
“Chi bussa a quella porta?”. È sempre lui: il destino! Come quello di nascere autistico con ridotte capacità intellettive e di aver, per contro, una sorella minore perfettamente normale, sensibile, affettuosa e responsabile. Tratto da un storia vera (i due fratelli, protagonisti nella vita reale, erano presenti alla conferenza stampa di presentazione del film), Vita da grandi della regista Greta Scarano, in uscita nelle sale italiane dal 3 aprile, ricostruisce le vicende di due sibling, ovvero di una sorella, Irene (Matilda De Angelis), che ha un fratello disabile, Omar (Yuri Tuci), separati nella vita adulta, ma saldamente uniti negli affetti. Mentre lei ha un lavoro creativo discretamente remunerato, e vive le atmosfere classiche di una giovane donna che intende metter su casa con il suo napoletanissimo e simpatico fidanzato Ugo (Adriano Pantaleo), acquistando con un prestito bancario una nuda proprietà, il suo sibling passa i giorni sempre tutti eguali in un villino di famiglia a Rimini, in cui coabita con genitori, nonna e sorella della nonna. E, come in tante situazioni analoghe, a mantenere Omar nello stato infantile di sempre è proprio l’ovattata, apprensiva culla di un ventre materno simbolico e non più giovane, che pensa bene di evitare al figlio delusioni e incomprensioni, seguite da chiusure e depressioni, nel contatto con l’esterno.
Chiudendo, così, il povero Omar in una sorta di prigione affettiva, basata sul quotidiano esercizio della funzione iperprotettiva materna, in cui è vietato uscire da soli, o partecipare a qualsiasi tipo di evento senza la presenza di almeno di uno dei due genitori. Finché un bel giorno Piera (Maria Amelia Monti), la mamma di Irene, dovendo sottoporsi ad alcuni controlli in un centro medico fuori città, accompagnata da suo marito Walter (Paolo Hendel), è costretta a chiedere l’aiuto della figlia Irene per occuparsi di Omar in sua assenza. Incarico solo apparentemente semplice, dato che, a compimento dell’adolescenza di Irene, i due fratelli si erano separati, senza più avere altre esperienze di convivenza. Ovviamente, il primo impatto con l’autismo adulto di suo fratello, ormai quarantenne, è il vederlo ancora confinato nei vecchi schemi infantili di colui che si nasconde dentro l’armadio a persiana, per guardare senza essere visto all’interno della stanza, simbolo classico della chiusura autistica nei confronti del mondo esterno. Rendendosi istintivamente conto che la causa della minorità di Omar risiede proprio nell’iperprotezionismo di Piera, sua madre, a Irene non resta altro che adottare comportamenti perfettamente normali, costringendo Omar a farsi da solo la doccia o il bagno, responsabilizzandolo così ad auto accudirsi e a prendersi carico della propria vita adulta, andando da solo al lavoro o a fare acquisti (con qualche rischio!) al supermercato.
Ma, a sua volta Irene avrà molto da imparare dalla comunità di giovani autistici frequentata da Omar, in cui la terapia di socializzazione e apertura al mondo avviene attraverso la musica contemporanea, di cui il fratello è un appassionato cultore, che sogna di partecipare a una selezione nazionale per giovani talenti musicali. Il film è una continua scoperta del salto di qualità verso la normalizzazione del sibling più debole, accompagnato da dialoghi sempre brillanti tra i due fratelli, con un Omar che non se ne perde una di risposta garbata e ironica alla sorella, mentre Irene pretende da lui comportamenti “normali” e responsabili, assecondandolo nella sua passione viscerale per partecipare a un provino musicale di musica gang-rap. Cosa che sarà coronata da successo nel finale a sorpresa, in cui a far parte della giuria ci sarà nientedimeno che la “comparsata” di Ferzan Özpetek. Bravissima, tra l’altro, la regia nello studio della gestualità spontanea di Omar-Yuri, che fa trasparire la spiritualità intrinseca del personaggio, mentre lo stesso, bravissimo attore autistico (scelto dopo un’estenuante selezione tra mille candidati) racconterà alla stampa della sua crescita e trasformazione positiva tra il “prima” e il “dopo” della sua esperienza come protagonista del film Vita da grandi.
Voto: 7,5/10
Aggiornato il 01 aprile 2025 alle ore 12:28