Nella cultura letteraria del nostro tempo Ian McEwan occupa un posto di primo piano meritato, per la bellezza e profondità del suo ultimo libro, “Lezioni”, edito in Italia dalla Einaudi.
Nella prima parte della narrazione, il protagonista principale Roland Baines, alla metà degli anni Ottanta, dopo la catastrofe di Chernobyl, si trova solo in casa con il figlio piccolo Lawrence, dopo essere stato abbandonato da sua moglie Alissa. Osserva, in preda ad una gelida angoscia, il biglietto che la moglie gli ha lasciato, prima di abbandonarlo. Gli dice che sta bene, che non è colpa sua se ha preso questa drastica decisione di separarsi da lui, e lo invita con un tono imperioso a non cercarla.
Prima di avvertire la polizia, Roland da solo in casa, con l’animo dominato dalla disperazione e dalla tristezza, attende alcune ore. La sera precedente, ancora alle prese con il trauma per la scomparsa inaspettata della moglie, Roland l’aveva evocata sua moglie come l’Ofelia annegata dipinta da John Everett Millais, ondeggiante sulle calme acque dell’Isar.
La sofferenza di Roland viene solo in parte attenuata dalla lettura di alcune pagine dei saggi di Montaigne sulla felicità e sulla infelicità umana. Roland, che nel libro somiglia ai tanti personaggi inetti della letteratura europea – si pensi a “L’uomo senza qualità” di Robert Musil – in ogni cosa in cui si era impegnato era stato mosso dal proposito di primeggiare, come pianista, nel campo del giornalismo, in quello del gioco del tennis e della scrittura poetica. Alcune sue poesie, proprio in quel periodo, erano state pubblicate su autorevoli e prestigiose riviste letterarie.
Nei momenti successivi alla scomparsa di sua moglie, Roland si abbandona al flusso inarrestabile dei ricordi, e pensa con rimpianto e nostalgia alle donne che nella sua vita aveva amato intensamente. Da adolescente, poiché suo padre era maggiore dell’esercito inglese, aveva vissuto in Libia per molti anni. Il padre, Robert Baines, si trovò in Libia mentre il nazionalismo arabo in Medio Oriente si opponeva alle potenze coloniali Europee, soprattutto dopo la fondazione dello Stato di Israele su di un territorio rivendicato come proprio dai palestinesi. Nasser e la sua politica per superare il colonialismo nel libro sono analizzati con immagini profonde.
Il padre di Roland, per distaccarlo da sua madre Rosalind, vedova del primo marito Jack Tate, deceduto durante la Seconda guerra mondiale, decide di affidare ad un collegio la educazione e l’istruzione del giovane Roland. In questi anni, durante la presidenza di John Kennedy, si verifica la crisi dei missili a Cuba. Il presidente Kennedy aveva avviato una operazione militare verso lo Stato di Cuba, sul cui territorio erano stati installati i missili sovietici. Navi sovietiche erano dirette verso la flottiglia delle navi da guerra americane, sicché se Chruscev non avesse ordinato l’inversione delle rotte, le navi dell’Urss sarebbero state affondate e sarebbe iniziata la Terza guerra mondiale.
Nel libro in modo straordinario è descritta la paura che si diffuse, nel clima del conflitto ideologico della Guerra fredda, a causa della crisi dei missili di Cuba. La paura di morire induce Roland a fare visita alla sua maestra di pianoforte, Miriam Cornell, da cui come adolescente è attratto, una donna avvenente che lo inizia alle gioie dell’amore. Roland, dotato di grande talento musicale, amava suonare il brano K 381 di Mozart con la sua insegnante, visto che per Roland la musica rappresentava un rifugio per ricercare la bellezza, la serenità interiore e l’armonia universale.
Nel libro questo movimento tra passato e presente avviene nella narrazione grazie alla poetica della memoria, poiché Roland per allontanare l’angoscia ripensa al passato della sua vita, scelta stilistica che consente allo scrittore di evocare i momenti fondamentali che hanno segnato la storia del Novecento. Sarà Daphne, moglie di Peter Mount, dirigente di una compagnia nazionale della energia elettrica, ad aiutare Roland a superare il trauma dell’abbandono di sua moglie Alissa.
Roland, grazie alla sua amica giornalista Mireille, figlia di un ambasciatore, all’inizio degli anni Ottanta visita Berlino est, per vedere come si viveva al di là del muro. Roland, conversando con alcuni intellettuali della Germania dell’Est, nota che in Inghilterra si è superato il punto di rottura, visto che vi è la disoccupazione di massa, l’inflazione, il razzismo, un Governo conservatore e liberista, quello guidato da Margaret Thatcher, apertamente anti-socialista.
Nelle visite successive ai suoi amici del Berlino Est, Florian e Ruth, Roland regala i libri scritti contro il totalitarismo comunista, come “Buio a mezzogiorno”, “La mente prigioniera”, “1984”. Floran e Ruth saranno perseguitati dal regime comunista e privati della loro libertà. In questa parte del libro vi è un confronto lucidissimo tra i due modelli di società in competizione ideologica durante la Guerra fredda, quello liberale ed occidentale e quello derivante dal collettivismo marxista.
Roland avrà in seguito un incontro in Germania con il grande editore Rudiger che ha pubblicato i libri della sua ex moglie Alissa, divenuta una delle maggiori scrittrici di lingua tedesca. Proprio mentre grazie alla politica di Gorbaciov avviene il crollo del muro di Berlino, Roland per una felice e fatale coincidenza si trova a Berlino. Assiste in preda all’emozione a questa transizione epocale e vede l’entusiasmo dei tedeschi dell’est finalmente liberi di muoversi oltre il muro, dove erano stati costretti a vivere isolati e segregati.
Proprio durante queste ore frenetiche, che segnano la fine della Guerra fredda e l’inizio del disarmo nucleare, in un vicolo di Berlino incontra la sua ex moglie, Alissa. Gli spiega, Alissa, che ha dovuto lasciarlo, poiché la vita matrimoniale, la nascita del figlio, le sue esigenze di marito stavano soffocando la sua vocazione letteraria e temeva di avere la stessa sorte che era toccata a sua madre, Jane Farmer.
Roland, in seguito, farà visita ai genitori della sua ex moglie, Jane e Heinrich. Jane in questa occasione mostra i diari che aveva scritto da giovane, senza riuscire a pubblicarli per l’opposizione di suo marito Heinrich, nei quali viene descritta la vicenda del movimento antinazista della Rosa Bianca, composto da giovani universitari che a Monaco, nell’università di Max Weber e Thomas Mann, distribuirono volantini contro la dittatura di Adolf Hitler e per questo vennero condannati a morte. La vicenda della Rosa Bianca, circonfusa dall’aura romantica del supremo sacrificio di alcuni giovani tedeschi in nome del dissenso contro il nazismo, diverrà uno dei principali fondamenti morali del nuovo Stato federale della Germania dell’ovest.
Bella e indimenticabile nella narrazione è la scena in cui Lawrence raggiunge l’anonima e isolata città in cui sua madre vive da solo per dedicarsi alla scrittura. Alissa, con una crudeltà stupefacente, rifiuta di ricevere il figlio, poiché teme di perdere la concentrazione necessaria per coltivare la scrittura, la sua unica ragione di vita, scena dolorosa e terribile che evoca e descrive il conflitto insanabile tra arte, letteratura e vita.
L’era di Margaret Thatcher da luogo all’epoca della finanza, con il mito della supremazia del privato sul pubblico, ed infatti Peter Mount diviene miliardario e ricco grazie ad investimenti in azioni. Daphne lascia suo marito Peter, che l’ha picchiata e umiliata in molte occasioni, e diviene la convivente di Roland.
Nel periodo della maturità, quando per lavorare Roland scrive biglietti poetici, suona al piano bar di un albergo e da lezioni di tennis, ha inizio l’era della terza via, con Tony Blair che diviene premier dei governi laburisti. Gli errori di politica estera, il sostegno alla guerra decisa dagli americani in Iraq dato dai governi laburisti, le delusioni per una politica economica funzionale al dominio della finanza, indurranno Roland a restituire la tessera del Partito Laburista.
Daphne, che Roland ha sposato, è costretta a lasciare il suo lavoro in una agenzia mobiliare, per il cancro che l’ha colpita. Le ceneri di Daphne, dopo un duro e violento conflitto tra Roland e Peter, gli uomini che aveva amato, saranno disperse tra le montagne, in una scena poetica ed altamente letteraria.
Un libro, questo di Ian McEwan, che racconta un secolo di storia in modo straordinario e con una lingua stilisticamente colta e raffinata. Imperdibile.
(*) Ian McEwan, “Lezioni”, Einaudi, 576 pagine, 23 euro
Aggiornato il 31 agosto 2023 alle ore 09:33