Le opere letterarie, che sono espressione della volontà di dare le risposte ai temi fondamentali della vita, nascono e derivano dalla contaminazione tra i vari saperi. Questo è il caso del libro intitolato Canto del buio e della luce, edito da Feltrinelli nella collana I Narratori, di cui è autore lo scrittore Antonio Moresco. La storia trae origine da una immagine estrema, che consente in modo geniale a Moresco, di capire quanta importanza abbia la luce nell’origine della vita umana e in quella della cultura e dei suoi linguaggi. Il mondo, per un evento imprevedibile e incomprensibile, è stato inghiottito dal buio. Il narratore si chiede come farà a raccontare un simile evento, visto che le categorie mentali e culturali sono state inventate grazie alla luce. Infatti, ciò che ha reso possibile la vita umana, il passaggio dalla materia inorganica a quella organica, la stessa nascita della letteratura, non è stato il tempo, ma la luce. Per il matematico Alfio Maria Quarteroni, la luce è una onda elettromagnetica in un certo intervallo di frequenza.
Nella sua formulazione dell’elettromagnetismo James Clerk Maxwell descrive la luce come un’onda di propagazione di campi elettrici e magnetici. Nella narrazione, e questo rappresenta il valore letterario del testo, alla rappresentazione di fatti e personaggi si alternano riflessioni scientifiche, che spiegano i progressi della fisica intorno al rapporto tra la luce e il buio. Compare il primo personaggio, una donna dotata di una rara bellezza, molto corteggiata, che, però, è triste e malinconica, visto che in assenza della luce la sua grazia femminile non può essere contemplata. Subito dopo appare un regista che nella tenebra, in cui il mondo è sprofondato, tenta sul palcoscenico di evocare, con l’aiuto del tecnico delle luci, la simmetria tra il buio e la luce. Il regista Damiano D’Innocenzo osserva che la luce ha reso possibile l’invenzione del cinema, che appare come uno specchio in cui si riflette in modo mirabile la condizione umana. Secondo il fisico Guido Tonelli, l’universo è nato dal buio e dal silenzio. Tutto si è svolto nella oscurità, fino a quando la luce è riuscita a liberarsi dall’abbraccio con la materia.
Questa separazione tra la luce e la materia è avvenuta 380mila anni dopo il Big bang. Secondo le sacre scritture, è stato Dio a separare la luce dalle tenebre durante la creazione dell’universo. A proposito della relazione tra la musica e la luce, il maestro Giuseppe Vessicchio evoca la Harmonia Mundi, la disciplina che nel rispetto delle leggi fisiche governa i legami naturali tra le note musicali. Nel libro il lettore troverà un riferimento alla teoria dei buchi bianchi, su cui il fisico Carlo Rovelli ha scritto libri profondi. La metafora che ha inghiottito il mondo, nel libro di Antonio Moresco, è calzante per descrivere l’orrore della guerra che ancora si ripete nella storia umana. Vladimir Putin, per nascondere le perdite provocate dalla guerra in Ucraina, voluta dal regime a cui è a capo, ha chiesto che i soldati del suo esercito fossero abbandonati nel buio, per nascondere alla popolazione l’entità delle perdite umane. Putin nel libro appare rinchiuso in una capsula di acciaio da cui dirige le operazioni belliche, e riflette sulla differenza tra le democrazie occidentali e le autocrazie, sulla libertà apparente del mondo occidentale, da lui disprezzato, dove il potere è detenuto da uomini dotati di grandi ricchezze ed enormi capacità di influenza.
Senza la luce non sarebbe stato possibile il romanzo, quella forma indefinibile e panica basata sul pensiero in movimento. Come sarebbe stato possibile il romanzo se fosse mancata la luce capace di separare ed evidenziare uomini e cose dalle forme cangianti, e di conferire una parvenza di destino ai personaggi, che hanno un valore archetipo. Nella seconda parte della narrazione, la parte sacrificale così denominata, compare un bambino che nella sua stanza, in preda al terrore, assiste impotente alle violenze perpetrate dal padre nei riguardi della madre. Non potendo sopportare le urla e la concitazione della lite dei suoi genitori, il bambino inizia a vagare per le strade deserte e buie della sua città. Lupe, il filosofo, al cospetto del mondo inghiottito dalle tenebre, osserva che il sapere concettuale è l’espressione della separazione astratta della luce dalla tenebra. Se Dio non avesse separato la luce dalla tenebra, non ci sarebbe stata la filosofia, che si è configurata come la luce della verità raggiunta attraverso il libero esercizio della razionalità umana. In una delle parti più profonde della narrazione, apocalittica e visionaria, il Papa, mentre il mondo è inghiottito dalle tenebre, abbandona il Vaticano e incontra un personaggio misterioso, il San Buio.
Confessando le sue responsabilità, il Papa riconosce di avere incontrato politici corrotti e inconcludenti. Poi, visto che a causa della guerra gli innocenti vengono uccisi, le donne stuprate, i bambini privati del diritto alla speranza, nota al cospetto di San Buio che gli uomini dovrebbero iniziare a piangere, sicché non avrebbero la possibilità di sganciare bombe, guidare aerei, maneggiare armi sofisticate e portare la distruzione e l’orrore della guerra fra gli innocenti indifesi. Nella parte finale della narrazione, definita abissale, Cristo ricompare nel mondo avvolto dall’oscurità e visita le città delle Ucraina in cui è in corso la guerra, come Cherson e Mariupol. Una voce trovandosi al cospetto del figlio di Dio, che avrebbe dovuto redimere e salvare l’umanità dal male, gli chiede, in preda alla disperazione, perché continui ad esserci tutto questo orrore e dolore. Cristo non sa rispondere. Tuttavia nota che l’uomo è dotato del libero arbitrio e sovente non sa indirizzare la propria libertà verso il bene e l’amore dell’umanità. Ricorda che anche lui è stato torturato, inchiodato alla croce e ammazzato. Per Cristo, gli uomini sono così feroci perché non vogliono risorgere e rendere possibile la redenzione. Un libro visionario e metafisico destinato a entrare negli annali della letteratura del nostro Paese.
(*) Canto del buio e della luce di Antonio Moresco, Feltrinelli 2024, Collana I Narratori, 592 pagine, 27,55 euro
Aggiornato il 19 luglio 2024 alle ore 13:05