
Io sono ancora qui di Walter Salles ha vinto l’Oscar per il Miglior film internazionale. Si tratta della prima statuetta conquistata da un lungometraggio prodotto in Brasile. Un successo storico decretato nel corso della 97ª edizione dell’Academy Award, in programma al Dolby Theatre di Hollywood. Oltre a Io sono ancora qui, nel corso degli anni, solo quattro film brasiliani sono stati candidati al Premio Oscar nella categoria Miglior film straniero (dal 2020 denominata Miglior film internazionale): nel 1962, La parola data (O pagador de promessas) di Anselmo Duarte; nel 1996, Il quadriglio (O Quatrilho) di Fábio Barreto; nel 1998, 4 giorni a settembre (O que é isso, companheiro?) di Bruno Barreto; nel 1999, Central do Brasil firmato dallo stesso Walter Salles. Quell’anno il regista brasiliano si vede soffiare la statuetta da La vita è bella, il capolavoro di Roberto Benigni. Io sono ancora qui ha vinto in precedenza il Premio per la Migliore sceneggiatura all’81ª Mostra del cinema di Venezia 2024 e il Golden Globe 2025 alla Migliore attrice in un film drammatico a Fernanda Torres, candidata anche all’Oscar. Io sono ancora qui (Ainda estou aqui) è tratto dal libro di memorie del 2015 Sono ancora qui (La Nuova Frontiera, 2025) di Marcelo Rubens Paiva, sulla scomparsa del padre Rubens Paiva, desaparecido nel 1971, durante la dittatura militare brasiliana. Fernanda Torres interpreta Eunice Facciolla, la moglie di Rubens che, nel corso del suo impegno decennale, farà emergere la verità sulla fine del marito. Il film, dopo l’anteprima mondiale veneziana, è stato distribuito in sala da Bim.
La vittoria dell’Oscar è stata salutata con entusiasmo anche dal Carnevale. Al Sambodromo di Rio de Janeiro il premio all’opera è stato annunciato durante le sfilate delle scuole di samba, e accolto dall’entusiasmo del pubblico. A Salvador è stata la cantante Daniela Mercury a dare la notizia alle decine di migliaia di persone presenti al Bloco Crocodilo, sul lungomare della capitale bahiana, dove ha sfilato un carro con la scritta: “Dittatura mai più”. “Non c’è giorno migliore di una domenica di Carnevale per vincere l’Oscar”, hanno urlato alcuni partecipanti alla sfilata colorata. Sottolineando l’entusiasmo suscitato dal trionfo della cinematografia brasiliana a Los Angeles, il quotidiano O Globo ha titolato: “La casa dove è stato girato il film Io sono ancora qui sarà trasformata in un memoriale”. Infatti, Eduardo Paes, sindaco di Rio de Janeiro, ha annunciato sui social network che il comune acquisterà l’appartamento dove è stato girato il film Io sono ancora qui (nella Zona Sud della città) e lo trasformerà nella Casa del cinema brasiliano. “Abbiamo deciso di acquistare-espropriare e trasformare l’immobile del film”, ha scritto Paes sul suo account ufficiale di X, aggiungendo che il provvedimento sarà “pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Città di Rio”. Il sindaco ha sottolineato che sarà “aperto al pubblico lo spazio che ha ospitato il primo Oscar brasiliano in quasi cento anni di storia del premio. Faremo della casa in cui è stato girato il film un luogo di memoria permanente della storia di Eunice Paiva e della sua famiglia, della democrazia e anche un omaggio alle due grandi donne che oggi rendono orgoglioso il Brasile e gli hanno dato vita: Fernanda Torres e Fernanda Montenegro (le due protagoniste, madre e figlia, del film premiato)”. Secondo quanto anticipato dal sindaco di Rio, il pubblico potrà anche conoscere la storia del Brasile agli Oscar attraverso mostre interattive. Il museo “ospiterà anche la nuova sede della Rio Film Commission, incoraggiando un maggior numero di produzioni cinematografiche brasiliane e di premi internazionali. La Casa del cinema brasiliano sarà pronta a ricevere la nostra prima statuetta, che forse verrà a vivere qui”.
Aggiornato il 04 marzo 2025 alle ore 17:57