Festa di Roma, il miglior film è “Pedágio”, premiate Cortellesi e Rohrwacher

Pedágio (Toll) della regista brasiliana Carolina Markowicz è il Miglior film della Festa del cinema di Roma. Un’opera seconda che racconta la storia di Suellen (Maeve Jinkings), un’addetta al pedaggio autostradale in Brasile che si confronta duramente con il figlio gay. Paola Cortellesi, con C’è ancora domani, il suo esordio alla regia, ottiene tre premi: il Premio del pubblico, la Menzione speciale Miglior opera prima e il Premio speciale della giuria. “Ringrazio la giuria e il pubblico – ha detto l’attrice – che hanno voluto assegnarmi questi. Sono felice che giuria e pubblico si tendano la mano e che l’occasione di questo loro incontro sia proprio il mio film”. Il Premio per la Miglior attrice - Premio “Monica Vitti” è stato assegnato ad Alba Rohrwacher per la sua intensa interpretazione della protagonista del film Mi fanno male i capelli di Roberta Torre. “Ringrazio Roberta Torre per le sue visioni – ha detto Rohrwacher – per il suo coraggio di osare, per avermi spostata da me stessa e di avermi fatto atterrare sul suo pianeta. Grazie a Filippo Timi, carissimo grandissimo compagno di viaggio. Grazie a Monica Vitti il cui incanto mi ha incantata. Grazie a Monica Vitti che ci ha accompagnate passo passo, che ha nutrito la mia Monica e ogni giorno mi ha aiutata a trovare il senso. Grazie a questo film gentile. A questo personaggio gentile. Evviva la forza della gentilezza, che troppo spesso tutti noi esseri umani dimentichiamo”.

La giuria del festival Concorso Progressive Cinema è stata presieduta dall’attore, regista e produttore Gael Garcia Bernal e composta dalla regista britannica Sarah Gavron, dal regista, sceneggiatore e poeta finlandese Mikko Myllylahti, dall’attore e regista francese Melvil Poupaud e dall’attrice e regista italiana Jasmine Trinca. Tra i premiati del festival figurano: Gran Premio della Giuria a Urotcite Na Blaga (Blaga’s Lessons) di Stephan Komandarev; Miglior regia a Joachim Lafosse per Un silence (A Silence); Miglior attore Premio “Vittorio Gassman” a Herbert Nordrum per Hypnosen (The Hypnosis); Miglior sceneggiatura a Asli Özge per Black Box. Premi speciali della giuria a Achilles di Farhad Delaram, C’è ancora domani e The Monk and the gun di Pawo Choyning Dorji. La migliore opera prima Bnl Bnp Paribas va al film Cottontail di Patrick Dickinson.

L’INCONTRO CON MICHEL GONDRY
Michel Gondry è stato il protagonista dell’ultimo incontro della Festa di Roma. Il regista francese nel 2005 è stato premiato con l’Oscar per la sceneggiatura del film Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind), insieme a Charlie Kaufman e Pierre Bismuth. “Quando parlavo con Kate Winslet non volevo che Jim Carrey sentisse. A lui dicevo non si trattasse di una commedia, a lei dicevo tutto il contrario. Sul set si detestavano cordialmente”. Gondry ha parlato soprattutto della sua ultima opera dietro la macchina da presa, Il libro delle soluzioni, in uscita al cinema dal 1° novembre. “Il film – ha detto – è girato nel luogo in cui ho davvero trascorso le mie vacanze fin da piccolo, dove è accaduto tutto ciò che si vede nel film: se non è tutto identico, è tutto molto vicino alla realtà. E Marc (Pierre Niney), il protagonista, è abbastanza vicino a me”, ammette. Il cineasta francese ha sottolineato le fasi del processo creativo. “Quando si inizia un progetto ci saranno fasi più complesse, di cui all’inizio non si avrà soluzione. Prima di incontrare però la prima difficoltà si sono apprese cose che ci permetteranno di trovare altre soluzioni e trovando soluzioni si impregna il film di personalità, mettendo sé stessi più di quando si racconti una storia in modo naturale. Le soluzioni spesso sono più originali. Mi è capitato di parlare con giovani registi, più preoccupati della loro immagine, del voler essere subito Orson Welles o Stanley Kubrick: ma il loro problema, in realtà, doveva essere semmai non riuscire a fare un film”. Gondry ha parlato anche della postproduzione del film. “Durante il montaggio avevo esplorato molte direzioni, in modo un po’ disordinato, ma Il libro delle soluzioni vuole proprio mostrare la frammentazione, le cose inutili, il far perdere tempo. È stata una specie di mise en abyme: dovevamo conservare la dinamica drammatica affinché lo spettatore rimanesse interessato”. A proposito del mestiere dell’attore, Gondry ha affermato che “c’è una cosa molto importante: non bisogna mai dare l’impressione che si abbia bisogno di recitare quel ruolo per vivere, perché è come andare da una persona che amate e fargli capire che si è innamorati, questo fa un po’ paura. Bisogna tenere una certa distanza, questo per ottenere il ruolo. Poi, non bisogna aver paura di proporre cose che possano parere un po’ strane: il regista apprezzerà l’attore che vuol correre dei rischi. Bisogna dimostrarsi poco disperati”.

Aggiornato il 30 ottobre 2023 alle ore 18:15