I rapporti tra etica ed economia costituiscono un tema d’indagine molto vasto, complesso e articolato, che comprende questioni di metodo e di contenuto, sta al centro di dibattiti, ha rilevanza nei comportamenti di numerosi individui nel mondo contemporaneo. Esso rimanda in definitiva al problema della compatibilità o meno tra fede e morale cattolica ed economia di mercato, come istituzione sociale basata su due fattori principali che sono la divisione del lavoro e la proprietà privata dei mezzi di produzione. Si tratta di una tematica che è stata affrontata da molti punti di vista, ed è ancora fonte di approfonditi dibattiti che non hanno però condotto al superamento degli ostacoli che negli ultimi due secoli sono stati frapposti alla possibilità di prevenire a conclusioni condivise. In tale dibattito, si inserisce il nuovo libro, edito da Confedilizia edizioni in collaborazione con Tramedoro: Sacre scritture e ricchezza, tra miti e realtà, fresco di stampa e che sarà disponibile nei prossimi giorni nelle librerie.

Il suo scopo è quello di sottoporre a vaglio critico alcuni rilevanti problemi in ordine a una presunta incompatibilità tra il messaggio evangelico e la ricchezza e di offrire al lettore percorsi elaborati da diverse angolature tematiche e ricchi di spunti di riflessione, su siffatti importanti argomenti, che sono riportati in un mole davvero notevole di fonti e hanno formato oggetto di secolari dibattiti e confronti, in un ambito molto delicato e a volte con posizioni che già sulla linea di partenza si presentano inconciliabili. Si fronteggiano, in sostanza, da una parte, i propugnatori di una lettura del messaggio evangelico, comune a molti in ambito cattolico e non solo, secondo cui esso conterrebbe sostanzialmente una condanna della ricchezza, della proprietà e del mercato e, quindi, di quei valori che sono la premessa e la base di una società libera. È un problema che sembra venire da lontano e avere radicamento biblico nelle pagine stesse delle Scritture, dalle quali emergerebbe una incompatibilità sostanziale tra fede cattolica ed economia di mercato.

Questa, peraltro, è stata pure espressa dal liberalismo continentale, che in proposito si è pure differenziato da quello inglese o americano. Dall’altra parte, si rinvengono coloro che ritengono invece possibile dedurre un’etica sociale cristiana compatibile con l’economia di mercato e, pertanto, la conciliabilità del cristianesimo con un ordine sociale libero, basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione. È una conclusione questa che può considerarsi in scia con quanto sostenuto da Friedrich August von Hayek, secondo cui è necessario attivarsi: “Per evitare quell’atteggiamento ostile verso la religione propria del liberalismo continentale”. Anche nell’ambiente cattolico si assiste da qualche tempo a mutamenti significativi che sembrano investire il campo nevralgico delle scienze teologiche, riguardanti i rapporti tra cristianesimo e Bibbia, il quale riverbererebbe conseguenze innovative su tutti gli altri campi.

In particolare emerge una comprensione della dipendenza del cattolicesimo dalla Bibbia che non è più concepita e praticata in modo fondamentalista, ossia obbligatoriamente assoluta e passiva, bensì storico-critico, che conduce a interpretarla e viverla come necessariamente relativa e dinamica. Ciò è dovuto alla diversa, e più rispondente, concezione della natura della Bibbia stessa, da parte del sommo magistero cattolico, e alla sua attualizzazione sulla base dello spirito evangelico e traendo spunto dai “segni dei tempi”. È un deciso cambio di rotta, che supera sia l’ostilità di più antica memoria sia l’equidistanza espressa più volte. Tutto ciò porta pertanto a considerare come sia sempre più attuale l’esigenza di adottare appropriati strumenti esegetici e nuovi canoni ermeneutici per i testi sacri da cui poter desumere la compatibilità tra il cristianesimo e i princìpi fondamentali della libertà individuale e della cooperazione sociale libera e volontaria.

Tanto muovendo dai lavori di Ludwig von Mises e di Angelo Tosato, i quali sembrano formare una traccia unica, che può essere ulteriormente sviluppata. Entrambi infatti partono dallo stesso punto, ossia se sia possibile dedurre dai Vangeli un’etica sociale cristiana compatibile con l’economia di mercato; procedono individuando nelle Scritture il problema-base e poi, attraverso di esse, cercano di apprestare una soluzione per rendere possibile il collegamento tra l’annunzio evangelico, la ricchezza e il mercato, scevro però da presupposti fondamentalistici. Si recupererebbero così anche i contributi che, molti anni prima della nascita della società in quanto oggetto epistemologico autonomo e della scienza economica a opera di Adam Smith e dei moralisti scozzesi, i Tardoscolastici, soprattutto della Scuola di Salamanca, che operarono circa tra il 1350 e il 1500, hanno fornito alla comprensione e al progresso della società libera, specie nel campo dell’economia.

Nel libro, accanto agli approfondimenti sulle problematiche evidenziate, è possibile cogliere nitidamente il valore e l’importanza del senso normativo, etico e comunitario contenuto in alcune delle più note parabole dei Vangeli, dei quali, sovente, sono state date interpretazioni approssimative e distanti dalla verità delle Scritture. Come nel caso della ricchezza, che è stata associata all’ingiustizia e alla disonestà, e della povertà, che attiene piuttosto a un atteggiamento spirituale di umiltà e mansuetudine che all’indigenza materiale, della solidarietà, che è espressione della caritas e non può essere sottoposta a vincoli se si vuole preservare il suo valore spirituale, del lavoro, che rappresenta una co-creazione con Dio in un impegno individuale rivolto all’elevazione sociale. Che del resto è pure espressa dalla dottrina sociale della Chiesa, a partire dall’enciclica Rerum novarum di Leone XIII, che mette in luce l’esigenza di ripristinare un ordine sociale in cui la responsabilità individuale diventa un prezioso fattore di ricostruzione del tessuto sociale e di promozione del bene comune. L’opera è stata curata da chi scrive e raccoglie i testi dei contributi di Domenico Bilotti, Dario Caroniti, Beniamino Di Martino, Andrea Favaro, Michael Severance. La prefazione è di Giorgio Spaziani Testa, l’introduzione di Bruno Bordignon, salesiano, e la postfazione di Carlo Lottieri.

Sacre scritture e ricchezza, tra miti e realtà, Confedilizia edizioni, 10 euro

Aggiornato il 06 dicembre 2023 alle ore 10:18