La genialità artistica e la nevrosi nel libro del premio Nobel Jon Fosse

In un suo saggio George Steiner ha sostenuto che l’essenza dell’opera letteraria deve misurarsi con il mistero del divino e della sofferenza umana. Appartiene a queste opere ambiziose e poeticamente riuscite il libro di Jon Fosse, premio Nobel per la letteratura 2023, intitolato Melancholia. Vol. I-II, pubblicato di recente dalla casa editrice La nave di Teseo. La narrazione, con una scrittura poetica basata sulla paratassi martellante, ricostruisce in modo magistrale la vicenda umana ed intellettuale del grande pittore Norvegese Lars Hertervig.

Il libro si apre con Lars, allievo della accademia di belle arti di Düsseldorf, mentre si trova disteso sul letto della sua stanza presa in affitto. Vive in una casa di proprietà della famiglia Winckelmann e si è invaghito della giovane Helene, una adolescente incantevole e piena di grazia. Lars Hertervig quella mattina di autunno del 1853 non vuole andare ad ascoltare il giudizio del suo maestro di pittura, il grande Hans Gude, che all’accademia di belle arti di Düsseldorf deve valutare e giudicare il quadro che sta dipingendo. Teme che il dipinto che sta componendo non possa piacere al suo maestro e che questo giudizio negativo, espresso da parte di Hans Gude, gli tolga fiducia in se stesso. Mentre è seduto nel letto, ascolta, rapito ed estasiato, la musica che Helene in modo magistrale suona al pianoforte. La ragazza, di cui è innamorato, è stata più volte nella sua stanza, e ponendosi, con i capelli biondi ed ondeggianti sulla sua spalla, di fronte alla finestra, lo ha informato che non può più abitare nella loro casa. Il signor Winckelmann, suo zio, desidera che Lars lasci la stanza e vada a vivere altrove. Lars Herteving ha la mente dominata dalla ossessione per la bella e giovane Helene.

Uscendo dalla casa dei Winckelmann, in cui non può più abitare, decide di recarsi nel caffè Malkasten, luogo di ritrovo di suoi colleghi pittori. Mentre cammina per le strade della città tedesca, ricorda quello che gli disse una volta il suo maestro di pittura Tastad: “tu, che sai dipingere e vedere quello che gli altri non possono vedere e conoscere, dipingerai una porta nel cielo, perché sei capace di raffigurare la luce, ed il mistero da cui proviene”. Lars, ricordando il giudizio del maestro, pensa alle riunioni religiose dei quaccheri a cui partecipava da ragazzo insieme a suo padre. I seguaci di questo culto si riunivano in silenzio in cerchio in una stanza, e allontanando e disperdendo i pensieri, le paure e le ansie, riuscivano a evocare la luce interiore, espressione della spiritualità umana.

Dirigendosi verso il Malkasten, dove si riuniscono i pittori che non stima, Lars pensa che la luce che proviene dagli occhi di Helene lo avvolge di un calore intenso, sicché tutto ciò a cui anelava è stato colmato dalla luce seducente che gli occhi della ragazza emanano in sommo grado. Al caffè, i colleghi pittori, invidiosi per la sua genialità di paesaggista, lo canzonano e lo irridono prendendolo in giro. Esce dal locale, e con l’amarezza nell’animo dovuto alla ingiusta irrisione di cui è vittima, con le valigie in mano, incontra Hans Gude, che lo elogia per il bel quadro che sta dipingendo e che aveva visto all’accademia di Dusseldorf. Lars Hertervig pensa che dovrà ritornare in Norvegia, dove ha intenzione di dipingere i più bei quadri di paesaggi colti nella luce, riproducendo nelle tele il colore cangiante del cielo e quelli multiformi delle nuvole in costante movimento.

Il protagonista, a causa della ossessione sentimentale avuta per la bella Helene,  finisce rinchiuso in manicomio. Il direttore dell’ospedale psichiatrico, il dottor Sandberg, in una conversazione che ha con il pittore, gli suggerisce di liberarsi dalla sua ossessione erotica per ritornare a dipingere. Lars Hertervig, mentre è immerso nel buio del dormitorio del manicomio, pensa alla luce che ha dentro di sé, la luce che si può vedere in cielo, nelle nuvole, “quella luce che vedo e sono capace di dipingere”, pensa Lars insonne, come nessun altro è capace di fare. Nel tardo autunno del 1991 lo scrittore Vidme cammina nel vento, nella piaggia e nella oscurità.

Oggi, Vidme avrebbe dovuto iniziare a scrivere un libro che ha una relazione estetica con un quadro dipinto da Lars Hertervig, intitolato Dall’Isola di Bongoya. L’autore, dopo che era entrato in passato nelle sale della galleria nazionale di Oslo, era rimasto, per ore, estasiato ed incantato a contemplare il quadro di Lars Hertervig, raffigurante in una luce intensa e scintillante l’isola irraggiungibile. A questo ricordo, che riaffiora dal passato della sua vita ripensa Vidme, mentre sta per raggiungere l’abitazione di un sacerdote della chiesa norvegese, in cui vorrebbe rientrare. Lo scrittore incontra nella sua casa Maria, la giovane teologa, membro della chiesa norvegese. In una conversazione che ha con la studiosa, Vidme ammette e riconosce che ha voluto la conversazione ed il dialogo con un esponente della chiesa norvegese, poiché attraverso la sua scrittura, gli è sembrato di avere avuto un lampo, una illuminazione capace di svelare la dimensione misteriosa del divino e l’origine della bellezza descritta nei libri e nei quadri. Per Maria, la salvezza si conquista attraverso la meditazione spirituale con cui è possibile arrivare a comprendere il mistero del divino e della creazione. Tuttavia la religiosa, giovane sacerdote della chiesa norvegese, si accorge che Vidme ha una atteggiamento intellettuale improntato al misticismo, che appare estraneo alla dottrina della chiesa norvegese.

Nella terza parte di questo complesso libro, Oline, la sorella anziana e smemorata di Lars Hertervig, ricorda che suo fratello, il geniale pittore dei paesaggi norvegesi, sovente spariva senza motivi, si abbandonava al pianto e alla malinconia e alla disperazione,  trovando sollievo solo nella pittura. Oline, osserva che il mare ed il cielo, che sono sempre mutevoli e cangianti, capaci di passare dalla luce al buio, aiutano a comprendere il temperamento artistico di Lars Hertervig, il pittore geniale dei paesaggi luminosi e dai colori scintillanti. Un libro geniale e notevole questo di Jon Fosse. Imperdibile.

(*) Melancholia. Vol. I-II, Jon Fosse, La nave di Teseo, collana Oceani, 2023, 448 pagine, 22 euro.

Aggiornato il 20 settembre 2024 alle ore 13:26