Entrare in contatto con sé stessi attraverso un libro. Tramite una pagina che, improvvisamente, si apre, ti avvolge come farebbe una nuvola sospinta dal vento. E poi, a partire da quell’istante, pagina dopo pagina, a occhi aperti, percepiamo una strana e graduale adesione a noi stessi. Un’adesione lenta, ma inesorabile. La stranezza ci appartiene, ma noi non siamo la stranezza che percepiamo o che gli altri percepiscono di noi. Perché noi siamo altro. Ed è come se il mare stesse lì. Attraverso la lettura di questo libro, infatti, ci inoltriamo in uno spazio indefinito, in un mare calmo, che ci accoglie, in mare aperto, durante la navigazione. Ed è proprio così, non a caso, che sentiamo di poter accogliere le parole dell’autrice. Ed è sempre così che, in modo personale e originale, individuale e nostro, scopriamo come aderire a noi stessi, a ciò che siamo, ai nostri errori, alle nostre ansie, alle paure, al coraggio che ci portiamo dentro, agli episodi d’una vita che non sono soltanto episodi. Senza giudicare né giudicarci. Andiamo avanti. Questo è fondamentale: senza giudicarci. La domanda è: “Come”?
Ogni parola del libro, lungo il nostro cammino di lettori curiosi, se liberata dal pregiudizio che abbiamo su noi stessi e sulle cose, se liberata dal pregiudizio che abbiamo su di essa, allora la parola del libro diventa un passo verso la consapevolezza, in coscienza, per intuito. La domanda resta: “Come”? Respirando. A questo punto, sospira pure, se vuoi. Ci sta. È quasi liberatorio, il sospiro. Va bene. Aiuta ad espellere l’ansia. Evita il naufragio. Ma respirando come? Bisogna leggere il libro per saperlo. Perché Il diario del respiro di Cristina Scelzo, edito da Mondadori, è un libro che conduce il lettore a “superare l’ansia un esercizio alla volta”. Senza mai salire in cattedra. Ci spiega come, ma siamo noi a condurre il cammino, con i nostri tempi, la nostra sensibilità, il nostro agire, addirittura con le nostre parole, la nostra scrittura. E scrivere ciò che sentiamo.
In altri termini, il libro di Cristina Scelzo è un’adesione sincera alle nostre fragilità e, al medesimo tempo, ai nostri punti di forza. Un’adesione autentica, a occhi aperti, alla lettura che stiamo compiendo in quel preciso momento, “nel qui e ora”. Nel presente. Qui e ora. Quindi, per essere più precisi, il libro è un’adesione al diario che stiamo scrivendo, pagina dopo pagina. Perché Il diario del respiro è sicuramente un diario dell’autrice, ma è anche un diario che noi stessi scriviamo manualmente, che noi stessi andiamo componendo, un esercizio alla volta, con la penna, fisicamente e attraverso il nostro corpo. Del resto, le idee e i pensieri nascono dal corpo. Eppure, il respiro ci porta a svuotare la mente, a liberarci dai pensieri. Con qualche urgenza, ma senza fretta. Sembra un paradosso, ma è così.
“Evolvere richiede una certa fatica”, scrive l’autrice. Infatti, è un libro che aiuta, con qualche fatica, a evolvere interiormente. Non è un libro che porta al successo, ma che aiuta a essere resilienti. Questo accade, durante la lettura, quando chiudiamo gli occhi e sentiamo i nostri pensieri, i nostri battiti, il nostro respiro. Fino a quando anche i nostri pensieri svaniscono e ci sentiamo in armonia con l’insieme. Perché la respirazione è un atto vitale, irrinunciabile, immateriale, eppure corporeo, concreto, quasi fisico. Come l’amore. Come la bellezza. Il diario del respiro è un libro affascinante, travolgente, corsaro. Davvero speciale. Perché? Semplice: perché imparare a respirare è semplice, ma non è facile. Ci sembra banale, lo so, ma non lo è. Perché la magia che il libro di Cristina Scelzo riesce a compiere è ciò che noi diamo per scontato, cioè il respiro. Respirare la vita, però, è diverso. Respirare la vita. Questa è la vera magia, questa è l’essenza del libro. Siamo noi a compiere una tale magia. Farsi aiutare in tale navigazione fa parte del comune e reciproco cammino nel percorso di consapevolezza. Ci sta. Ma è una magia. Senza illusioni.
Alla fine, se siamo entrati in profondità nelle pagine del diario, se le abbiamo davvero respirate, se le abbiamo attraversate, capiamo cosa significa quando l’autrice scrive che “ci vuole equilibrio tra il fare e lo stare. Non possiamo sempre fare, non è sano. A volte dobbiamo solo stare, in silenzio, senza muoverci, senza trovare soluzioni, senza capire il perché delle cose, godendoci la semplicità degli attimi”. Agire senza agire. Nel libro di Cristina Scelzo, quindi, si trovano intersecati tra loro, in dinamico equilibrio, in movimento armonico, in un sodalizio virtuoso, sia il diario dell’autrice, che racconta il suo viaggio personale alla scoperta del respiro, sia il diario del lettore, che ciascuno scrive individualmente durante la lettura e che, nel frattempo, permette di avanzare, pagina dopo pagina, verso la consapevolezza, l’ascolto di sé, l’abbraccio alla vita.
Esatto, proprio così, l’abbraccio alla vita. Finanche l’abbraccio agli errori della nostra esistenza. Inspirando e gettando fuori quello che ci intossica, ci avvelena, ci incupisce. Ogni esercizio proposto dall’autrice, del resto, è un esercizio d’amor proprio. È un abbraccio alla vita. A occhi chiusi. Nel respiro consapevole. Ma non basta: Il diario di Cristina Scelzo è scritto bene, scorre in modo chiaro e dialogico. Come se fosse una conversazione tra la scrittrice e il lettore. Un dialogo che crea empatia e rassicura chi legge. È un libro semplice, ripeto, ma non facile. Insomma, no perditempo. A volte, può costare fatica, è vero, eppure il risultato finale vale questa fatica. A mio parere, comunque, Il diario del respiro va letto lentamente. Perché va oltre le apparenze. È un libro attento alla forma, ma riguarda l’essere, non l’apparire. Mi è piaciuto perché il lettore diventa un attivo costruttore di senso e di significato. Non è uno spettatore passivo, anzi. Che altro dire? Forse soltanto che le parole dell’autrice uniscono testa e cuore attraverso il corpo. E il respiro attraversa come un vento le nostre fantasie. Sviluppa il desiderio. Fa leva sulla mancanza. Perché, attraverso la lettura del libro, capiamo che noi non siamo il nostro comportamento. Noi siamo gli erranti, ma non siamo gli errori. In altre parole, Il diario del respiro, secondo me, è un libro sulle persone, sulle relazioni tra le persone, sui nostri rapporti umani, a partire dal rapporto che ciascuno ha con sé stesso, con la propria vita, con la propria esistenza, con il proprio vissuto. E risponde semplicemente a una domanda fondamentale: Come? Ma bisogna leggere il libro per saperlo.
(*) Il diario del respiro di Cristina Scelzo, Mondadori 2024, 264 pagine, 17 euro
Aggiornato il 10 aprile 2024 alle ore 11:09