Banche: un downgrade che arriva da lontano

Non si placano le polemiche dopo la decisione di Moody's, una delle principali agenzie di rating al mondo, di tagliare il rating di 26 istituti di credito italiani. Tra di essi, anche i principali gruppi di credito italiani. Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno visto il proprio rating passare da A2 ad A3, Per Monte dei Paschi di Siena, invece, il declassamento è stato di due gradini, con passaggio da Baa1 a Baa3. Banco Popolare è sceso da Baa2 a Baa3. In totale, Moody's ha ridotto il rating di 10 banche di un gradino, di 8 banche di due, di 6 banche di tre e addirittura di 2 banche di quattro gradini.

Le reazioni, unanimemente negative a caldo, si vanno differenziando. Nella hit-parade dello sdegno occupa ancora il primo posto il leader Udc Pier Ferdinando Casini, che non ha esitato a definire la scelta di Moody's come «un disegno criminale contro l'Italia e contro l'Europa». Un po' più diplomatico il ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti del governo Monti, Corrado Passera, cui sanguina il cuore di banchiere: i giudizi delle società di rating, per lui, «sono eccessivi e quasi favorenti della crisi, con atteggiamenti sbagliati che quasi esasperano il ciclo». 

Molto più sanguigno, nella sua piccata reazione, Giuseppe Mussari, presidente dell'Abi, il sindacato delle banche italiane, secondo il quale il giudizio di Moody's  «è irresponsabile, è un'aggressione». Probabilmente, ritiene molto più attendibile e fondata la sua previsione lanciata il 29 gennaio scorso: «Lo spread tornerà a quota 100-90 come è giusto che sia e come deve essere per i fondamentali del nostro Paese». Infatti…

Fa comunque bene al cuore constatare come il grintoso e decisionista top manager dell'Abi abbia riconquistato spirito e sicurezza di sé, dopo l'altra "aggressione" effettuata il 9 maggio scorso da 147 uomini della Guardia di Finanza che hanno perquisito la sede centrale del Monte dei Paschi di Siena e la stessa l'abitazione privata e l'ufficio senese dell'ex presidente Mussari, che comunque non risulta ancora tra gli indagati. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, le ipotesi di reato alla base delle indagini sono «manipolazione del mercato e ostacolo alle funzioni delle autorità di vigilanza in relazione alle operazioni finanziarie di reperimento delle risorse necessarie all'acquisizione di Banca Antonveneta e ai finanziamenti in essere a favore della Fondazione Monte dei Paschi». Una vicenda che non ha certamente contribuito a lustrare l'immagine - e il rating - del sistema bancario italiano.

Non a caso gli operatori finanziari fanno rilevare che la decisione di Moody's, che suona come una bocciatura nei confronti del mercato bancario e creditizio della Penisola, «giunge al termine di una serie di valutazioni non certo inattese sulla tenuta del sistema nazionale». Malgrado le nuove critiche rivolte alle agenzie di rating internazionali e al loro ruolo sui mercati, gli uomini del "mercato" sostengono come sia «altrettanto indubbio, tuttavia, che le valutazioni di Moody's siano scarsamente contrastabili». E, poi, il giudizio lo hanno dato - e non da oggi - le quotazioni in Borsa delle banche italiane, che negli ultimi anni sono crollate rovinosamente falcidiando la ricchezza nazionale e il risparmio di milioni di risparmiatori. La tabella che abbiamo elaborato parla da sola.

Diventa difficile, allora, buttare nel cestino l'ultimo verdetto di Moody's: «I rating delle banche italiane sono fra i più bassi fra le economie avanzate europee e questo riflette la vulnerabilità degli istituti in un contesto difficile in Italia e in Europa». Gli analisti evidenziano come in Italia la domanda nel breve termine sia in fase di forte riduzione a causa della recessione e delle misure di austerity in corso.

Troppa severità? Manco per niente, assicurano quelli di Moody's: «La portata dei downgrade è stata limitata da alcuni fattori». E spiegano come la scelta sia stata influenzata dalla liquidità offerta dalla Banca Centrale Europea, la quale ha «ridotto significativamente il rischio default nel breve termine».

Ma attenzione: «Le banche italiane - spiega ancora Moody's - sono particolarmente vulnerabili alle condizioni operative avverse, che causeranno probabilmente un ulteriore deterioramento della qualità degli asset, pressione sugli utili e limitato accesso al mercato. Questi rischi sono esacerbati dai timori degli investitori sulla sostenibilità del debito nazionale, il quale contribuito alle critiche condizioni di finanziamento degli istituti di credito». Amen.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 18:22