Turismo e Made in Italy per la ripartenza economica

Nel corso degli ultimi mesi innumerevoli sono state le analisi svolte e pubblicate sull’impatto economico dell’emergenza sanitaria all’interno della filiera del turismo. Tuttavia, grazie all’innovazione, alla digitalizzazione, alla scoperta delle realtà locali e al focus sulla sostenibilità sembra emergere una nuova visione del turismo adattata alla realtà dei borghi italiani. La pandemia ha rivoluzionato le priorità degli italiani nel pianificare le vacanze e favorito una svolta smart e all’aria aperta che ha cambiato i programmi turistici, con una riscoperta degli itinerari e delle mete esperienziali di prossimità. Una rivoluzione analizzata durante l’importante incontro “Turismo e made in Italy: ‘ricette’ per la ripartenza” che si è svolto, il 27 settembre, in diretta streaming phygital, dalla Residenza Vignale a Milano. L’evento, promosso per celebrare la 42ª Giornata Mondiale del Turismo, è stato organizzato dalla Fondazione UniVerde e Ita0039 - 100 per cento Italian Taste Certification by Asacert, in collaborazione con Coldiretti, Campagna Amica e Rotary Club Passport Innovation con la Main partership di Cobat.

Nel corso della diretta si è svolta la presentazione dell’undicesimo Rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”, realizzato da Noto Sondaggi per la Fondazione UniVerde, con un focus su “Food tourism e tutela dell’Italian taste”. L’indagine ha descritto e riportato le preferenze degli italiani, con il boom del turismo esperienziale legato al food autoctono e alla ricerca delle specialità enogastronomiche dei territori. Un banco di prova anche per testare la ripresa turistica italiana e le scelte country compiute dai viaggiatori, senza dimenticare il tema legato alla tutela del made in Italy dal fenomeno dell’italian sounding. L’enogastronomia nel turismo gioca un ruolo prioritario in un paese come l’Italia, tradizionalmente legato all’arte culinaria, che presenta tante variegate cucine e ricette quante sono le sue regioni, da nord a sud, fino alle isole. Senza considerare che il cibo, la cucina e la convivialità si riconfermano in tutte le epoche driver formidabili nel condurre un turista viaggiatore alla scoperta di un popolo. Dinamiche economiche, culturali e sociali ben analizzate dai lavori degli ultimi anni del Future Food Institute sulla promozione della Dieta Mediterranea. Sostanzialmente, il cibo è associabile al concetto di identità culturale, ma anche all’idea antropologica di interculturalità perché rientra nei processi di familiarizzazione e conoscenza delle culture.

Gli imprenditori italiani dei diversi settori hanno ben compreso come la leva del marketing territoriale e della promozione dei prodotti tramite i canali digitali sia fondamentale per posizionare le città e le piccole realtà e renderle competitive. La ridefinizione degli spazi, dei modelli, dei servizi e della socialità sono centrali in questo processo evolutivo ispirato alle best practice internazionali, per generare investimenti e attrarre ricchezza con il turismo. Ai lavori hanno partecipato Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente Fondazione UniVerde); Fabrizio Capaccioli (Ad Asacert, ideatore del Protocollo Ita0039); Ettore Prandini (Presidente Coldiretti); Giancarlo Morandi (Presidente Cobat), Franco Iseppi (Presidente Touring Club Italiano); Elena dell’Agnese (Vicepresidente International Geographical Union e ordinario di Geografia all’Università degli Studi di Milano-Bicocca); Alex Armillotta (Co-founder & Ceo AWorld); Enrico Derflingher (Presidente Euro-Toques Europa) e Simone Mascagni (Co-founder & Chef Operating Officer Al.ta Cucina). La moderazione è stata curata della giornalista Sara Monaci.

Aggiornato il 28 settembre 2021 alle ore 13:15