I padri spirituali spiegano che un testo sacro e un personaggio sacro si possono riconoscere perché nel tempo la loro rilettura non si esaurisce mai. È quello che accade con Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli, l’opera teatrale di Simone Cristicchi, scritta con Simona Orlando, con canzoni inedite di Cristicchi e Amara, per la regia dello stesso Cristicchi (dal 3 dicembre fino all’8) al Teatro Quirino Vittorio Gassman di Roma. E poi in tournée. Per svelare il lato singolare del santo di Assisi Simone Cristicchi e Amara sono stati protagonisti di una serata al Teatro Artemisio “Gian Maria Volontè” di Velletri, dove, nell’ambito del Ventennale della Libreria Mondadori Bookstore, hanno presentato in coppia i libri Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli e il debutto su carta di Amara con La certezza di essere viva, editi da Baldini+Castoldi. Una serata particolare, condotta dall’amico, Don Luigi, in parole e musica per riflettere sui temi esistenziali di cui i due artisti sono profeti e paladini.
Noto il curriculum di Cristicchi: cantautore, attore e scrittore, nel 2007 vince il 57° Festival di Sanremo con il brano Ti regalerò una rosa, che segna l’inizio di una carriera musicale da solista e in coppia, a cui ha fatto seguito nel 2022 una ricerca teatrale sui temi mistici con Amara. Con la cantautrice ha portato in scena Torneremo ancora. Concerto mistico per Franco Battiato e ora il Franciscus. Non tralasciando la canzone, per cui ha recentemente pubblicato l’album Dalle tenebre alla luce. Amara è lo pseudonimo di Erika Mineo, cantautrice toscana dal timbro inconfondibile, di cui siamo abituati a riconoscere la poetica nei vocali di notissime, da Emma a Ornella Vanoni, soprattutto Fiorella Mannoia, che ha portato il suo brano-inno alla vita, Che sia benedetta, al secondo posto a Sanremo nel 2017, segnando l’inizio di una stretta collaborazione. Ma Amara è anche uno scrigno che si va dischiudendo come accade con questo primo libro, in cui svela la sua varietà artistica e filosofica.
“È un taccuino”, ha minimizzato lei. “Anzi, un vomitapensieri, in cui ho dato ordine alle riflessioni, preghiere, sentenze ma anche freddure, quel magma che natura e vita intrecciano nei rimandi con lo spirituale e il trascendente”. Quindi “amore, fede, speranza, verità, ricerca e terra, fuoco, aria, acqua”, soprattutto “solitudine”. E la solitudine di cui parla Amara si lega perfettamente al Franciscus di Cristicchi, perché in fondo lo stare soli è la via della santità. Non una sacralità irraggiungibile e l’iter solo dei predestinati, ma l’arco esistenziale dell’umano. Qui si inserisce il nuovo Francesco d’Assisi dei cantautori, che non è soltanto il racconto del “celebre poverello” o il “santo dei santi”. Qualcosa di più. “Francesco è il santo cattolico cristiano riconosciuto da quasi tutte le culture e religioni, dal buddismo all’induismo”, ha spiegato Cristicchi. “La sua è la parabola di un ribelle e un rivoluzionario, il ricco di Assisi che si spoglia del superfluo. E questo è un tema attualissimo, che riposiziona la figura carismatica francescana in una fruizione ampia e attuale”.
Oggi ci si sveste per denaro, per consumismo, per mercato carnale, mentre secondo il cantautore la liberazione di Francesco, figlio di un ricco mercante di stoffe, segna una rottura e un modello. Non solo la scelta della povertà e della rinuncia dei beni: “Per fare questo spettacolo mi sono immerso totalmente nella storia e negli scritti”, racconta Cristicchi. “Ho letto decine e decine di testi e per presentare questo aspetto originale ho costruito un personaggio, Cencio, che rappresenta il punto di vista alternativo da cui osservare il Santo”. Dunque sulla scena Simone è tanto Francesco quanto Cencio, lo stracciarolo, quello che raccoglieva i cenci per venderli ai cartai, il vero povero, il rozzo, l’ironico che non capisce la follia del benestante ed esamina i suoi gesti dalla parte della provocazione, dell’infelicità che procura alla madre, Donna Pica, al padre, il furente Pietro di Bernardone, alla sbigottita comunità di Assisi. “Ed è talmente autentico questo aspetto – spiega Cristicchi – che mi sono soffermato sul particolare del rifiuto del fondatore del francescanesimo della sua stessa Regola, che lasciò sbalorditi e confusi i fratelli. Un atto di distacco quasi egoistico, direbbe Cencio. Cioè il Francesco che rifiuta ogni costruzione, che non sia il saio e la solitudine assoluta quale completa libertà”.
Nello spettacolo si cita un aforisma di Rumi, il poeta mistico dell’Islam contemporaneo del frate di Assisi, detto per questo “il san Francesco sufi”, che dice: “Prima ero intelligente e volevo cambiare il mondo, ora sono saggio e voglio cambiare me stesso”. La messa in scena insiste sulle assonanze tra il fenomeno mistico dell’Islam, il Sufismo, e il Francescanesimo, a partire dalla parola suf, la lana della tonaca indossata dai sufi e dai francescani, per arrivare al saluto Salam Aleikum, la pace sia con voi, come radice comune”. Una via della pace o una visione eretica della tradizione? A equilibrare gli aspetti è Amara, che nel suo libro-taccuino offre una versione speciale della solitudine: “Ho molto conosciuto e studiato questa dimensione. La solitudine non è il semplice stare soli, lontani o peggio abbandonati. La solitudine è la misura e il contesto dell’io che si eleva alle sfere più alte nel dialogo sulla vita, sull’essere e sul divenire. È la condizione più pura e stimolante, più ricca e nutriente, il modo spirituale e intimista per stare centrati nell’agire e per gli altri”. Chiamiamola preghiera, ma è quando la vita e i suoi protagonisti diventano incomprensibili, irraggiungibili, acidi e spesso cattivi, che la fede offre il suo mantello e protegge nella sua aurea esclusiva. Quindi la solitudine diventa l’essere preservati. È la solitudine di Francesco patrono, autore del Cantico dei cantici, il Santo dei santi, che offre la sua rivoluzione di nessun tempo, nessun sistema, nessun criterio se non l’uomo, il creato e la natura. È “l’uomo che parlava agli uccelli”, a cui Cristicchi e Amara danno cuore e voce.
(*) Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli di Simone Cristicchi e Simona Orlando, Baldini + Castoldi 2024, 128 pagine, 16 euro
(**) La certezza di essere viva di Amara, Baldini + Castoldi 2024, 208 pagine, 18 euro(***) Al Teatro Quirino di Roma Vittorio Gassman
dal 3 all’8 dicembre
Centro Teatrale Bresciano
Accademia Perduta Romagna Teatri
in collaborazione con Corvino Produzioni
presentano
Simone Cristicchi
Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli
di Simone Cristicchi
Scritto con Simona Orlando
Canzoni inedite di Simone Cristicchi e Amara
musiche e sonorizzazioni Tony Canto
Scenografia Giacomo Andrico
Luci Cesare Agoni
Costumi Rossella Zucchi
Aiuto regia Ariele Vincenti
Regia Simone Cristicchi
Aggiornato il 26 novembre 2024 alle ore 13:19