L’Europa liberale:   libertà=responsabilità

L’Europa unita è stata costruita male, è stata impostata come si è potuto allora ma ha deviato e si è storta malamente negli ultimi vent’anni dando ad atti e regolamenti il valore di Trattati.

Oggi l’Europa è un mercato comune di ventotto Paesi con diversità strutturali molto profonde: diciannove utilizzano una moneta comune e nove continuano ad usare la propria. Si tratta di un mercato comune che si regge su una specie di Stato fondato su regole scritte dalle burocrazie degli Stati membri insieme all’euroburocrazia ed un Parlamento democraticamente eletto che non ha potere legislativo.

Democrazia, Stato e mercato si strattonano nell’Europa attuale che dovrà cambiare delineandosi e forse scorporandosi, costruendosi e anche distruggendosi come in parte sta già avvenendo oggi. In quale misura potrà ricomporsi l’Europa unita? Quanta democrazia? Quanto Stato? Quanto libero mercato? E che tipo di “credo” la caratterizzerà perché costituisca il blocco di Continente coeso che hanno voluto i Padri fondatori? Un sistema istituzionale complesso che funzioni è in grado di bilanciare e soppesare le “dosi” di volta in volta necessarie dei suoi tre elementi costitutivi: il mercato, lo Stato e la democrazia. Saprà farlo l’Europa, superata la fase ventennale di deviazione errata nell’Europa tedesca? Quanta parte di mercato, quanta di Stati e quanta di democrazia vogliamo nel futuro della nostra Europa continentale, cioè per questo nostro blocco geopolitico che vale e dovrà valere sul mercato economico globale?

L’Europa deve andare nella direzione del liberalismo, deve essere liberale, democratica e capitalista. I Paesi e le persone che comporranno l’Europa politica unita dovranno avere ben chiari, e porli in equilibrio, i valori del mercato, della democrazia e del liberalismo. Bisogna dunque dare con chiarezza e semplicità i contorni del liberalismo in Europa, perché le diverse ideologie che hanno percorso la storia, peraltro fallendo, non hanno reso chiaro (così come non è chiaro tuttora) in cosa consista il liberalismo.

Thomas Stearns Eliot ha scritto che il liberalismo consiste in una possibilità, è cioè una spinta verso qualcosa che solo in un dopo prende e prenderà forma. Ecco le sue parole: “Il liberalismo può concludersi in qualche cosa di assai diverso dal liberalismo stesso, è implicito nella sua natura, poiché esso tende a lasciare sfuggire delle energie piuttosto che ad accumularle, ad allentare piuttosto che a tendere. È un movimento più dichiarato nella sua spinta iniziale che nella meta, che prende l’avvio da qualcosa di definito piuttosto che indirizzarvisi”.

Ecco, è necessario chiarire, sprigionare le forze liberali, quali siano le coordinate del liberalismo della futura Europa politica liberale. Il liberalismo si sostanzia nel desiderio di libertà che ogni individuo ha in sé e che implica la limitazione all’esercizio del potere da parte di chi quel potere detiene ed esercita, anche da parte dell’individuo medesimo, per non danneggiare il prossimo. L’individuo libero desidera un’organizzazione di società in cui la giustizia sociale sia parte delle libertà, ma in equilibrio con tutte le altre libertà, senza che mai e poi mai le scelte collettive prevalgano su quelle individuali. Il welfare o rete di protezione sociale è stato pensato e voluto dallo Stato liberale, accettato dalla democrazia e accolto dal mercato, in un’azione sincrona di mercato, democrazia e Stato, appunto, liberale. Specificamente è stato William Beveridge, liberale inglese, ad ideare il welfare, immaginando di creare la rete di protezione sociale di accompagnamento dei cittadini dalla culla alla tomba.

Come ha sostenuto Friedrich von Hayek, la libertà non è figlia, ma è madre dell’ordine sociale. È cioè la libertà la principale matrice della storia umana. Per il futuro dell’Europa è necessario stigmatizzare e definire bene la concezione del sistema delle libertà e dell’equilibrio tra democrazia, Stato e mercato, cioè tra capitalismo, liberismo e democrazia intorno a cui deve essere costruita l’Europa. È necessario indicare correttamente le basi ed i fondamenti della libertà dell’individuo, richiamando anche le esperienze del passato perché facciano da magistrae vitae, come fa la storia. Ciò per evitare gli errori che hanno portato l’Europa all’attuale situazione, totalmente insoddisfacente.

Grazie alla democrazia ogni persona è libera di perseguire i propri scopi nel rispetto di quelli altrui, lo Stato - che deve essere minimo - tutela le sue libertà, e il libero mercato dispone e dà il metodo con cui gestire razionalmente le risorse, siano esse scarse o illimitate. Gli Stati sono naturalmente portati verso il mercato capitalistico; si guardi ad esempio alla fine della Seconda guerra mondiale quando, cacciate e schiacciate le forze altre e dissolto il comunismo nella sua versione sovietica, essi si sono rimessi a correre sui binari tracciati dal mercato capitalistico, tralasciando la giustizia sociale perché i soldi vanno prima fatti altrimenti non è pensabile alcun welfare. Stati, mercato e democrazia sono una macchina, o meglio sono i gangli della macchina che fa correre, progredire l’uomo, ne alimenta le idee per la vita nuova, migliore. Con le migliaia di disperati che premono alle porte nel tentativo di invadere ed usufruire del sistema europeo, è necessario oggi elencare i valori comuni di libertà, nostri, occidentali, a fronte dei quali non ci si muoverà né sottrarrà. Non si deve indietreggiare in Europa. Valori da difendere, da affermare con forza e davanti ai quali non cedere o arretrare per nessuna ragione. Oggi è necessario arare il terreno e seminare per produrre liberalismo in Europa, humus indispensabile per rivitalizzare il sistema delle nostre comuni libertà, per educare la democrazia di massa ed i comportamenti omologati, per avvantaggiare i nostri giovani d’Occidente nel mondo, consentendo in tal modo la trasformazione delle libertà in metodo e scelta democratica da parte di tutti i cittadini che ne beneficiano ed usufruiranno.

Libertà è responsabilità. Più si è liberi più si è responsabili di ciò che si vuole e si accetta, sia quali libertà individuali sia quali istanze e libertà collettive, della società così come la si è voluta e creata, accettata o subìta.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:28