Visioni. “Ricomincio da Taaac” omaggia la comicità surreale milanese

Una seconda avventura cinematografica racconta le vicende tragicomiche del Milanese Imbruttito. Tre anni dopo Mollo tutto e apro un chiringuito, Germano Lanzoni torna protagonista di una commedia grottesca: Ricomincio da Taaac. Il lungometraggio vede nuovamente alla regia ben cinque nomi: Ovvero Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Davide Rossi, Andrea Fadenti e Andrea Mazzarella, componenti del gruppo comico conosciuto come Il Terzo Segreto di Satira. Nel film, come nel primo capitolo, figura anche un irresistibile Claudio Bisio, nelle vesti di un capo azienda autoproclamatosi guru ambientalista. Ricomincio da Taaac, dopo l’uscita in sala avvenuta lo scorso settembre, approda su Prime Video. Il Milanese Imbruttito, creato nel 2013 da Marco De Crescenzio, Federico Marisio e Tommaso Pozza, e interpretato con adesione autoironica da Germano Lanzoni, è un personaggio diventato un autentico fenomeno del web. Il suo umorismo è permeato dalla migliore comicità surreale milanese. Memore della lezione di Dario Fo, Enzo Jannacci, Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni, Lanzoni omaggia chiaramente il vanziniano Guido Nicheli. L’eccesso di inglesismi e la religione del lavoro diventano la cifra stilistica di una satira della milanesità che dagli anni Ottanta arriva alla tessuto contemporaneo. Le contraddizioni una metropoli in movimento perpetuo rappresentano il set ideale per raccontare l’ossessione dell’apparenza e del fatturato. Se il primo film era stato ambientato in Sardegna, Ricomincio da Taaac sceglie la city più alla moda, dal Bosco Verticale a Gae Aulenti. Il racconto mette in scena la condizione lavorativa e sentimentale del Signor Imbruttito (un ottimo Lanzoni), in bilico costante tra ufficio e famiglia, composta da Laura (una fascinosa Laura Locatelli) e da suo figlio, il Nano (un simpatico Leonardo Uslengo). Ma quando la sua azienda viene ceduta a una multinazionale americana, l’Imbruttito deve confrontarsi con l’integralismo eccentrico dell’imprenditore Aldo Brusini (un bizzarro Paolo Calabresi). In apparenza, qualunquista, poco sensibile ai temi ambientali e un po’ razzista, l’Imbruttito viene licenziato senza appello.

A quel punto, l’Imbruttita di turno (una brava Brenda Lodigiani) viene scelta come guida dell’azienda. Fantozzianamente umiliato davanti ai colleghi di lavoro, l’Imbruttito si trova senza lavoro, senza famiglia e senza casa. All’improvviso, come in un film di Franck Capra, quando ogni speranza è perduta, ecco apparire in suo soccorso una sorta di angelo custode che veste i panni di un rider, Martin (Maurizio Bousso), che divide un appartamento fuori Milano con Karima (Martina Sammarco), Obi (Tommy Kuti) e Adrian (Tiberio Cosmin). Lasciati alle spalle la boria e la sua tipica arroganza, l’Imbruttito solidarizza con la sua nuova famiglia multietnica. L’obiettivo dichiarato sarà quello di riconquistare il proprio posto di lavoro, l’amore della moglie e l’affetto del figlio. La commedia si segnala positivamente per il buon ritmo narrativo. La sceneggiatura, per quanto metta a dura prova la sospensione dell’incredulità, è piacevole e divertente. Germano Lanzoni riesce a riscattare un personaggio altrimenti insopportabile, grazie a un salto di qualità inaspettato fondato sulla solidarietà e la condivisione. Ricomincio da Taaac ha il merito di raccontare, in maniera disincantata, uno spaccato sociale poco noto e molto dibattuto: l’universo, sottopagato, dei lavoratori che effettuano consegne a domicilio. Emerge una Milano in cui è difficile cercare un lavoro, a causa della grande concorrenza e della limitata offerta; o trovare un’abitazione, a causa degli affitti da capogiro. Una metropoli in cui chi non vive in centro è un Giargiana, una persona non sono originaria di Milano: uno “straniero”. Tra le uniche note negative del film si segnalano i poco memorabili cammei di Licia Colò, Jake La Furia e Francesco Mandelli (improbabile startupper statunitense).

Aggiornato il 31 gennaio 2025 alle ore 19:00