Pnrr, Dombrovskis: “Puntiamo a erogare altri 50 miliardi entro il 2023”

Valdis Dombrovskis annuncia delle importanti novità sulle rate del Pnrr. Il vicepresidente della Commissione europea, in audizione alle commissioni congiunte Affari economici e Bilanci del Parlamento europeo sui programmi di attuazione dei piani di Recovery, ha professato ottimismo. “Compatibilmente con i risultati – ha detto – puntiamo a erogare altri 50 miliardi di euro per i Piani nazionali di ripresa e di resilienza entro l’anno, e porteranno il totale delle erogazioni finora a 200 miliardi di euro”. Sui progressi di attuazione dei piani di Recovery è intervenuto anche Paolo Gentiloni. Secondo il commissario europeo all’Economia, “ci troviamo di fronte a una crescita più lenta, a un’inflazione elevata e al conseguente inasprimento della politica monetaria. Siamo sotto sfida in una corsa globale per le tecnologie green che coinvolge molti attori economici globali. Next Generation Eu è chiaramente uno strumento non solo per riprendersi dalla crisi Covid ma anche per affrontare questa nuova situazione, preservando lo spazio per gli investimenti pubblici e sostenendo la nostra competitività, fino al 2026, nella transizione verde e digitale”.

Gentiloni ha spiegato ancora che “l’attuazione del Recovery è fondamentale anche per riaffermare la nostra più forte determinazione a evitare divergenze economiche, territoriali e sociali all’interno dell’Unione e per promuovere una crescita economica più equilibrata. Ciò è ancora più importante in vista delle elezioni europee. Il Recovery è un test fondamentale per l’unità politica dell’Unione. Il suo successo è nell’interesse comune europeo e dobbiamo lavorare tutti insieme per mantenere la sua promessa”. I 93 di miliardi di euro di Next Generation Eu di prestiti non richiesti dagli Stati membri “non sono un tesoretto che abbiamo pronto, andrebbero raccolti sul mercato. Il punto è che questi 93 miliardi di euro sono vincolati dal Recovery quindi è una discussione che andrebbe discussa nel futuro e certamente non è una soluzione facile”. E ancora: “Non sono soldi pronti e il comportamento lineare da parte della Commissione sarebbe quello di non chiedere sul mercato questi ulteriori prestiti perché non sono stati richiesti dagli Stati membri”.

Aggiornato il 02 novembre 2023 alle ore 15:06