Visioni. “Murdaugh: Morte in famiglia”, il racconto del delirio dinastico di onnipotenza

Murdaugh: Morte in famiglia (Murdaugh: Death in the Family) è un’avvincente miniserie sulla caduta agli inferi di una potente dinastia di avvocati della Carolina del Sud. Il racconto, creato da Michael D. Fuller ed Erin Lee Carr, si basa sul podcast Murdaugh Murders, firmato dalla giornalista Mandy Matney. La miniserie, prodotta da Ucp, è visibile sulla piattaforma Hulu di Disney+. Gli otto episodi di cui si compone, caricati dal 15 ottobre al 19 novembre 2025, sono diretti da cinque registi: Steven Piet (i primi due e l’ultimo), Ingrid Jungermann (il terzo), Jennifer Lynch (il quarto), Erin Lee Carr (il quinto), Kat Candler (il sesto e il settimo). Jason Clarke e Patricia Arquette, i protagonisti assoluti, figurano al centro di un’opera inquietante che racconta il delirio di onnipotenza e il bisogno d’impunità di una stirpe ricca, corrotta e indolente.

Naturalmente la narrazione della miniserie adotta una visione drammaturgica anziché giornalistica. Il tempo del racconto viene continuamente spostato in avanti e indietro per approfondire, sviluppare e dare credibilità a un percorso di doloroso autoannientamento che si fonda sulla menzogna. Tutto quello che si vede è falso: la tutela della salute, l’amore per i propri cari, la dedizione per il lavoro, la correttezza verso gli altri, siano clienti o colleghi. L’incipit della storia è ambientato nel 2021 a Moselle, una località in cui si trova la tenuta della famiglia Murdaugh. Alex (uno strepitoso Jason Clarke), vicino al canile, rinviene i corpi della moglie Maggie (una dolente Patricia Arquette) e del figlio diciannovenne Paul (un nevrotico Johnny Berchtold). A questo punto, il racconto torna al 2019. Si celebra il compleanno di Randolph (Gerald McRaney), il vecchio capostipite che governa il rinomato studio legale dà lavoro all’intera famiglia. In questo contesto felice si registrano le prima note dissonanti.

Le rappresenta proprio Paul, il figlio minore di Alex. Il giovane, arrogante e avvezzo all’uso di sostanze stupefacenti, si rende protagonista di continue azioni fuori controllo. Una di queste costerà un naufragio in barca e la vita della giovane Mallory Beach (una delicata Madeline Popovich), amica di famiglia. Questo episodio, che rappresenta l’origine del declino familiare, costituisce una prova senza precedenti. Mentre nuovi dettagli imbarazzanti portano alla luce sfide drammatiche, i legami della famiglia con una serie di morti misteriose sollevano numerosi e inquietanti interrogativi. Alex, tra debiti sempre più incontrollabili, tossicodipendenza, tradimenti coniugali, truffe milionarie, sprofonda in una crisi irreversibile che non riesce più ad arginare.

L’uomo, erede designato dello studio legale, è un avvocato che usa il proprio carisma al fine di perpetuare il proprio sfrontato privilegio. Maggie è una donna infelice che prova a dissimulare, in modo maldestro, le angosce cercando di proteggere il nucleo familiare. I figli, Paul e Buster (un amletico Will Harrison) affrontano il retaggio dinastico come un’inevitabile condanna cui devono fare fronte. Paul, caratterizzato come simbolo estremo di irresponsabilità, tuttavia, riesce a riflettere sulla propria condizione di carnefice e vittima. Buster, il primogenito, avverte tutto il peso del nome dei Murdaugh. Randolph è il patriarca fiero e irremovibile. Portatore di una verità esclusivamente a uso e consumo degli interessi familiari. La miniserie, che segue l’arco narrativo classico della tragedia americana, mostra il disfacimento del castello giuridico-finanziario di un gruppo di famiglia in un interno dedito, in ogni sua attività, alla sopraffazione del prossimo.

Aggiornato il 21 novembre 2025 alle ore 18:33