È iniziata la fiera della media e piccola editoria. Più libri più liberi è stata inaugurata oggi, alle 10.30 nella cornice dello spazio Rai della Nuvola all’Eur, tra frotte di giovani studenti, visitatori, professionisti e soprattutto, libri. I saluti istituzionali sono stati inaugurati dalla presidente di Più libri più liberi, Annamaria Malato, che ha esordito con le scuse per aver invitato il filosofo Leonardo Caffo, imputato per maltrattamenti all’ex compagna. Decisione che, vista la dedica della cinque giorni a Giulia Cecchettin, ha fatto scatenare non poche polemiche. “Siamo dispiaciuti di aver ferito le sensibilità”, ha esordito la presidente. Quest’incidente di percorso è costato alla fiera le defezioni di alcuni degli ospiti più in vista, tra cui Zerocalcare e Fumettibrutti. “Crediamo nel valore del dibattito, dell’ascolto civile. Forse non sempre quello che è avvenuto verso Chiara Valerio si è tenuto in questi confini. Noi vorremmo che negli oltre 700 incontri in queste sale si parlasse solo dei grandi protagonisti di questa manifestazione, i libri”, ha sottolineato Malato che ha fatto riferimento alla curatrice del programma della fiera. Le rinunce, fanno sapere gli organizzatori di Più libri più liberi, “sono state 23 su circa 1.200 relatori”.
Oltre al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, all’assessore alla Cultura di Roma Capitale Massimiliano Smeriglio e il presidente dell’Associazione italiana editori Innocenzo Cipolletta, è intervenuto il ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha presentato in esclusiva la sua proposta – ancora in fase embrionale – di un Eurobond per la cultura. “Lavoreremo, abbiamo tutte le migliori intenzioni per rimettere la cultura al centro dell’agenda politica di questo Governo e possibilmente di tutti gli esecutivi europei, però bisogna ragionare in termini continentali, bisogna fare un ragionamento di sistema, bisogna comprendere che nessuno basta a se stesso” ha detto il titolare del Dicastero ai microfoni dello spazio Rai. “Il governatore della Banca d’Italia ieri ha fatto un discorso molto bello in Spagna parlando della necessità di ricominciare a riflettere sull’idea degli Eurobond, cioè della mutualizzazione del debito. Ora io sto lavorando come Ministero della Cultura a una proposta che ho cominciato a condividere in un bilaterale a margine del Consiglio europeo, sulla possibilità, anzi, innanzitutto sulla presa di consapevolezza e di coscienza che l’Europa va incontro, in ogni caso, a una stagione di riarmo, di riarmo militare” ha spiegato il ministro nel suo intervento.
Insomma, chi ci vieta di vincolare i soldi delle generazioni presenti e future per “disinnescare” le armi che inevitabilmente stanno tornano in auge in Europa, con la cultura? Questo è il ragionamento di Giuli, che conclude: “Perché non immaginare che una percentuale dei soldi che noi, i nostri figli e i nostri nipoti, impegneremo per armarci e creare una deterrenza militare non debba essere impegnata affinché le armi di cui ci doteremo non vengano mai usate. E come si fa a proteggerci dalle armi e a non utilizzarle? Attraverso la cultura, attraverso i libri, attraverso il dialogo, attraverso la ricerca condivisa”, ha chiosato il ministro.
Aggiornato il 04 dicembre 2024 alle ore 16:22