
Ci sono artisti che cantano canzoni. E poi ci sono artisti che, con la loro musica, raccontano la vita, la trasformano in poesia e la consegnano al mondo come un dono prezioso. Ermal Meta appartiene a questa seconda, rara categoria. La sua è una storia di radici profonde e ali spiegate, di dolore trasformato in forza e di parole che diventano un faro nella notte. Un percorso, il suo, che merita di essere raccontato non solo per la sua ascesa artistica, ma per l’intensa umanità che ne traspare.
Dalle montagne d’Albania al mare di Puglia: la nascita di un sognatore
Nato a Fier, in Albania, nel 1981, Ermal Meta porta nel suo nome il significato di “vento di montagna”. Un vento che, a soli 13 anni, lo spingerà insieme alla madre, al fratello e alla sorella verso le coste italiane, a Bari, in cerca di una nuova vita. Un viaggio non da turista, ma da profugo, per sfuggire a un’infanzia segnata dalla figura di un padre violento, una ferita che l’artista ha saputo trasformare in musica, come nella toccante Lettera a mio padre. L’arrivo in Italia rappresenta per il giovane Ermal la perdita di un mondo per la conquista di un altro, un passaggio che lui stesso ha descritto come “perdere la vita che avevo per viverne un’altra”. La musica, ereditata dalla madre violinista, diventa la sua bussola, il linguaggio universale attraverso cui esprimere un mondo interiore ricco e complesso.
I testi: poesie che curano le ferite dell’anima
È impossibile scindere l’uomo dall’artista quando si parla di Ermal Meta. I suoi testi sono un’autobiografia emotiva, un diario a cuore aperto in cui si intrecciano il personale e l’universale. Canzoni come Vietato morire sono un pugno nello stomaco e una carezza all’anima, un inno alla resilienza che nasce dalla sua esperienza di violenza domestica. Il brano, presentato a Sanremo nel 2017, diventa un manifesto contro ogni forma di abuso, un messaggio potentissimo che invita a non arrendersi e a “cambiare le stelle”. Ma la poetica di Meta sa esplorare anche le sfumature più delicate dei sentimenti. In Un milione di cose da dirti canta la complessità e la bellezza dell’amore, mentre in A parte te celebra la persistenza di un legame che va oltre il tempo e lo spazio. Le sue parole hanno il potere di creare immagini vivide, di trasformare il dolore in un’occasione di crescita, come recita uno dei suoi versi più celebri: “Ogni dolore ti è servito, e non lo sai, a costruire il tuo sorriso, quel bel sorriso che adesso hai”.
Messaggi di speranza e impegno civile
La musica di Ermal Meta non è mai fine a sé stessa. È un veicolo di messaggi importanti, un invito alla riflessione e all’empatia. Insieme a Fabrizio Moro, con Non mi avete fatto niente, vincitrice di Sanremo 2018, ha dato voce alla paura e alla rabbia per gli attentati terroristici, trasformandole in un grido di speranza e di non violenza. L’artista albanese naturalizzato italiano si fa portavoce di chi non ha voce, degli “invisibili”, di coloro che lottano quotidianamente. La sua musica è un invito a non restare indifferenti, a “dare agli altri” perché “da soli fa male anche l’aria”. È un richiamo costante alla gentilezza, un valore che, come ha raccontato, ha salvato la sua vita e quella della sua famiglia.
Un artista inedito: l’alchimia di pop e profondità
Cosa rende Ermal Meta un artista così unico nel panorama musicale italiano? È la sua capacità di essere “pop” nel senso più nobile del termine: popolare, capace di arrivare a tutti, ma senza mai banalizzare la complessità delle emozioni. Il suo stile unisce melodie accattivanti a testi di una profondità disarmante, con contaminazioni che spaziano dal rock all’elettronica, fino a richiamare le sonorità balcaniche delle sue origini. Prima di affermarsi come solista, Ermal ha affinato la sua penna scrivendo per alcuni dei più grandi nomi della musica italiana, tra cui Marco Mengoni, Emma e Patty Pravo, dimostrando una versatilità e una sensibilità fuori dal comune. Questa gavetta gli ha permesso di sviluppare uno stile di scrittura inconfondibile, in cui ogni parola è scelta con cura per il suo peso e il suo significato. Ermal Meta è la prova vivente che l’arte può nascere dal dolore, che le ferite possono diventare feritoie da cui far passare la luce. La sua storia e la sua musica sono un inno alla vita, un invito a non smettere mai di sognare e a credere nel potere salvifico della bellezza e delle parole. Un artista da raccontare, ma soprattutto da ascoltare, per ritrovare un pezzo della nostra stessa, fragile e meravigliosa, umanità.
Aggiornato il 08 agosto 2025 alle ore 12:23