrale americana per curare l’inflazione generata da un eccessivo surriscaldamento dell’economia statunitense. Situazione totalmente diversa in una Europa con una crescita economica asfittica. In sostanza, l’inflazione in Europa era stata causata da fattori esogeni ovvero la crescita impetuosa del prezzo dell’energia da fonti fossili. Prezzi letteralmente esplosi per l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa e il conseguente embargo delle importazioni di gas naturale e petrolio dalla Russia; mentre negli Stati Uniti la crescita dei prezzi era stata generata dalla crescita economica, dal bassissimo livello di disoccupazione e dalla crescita dei salari e degli stipendi. La classica inflazione generata da eccesso di domanda.
Noi, dalle pagine di questo quotidiano, non abbiamo lesinato critiche alla presidente della Bce Christine Lagarde per le modalità di comunicazione e perché abbiamo considerato un grave errore l’aumento repentino dei tassi d’interesse motivati dalla esigenza di contrastare l’inflazione. Non ci ha stupiti il fatto che in un sondaggio riservato, i dipendenti della Bce, compresa la vigilanza bancaria Ssm, hanno sonoramente bocciato l’operato della presidente Lagarde considerandola “non adatta a guidare l’Istituto”. L’Ipso – International and European Public Services Organisation – ha reso noto i risultati del sondaggio condotto su circa 1.100 dipendenti su 5.100 della banca centrale. Per oltre il 50 per cento degli intervistati la presidente della Bce “non è la persona giusta per guidare l’Istituto” perché “fa troppa politica, promuove eccessivamente sé stessa”. Inoltre, dallo stesso sondaggio è emerso che il 59 per cento degli intervistati ha perso fiducia nel Comitato esecutivo. Che i dipendenti della Bce, i quali dovrebbero essere molto qualificati, non abbiano in grande considerazione la Lagarde e che abbiano perso fiducia anche del Comitato esecutivo della banca centrale è un problema serio di credibilità di una delle istituzioni europee più importanti. Lo statuto della Bce prevede che il presidente sia nominato per la durata di 8 anni. Christine Lagarde è in carica da soli 4 anni...
Aggiornato il 26 gennaio 2024 alle ore 11:39