Al peggio non c’è mai fine. Proseguono gli aumenti sulla rete dei carburanti: in base alle stime di Quotidiano Energia, la media nazionale del gasolio sorpassa di poco “la benzina, posizionandosi sopra i 2,3 euro al litro in modalità servito e oltre i 2,2 euro nel self. Salgono anche Gpl e metano auto”. Tra le altre cose, “il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 2,217 euro/litro. Il prezzo medio praticato del diesel self cresce a 2,220 euro/litro (venerdì 2,173). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato schizza a 2,323 euro/litro e il gasolio servito vola a 2,333 euro/litro”.
Coldiretti: effetto valanga sui costi delle imprese
Questo il quadro nello Stivale, dove – come ricordato da Coldiretti – l’85 per cento delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada. Tanto che l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha “un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori, con il rischio di alimentare psicosi, accaparramenti e speculazioni”. Per l’associazione, così, è necessario “intervenire nell’immediato per contenere i costi energetici delle attività produttive e distributive essenziali al Paese, contrastando i fenomeni speculativi chiaramente in atto con lo stop dell’autotrasporto che può provocare danni incalcolabili alla filiera agroalimentare, mettendo a rischio i prodotti più deperibili, dall’ortofrutta al latte, dalla carne al pesce ma anche alimentando una pericolosa psicosi negli acquisti sugli scaffali dei supermercati”.
Ancora Coldiretti: “Per il balzo dei costi energetici l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni, allevamenti e industria di trasformazione nazionale ma anche gli approvvigionamenti alimentari di 5,6 milioni di italiani che si trovano in una situazione di indigenza economica. Il caro gasolio ferma i trattori nelle campagne, spegne le serre di fiori e ortaggi, blocca i pescherecci italiani nei porti, aumentando la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari”.
Pertanto, Coldiretti ricorda che gli agricoltori “sono costretti ad affrontare rincari insostenibili dei prezzi per il gasolio necessario per le attività dei trattori che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina, la concimazione, l’irrigazione che insieme ai rincari di concimi e mangimi spinge quasi un imprenditore su tre (30 per cento) a ridurre la produzione, mentre il prezzo medio del gasolio per la pesca è praticamente raddoppiato (+90 per cento) rispetto allo scorso anno costringendo i pescherecci italiani a navigare in perdita o a tagliare le uscite e favorendo le importazioni di pesce straniero. Una emergenza – termina – proprio alla vigilia delle semine primaverili necessarie all’Italia per garantire la produzione di mais, girasole e soia per l’alimentazione degli animali mentre in autunno le lavorazioni serviranno per il grano duro per la pasta e quello tenero per la panificazione, in una situazione sugli scaffali arrivano i primi razionamenti per le difficoltà all’importazione derivate dalla guerra in Ucraina”.
Aumento dei prezzi: indaga la Procura
Prezzi di gas, energia elettrica e carburanti che continuano a crescere. Sul tema la Procura di Roma apre un fascicolo: un procedimento, questo, che per adesso è contro ignoti, senza indagati e sena ipotesi di reato. Si tratta di un’indagine che, come spiegato, “è volta a verificare le ragioni di tale aumento e individuare eventuali responsabili”. Gli accertamenti, per la cronaca, sono affidati al nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma.
Cingolani: “Una colossale truffa”
“Una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini”. Questa la posizione espressa nei giorni scorsi da Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, ospite di Sky Tg24 Progress: “Stiamo assistendo a un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato, non esiste motivazione tecnica di questi rialzi. Il mercato ha alzato i prezzi in maniera irragionevole e lo stanno pagando le nostre imprese. Se mettiamo un tetto ai prezzi, blocchiamo questa spirale speculativa. Siamo in presenza di una colossale truffa che viene dal nervosismo del mercato”.
Il Belpaese, per Cingolani, “non può cambiare ora il proprio paesaggio energetico, si impiegherebbe troppo tempo: possiamo però sfruttare al massimo i giacimenti di gas già esistenti. Ciò significa 2,5 miliardi di metri cubi di gas in più che possiamo offrire a prezzo controllato alle Pmi energivore. Negli ultimi giorni abbiamo dato in media quasi un miliardo di euro al giorno per l’acquisto di gas, tutta l’Europa alla Russia, forse più del costo della guerra che Putin sta sostenendo. Ed è la dimostrazione evidente che i mercati seguono logiche proprie. Paghiamo errori storici per non aver diversificato la nostra dipendenza energetica”.
Non solo: “L’Italia sta pagando errori storici come Paese per non aver diversificato la nostra produzione energetica. I nostri compagni dell’Ue non si sono fermati come noi a gas e a poche rinnovabili. Anche con una spinta ambientalista falsa abbiamo ridotto la produzione di gas nazionale ma abbiamo continuato a consumarne. Ora dobbiamo diversificare e recuperare rapidamente il terreno perduto prendendo gas da altre regioni. Dopodiché serve una misura drastica”. Con la chiosa: “Sul nucleare c’è stato un referendum e ora non avrebbe senso costruire centrali nucleari in Italia. Quello che dobbiamo fare è prendere l’occasione delle nuove tecnologie, investendo ora in ricerca e sviluppo in modo almeno da preparare il futuro”.
Le parole di Matteo Salvini
“In un momento di tragedia economica l’ultima cosa che possiamo aspettare è l’ok di Bruxelles”. Così Matteo Salvini, che evidenzia: “In settimana la Lega si aspetta che il Governo, come hanno fatto altri in Europa, blocchi per un periodo di tempo le accise e l’Iva su benzina, luce e gas, perché ormai i costi per le famiglie, laboratori e imprese sono insostenibili. Lo strumento lo indichi il Governo: scostamento di bilancio, decreto urgente, qualcuno dice che bisogna aspettare il 31 marzo per il Documento di economia e finanza per avere l’ok di Bruxelles. L’unica cosa che mi rifiuto di aspettare è l’ok di Bruxelles”.
Le proteste
“Nel gennaio del 2021 mettevamo trecento litri di gasolio e pagavamo 410 euro. A gennaio di quest’anno siamo passati a 525 euro. A marzo siamo a 670 euro”. Questa è la testimonianza del Paese reale, ossia di uno degli autotrasportatori in protesta, oggi, al porto di Cagliari per il caro carburante: “Se il prezzo del gasolio sale del 25-30 per cento siamo già sotto. Ora siamo al 55 per cento di aumento e per noi è impossibile andare avanti. Ogni giorno perdiamo 100 euro su un percorso di 300 chilometri. Prendendo come modello un camion che deve fare 10mila chilometri al mese, noi siamo in perdita di 2000 euro al mese. Solo per il gasolio. Tra questo e altri problemi stiamo perdendo 80 euro al giorno”.
L’idea tedesca per tenere il prezzo sotto i 2 euro
Christian Lindner, ministro delle Finanze tedesco, secondo quanto riportato dalla Bild starebbe allestendo uno sconto per la benzina. L’obiettivo è quello di garantire ai consumatori il prezzo sotto i 2 euro. In sostanza, come indicato dal tabloid, chi fa benzina dovrebbe ricevere lo sconto direttamente allo stazionamento, mentre il Governo pagherebbe il resto. Da capire a quanto ammonterà la riduzione del prezzo: in base ai rumors potrebbe attestarsi sui 0,20 cent a litro.
Aggiornato il 14 marzo 2022 alle ore 13:11