Hollywood trema. Se lo sciopero a oltranza degli attori e sceneggiatori dovesse continuare, gli esiti potrebbero essere disastrosi per l’industria del cinema e della tivù. L’obiettivo è trovare un accordo con le major entro l’estate. Ma Barry Diller, presidente di Iac e Expedia, già direttore generale della Paramount e della Fox, è pessimista. Il dirigente ha dichiarato che senza “un’intesa entro il primo settembre, executive e divi più pagati dovranno tagliarsi di un quarto i compensi”. Secondo Diller, “non c’è più fiducia tra le parti. Nel 2024 ci sarà ben poco da guardare. Ci sarà così un crollo degli abbonamenti in streaming e dei biglietti venduti ai botteghini. Quando alla fine si arriverà a un accordo, non ci saranno più soldi per nuove produzioni. Hollywood è un grosso affare sia nazionalmente che internazionalmente, ma queste condizioni potrebbero creare il crollo dell’intera industria”.
Il grande pubblico non ha ancora subito l’impatto della doppia agitazione: sarà soltanto a fine estate che lo sciopero comincerà a pesare sui palinsesti televisivi e i titoli fuori dai cinema: niente nuove puntate di The White Lotus o di Emily in Paris, né la prossima primavera, la versione wide screen di Wicked con Ariana Grande, mentre Tom Cruise ha subito bloccato le riprese del nuovo Mission Impossible nel Surrey in segno di solidarietà con i colleghi oltreatlantico. George Clooney è stato tra i primi cineasti ad appoggiare la linea dura del sindacato Sag-Aftra: “Attori e sceneggiatori – ha detto – per la maggior parte non riescono ad arrivare alla fine del mese. Questo è un punto di svolta nella nostra industria”.
Mentre a Los Angeles lo stop di Hollywood comincia ad aver ricadute su altre industrie “collaterali” come quelle della ristorazione, tutti nella mecca del cinema incrociano le dita e sperano che l’agitazione non duri in eterno. Alle prese di posizione delle star di Oppenheimer, che hanno lasciato in blocco la prima londinese quando è stato proclamato lo sciopero, si è aggiunta quella di Margot Robbie, che non parteciperà a nessuna delle promozioni in programma per il suo nuovo Barbie. Intanto, però, almeno una serie tivù ha ottenuto dalla Sag-Aftra un’esenzione dallo sciopero: lo sceneggiato su Gesù, The Chosen potrà ultimare le riprese della quarta stagione arrivate ormai in dirittura d’arrivo: mancavano appena un paio di giorni a concludere il lavoro nello Utah e il cast non doveva essere presente. Esenzioni del genere – ha spiegato la Sag-Aftra – potranno essere accordate a produzioni “veramente indipendenti” purché non affiliate con la Alliance of Motion Picture and Television Producers.
Aggiornato il 18 luglio 2023 alle ore 16:11