Puntuale anche in questa settimana di inizio giugno la rubrica de L’Opinione delle Libertà che dà voce e spazio ai volti noti e a quelli meno conosciuti della letteratura italiana.
Questa settimana vi consigliamo il libro “Ritorno in Italia” di Andrea Caterini (Vallecchi Firenze). Andrea Caterini (Roma, 1981) è scrittore, saggista e autore di diversi programmi Rai sul territorio (Linea Verde, Linea Verde Radici, Il Provinciale, L’Italia non finisce mai). Tra le sue pubblicazioni i libri di narrativa Giordano (Fazi, 2014, Premio Volponi) e Vita di un romanzo (Castelvecchi, 2018). Tra i saggi: La preghiera della letteratura (Fazi, 2016, Premio Prata per la Saggistica), Ritratti e paesaggi, Il romanzo moderno (Castelvecchi, 2019, Premio Città delle Rose per la Saggistica), L’oblio della figura, Nella stanza di Giorgio Morandi (Sillabe, 2020). Ha introdotto numerosi autori europei del Novecento, da Marcel Proust a Virginia Woolf, da Irène Némirovsky a Joseph Roth. Nel 2018 gli è stato assegnato il Premio Bonura per la Critica Militante Under 40. Collabora alle pagine culturali de Il Giornale.
La Storia
Un’opera narrativa fortemente emotiva e densa di spunti riflessivi, un viaggio continuo alla scoperta del proprio Io, quello che spesso si palesa solo grazie all’incontro con gli altri. Accade così che taluni meandri oscuri della propria anima vengano squarciati da bagliori improvvisi, derivanti da una coscienza tanto fragile quanto inattesa.
“Ritorno in Italia è un viaggio nella nostra nazione compiuto da un autore televisivo e scrittore che da anni la percorre da Nord a Sud. Nove racconti per nove regioni diverse in cui Andrea Caterini cerca di scoprire l’anima di ogni luogo, portando nello zaino ogni volta un romanzo italiano del Novecento. Il racconto in presa diretta si mischia così alla lettura di un libro che quel territorio ha esplorato e narrato qualche decennio prima. In Basilicata, per esempio, Caterini cerca le tracce della civiltà contadina raccontata nel capolavoro di Carlo Levi Cristo si è fermato a Eboli; a Napoli si fa conquistare dallo sguardo esagerato di Curzio Malaparte, che in La pelle narra la disperazione del popolo partenopeo alla vigilia della liberazione”.
Un’indagine continua del nostro Bel paese, a volte una vera e propria riscoperta di cui necessitano zone troppo spesso soffocate da sciocchi pregiudizi che continuano ad affliggerle. Tra le tante c’è la Lucania, terra di pastori e mandriani, di cui parlava spesso Carlo Levi. Allo scrittore torinese Caterini rimprovera non le parole ma l’eccesso di retorica presente nelle immagini dedicate alle genti di questa terra.
Un testo che sorprende ad ogni suo risvolto, ad ogni sua piega inattesa e che merita il giusto tempo per essere compreso, metabolizzato.
Andrea Caterini si racconta attraverso i suoi viaggi per l’Italia, senza timore di mostrarsi al lettore privo di filtri, lasciando intuire tutto il suo stupore di fronte a tanta bellezza, senza mai celare però quel velo di malinconia che a volte lo affligge, spingendolo a indagare sul senso della nostra esistenza.
Un’opera meditativa e passionale al tempo stesso, una raccolta di racconti da gustare delicatamente, con sguardo da sognatore.
Aggiornato il 09 giugno 2023 alle ore 13:17